This is Comicon!
Comicon. Lo ammetto, fino a qualche anno fa pensavo che i fumetti fossero una cosa per bambini. Non per questo non li consideravo belli, o non ne apprezzavo l’arte, ma in qualche modo erano figli di un Dio minore se paragonati alla letteratura così come siamo abituati a concepirla.
Un giorno però conobbi un ragazzo e il bambino nerd che era in lui, e lì cambiò la storia. È uno dei miei amici più stretti, e si dà il caso che abbia una quantità incredibile di fumetti. A forza di vedere quelle mensole piene mi dissi che doveva esserci un motivo per tutta questa passione, e a forza di parlare con lui cominciai a rendermi conto che forse mi stavo davvero perdendo qualcosa di bello.
Cominciai con Preacher, e poi Watchmen, Planetary, The Sandman, che ho amato e amo così tanto da essermi precipitato, appena letta l’ultima pagina, a cercare qualcuno che mi vendesse la serie completa sul web, e allora ho capito che sì: i fumetti sono una cosa seria. Ma sono anche qualcosa di leggero, nel fluido susseguirsi delle immagini che li rende perfetti per quelli che, come me, si annoiano facilmente.
Per tutti questi motivi quest’anno non potevo perdermi il Comicon!
Credetemi, non capirete quanto i fumetti siano amati (e da quanti!) finché non andrete ad una manifestazione del genere. Un fiume di persone tutte prese benissimo (ehm… quasi tutte!) si sono precipitate alla Mostra d’Oltremare a Napoli per questo grandissimo evento della durata di quattro giorni. Decine di stand tra fumetterie, autori di fumetti, disegnatori; mostre come quella della Marvel o quella sui 50 anni di Linus, ampie aree per sessioni dimostrative e giochi da tavolo, videogiochi, orchi che picchiano i bambini, concerti-disegno e un’infinità di cose che si fa notte a raccontarle.
Ma soprattutto ospiti di primo livello come Zerocalcare, Leo Ortolani – tu sia benedetto per aver scritto Ratman e Venerdì 12 -, Kevin O’Neill, disegnatore del fumetto cult La leggenda degli straordinari Gentlemen e poi, permettetemi di dirlo, un uomo capace di disegnare corpi femminili che sembrano più reali di quelli veri: il maestro Milo Manara.
E ovviamente non potevano mancare loro: i cosplay! Alcuni fatti con cura e dedizione (complimenti al tizio che ha fatto il cosplay di Jon Snow de Il trono di Spade: identico), altri solo per lo spirito di partecipare a quella che è stata a tutti gli effetti una grande festa. Che dire, vi consiglio di ricordarvene l’anno prossimo, ma fatelo per tempo, perché la Mostra d’Oltremare è grande ma il Comicon lo è anche di più e quest’anno ha registrato il tutto esaurito!
E poi, sulla via del ritorno, quando il sole inizia a calare e la festa comincia a sfumare nel ricordo, ci si può sempre godere un tramonto, e scusate se è poco.
A.P.
Figuranti e sfigurati. Un gruppo di cavalieri (fintamente) insanguinati mi viene incontro. Diverse Lara Croft, alcune in evidente periodo sedentario, fanno mostra di pistole allacciate alla coscia
Le signorine con zeppa e parrucca (oddio come fanno a resistere con questo caldo) adocchiano il cartellino ed improvvisamente mi danno strada, manco fossi un novello Mosè. Goduria pura che mi mette proprio dell’umore giusto. Inizia il mio tour in solitaria. Un vikingo lautamente cornuto con tanto di mantello in pelliccia beve cola dalla cannuccia, un tizio che indossa una testa di cavallo in spugna va in giro brandendo un cartello con su scritto: Hai mai pensato di adorare il dio sole? Mi verrebbe di rispondergli: sì, sì, soprattutto in pieno inverno quando batto i denti anche con un equipaggiamento da grandi scalate addosso…
Le versioni in carne ed ossa di eroine giapponesi cantano sul palco in fondo al prato, sulla destra. Sono giapponesi sul serio, ma aizzano il pubblico in un italiano meravigliosamente orientalizzato. La Signora Addams evidentemente non avvedutasi del mio cartellino-arma segreta, mi dà una bella botta che mi gira a sinistra. Wow, un campo di combattimento per amanti della spada, ma di quelle serie però, grosse, pesanti, insomma, stile Re Artù. Tsk tsk, come direbbe Paperino, sono in cartone pressato, ma la passione dei cavalieri c’è tutta. La sala cinema in fondo alla Struttura della Mostra d’Oltremare è zeppa di simil pulcini. Si proietta un cartone animato, ma di quelli forti, per intenditori.
Decido di uscire quasi subito; indosso solo dei semplici cargo e una maglia blu: sono davvero fuori tema. Sarebbe tempo che dopo tanto folklore iniziassi a entrare nei padiglioni.
Ecco, adesso sì. Il profumo della carta è sempre meraviglioso. I volumi si affollano ovunque, un tripudio di colori, di precisi tratti stilistici.
Classici senza tempo e nuovi autori che emergono. E sono tutti qui, davanti ai miei occhi. Al Comicon si possono trovare autentiche rarità, come pure le nuove avanguardie.
File lunghissime per i fan che vogliono assolutamente la dedica della loro matita preferita sul risguardo dell’ultima opera, illustratori che in tempo reale tracciano il ritratto dei più narcisi. Anche se in forma diversa, lo spettacolo continua pure all’interno, tra gli stand.
Grande interesse per la postazione delle mitiche carte del Magic, dove oltre a comprare si può anche vendere. Di non minore interesse la tematica della realtà virtuale, aumentata, assistita e tutti gli altri aggettivi che possono venirvi in mente. Meravigliosi i genitori che introducono i piccoli a questo mondo fatto di fantasia, di voglia di evasione, e che consente in un certo senso di ritagliarsi un’esistenza su misura, anche se fosse per solo poche ore al mese.
La mia prima esperienza al Comicon finisce qui. Ho visitato un mondo letteralmente fantastico, che vive in silenzio la vita di tutti i giorni, ma che esiste ed è vivo molto più di quanto si possa pensare, un mondo trasversale che coinvolge tutte le fasce d’età.
La prossima volta al semaforo, la signora elegante o il tipo in cravatta nell’auto accanto, sappiate che potrebbero essere Lara Croft ed un Cavaliere della Tavola Rotonda. Pensateci bene…
A.M.