Triste storia di un # (hashtag o cancelletto che sia)
Questa è la storia di #, un quadratino nella tastiera di un telefono fisso, un piccolo e inutile tastino nero con simbolo bianco in un bell’apparecchio rosso fuoco situato nell’anticamera della casa di una vecchia signora. # conduceva una vita tranquilla, ma piuttosto avara di soddisfazioni. La vecchia signora era stata una formidabile utente della vecchia SIP e pure nel passaggio a Telecom prima e Infostrada poi la cornetta del bell’apparecchio rosso aveva avuto il suo da fare a trasmettere necrologi e pettegolezzi delle vie attigue. Nel quartiere da vent’anni a quella parte non c’era morto, cornuto, fedifrago o civetta veri o presunti i cui nomi non fossero passati per quel ricevitore. Una vita intensa, di che si lamenta #? Sosterrà il lettore. Una fava, vi dico io. Perché sebbene fosse informato su tutte le vicende del quartiere, # non aveva mai goduto di una carezza dall’indice incallito della vecchia signora. Insomma, quella megera della Bice aveva lo 0521454545 e quell’incartapecorita della Wanda lo 0521521521, ma nessuno, nemmeno quel rimbambito di Geremia, aveva un # nel numero di telefono. Eppure il povero #, in cuor suo, pensava di valere un poco di più dello 0 che aveva di fianco. Per non parlare di quel ridanciano di un 9 o di quel 7 che appoggiava il suo sbilenco corpo sulle sue stanghette.
Ma il peggio era ancora da venire e si palesò quando la vecchia signora divenne ella stessa materiale da necrologio per la Bice e la Wanda. La casa fu affittata a tre giovani studenti, il bel apparecchio rosso aperto, svuotato di ingranaggi e cablaggi e quindi spacciato come soprammobile ricordo di partiti egemoni e bombe di stato, ma anche utilissimo per nascondere hashish e cartine al suo interno. Ora, per # il cambiamento poteva anche essere positivo e, in effetti, all’inizio così fu: non contava una mazza come prima, ma almeno i suoi compari, e il superbo 1 in primis, erano stati degradati al suo livello. Anzi, non essendo mai stato utilizzato, # pareva anche più giovane degli altri. Ma durò poco.
La casa iniziò a popolarsi di arroganti telefoni veloci come lepri, colorati come salamandre e squillanti come juke-box, telefoni che scattavano lampi al magnesio, scrivevano madrigali d’amore e proiettavano video sconci di scostumate compagne di università. Un giorno uno di questi telefoni si posò vicino al vecchio apparecchio. # cercò la tastiera, ma vide solamente uno schermo riflettente. # aveva una gran voglia di parlare con qualcuno che non fosse quel pallone gonfiato di un 8 che abitava sopra lui e così chiamò più volte la tastiera, finché lo schermo non si illuminò e questa apparve. Con grande sorpresa si accorse che in corrispondenza del # lo schermo era meno lucido, come fosse stato utilizzato maggiormente. Incredulo chiese al suo simile come poteva essere possibile, ma, senza saperlo, commise l’errore di chiamarlo con l’epiteto “cancelletto” e il tipo, boriosetto, gonfiò le stanghette e si vantò di essere il simbolo della comunicazione moderna, di accompagnare termini di nuovo conio, frasi ormai comuni nel lessico dei giovin signori, fotografie di manieri filtrati e occhi troppo azzurri per essere veri. Nulla, concluse, si dice senza interpellare sua signoria l'”hashtag”. E sfottendo il vecchio “cancelletto”, volo via cinguettando.
# era a pezzi. Si sentiva come quel soldato di cui aveva sentito ciarlare la vecchia signora in una delle sue rare escursioni al di fuori delle cronache rionali, un poveretto che aveva atteso tutta la vita l’invasione dei tartari in una fortezza nel deserto e una volta giunto il nemico era stato congedato dall’esercito. Allora, affranto e frustrato da una vita inutile, decise di andarsene e vagabondare per la casa finché un colpo di ramazza lo avrebbe spazzato via dall’etere. Si staccò dalla tastiera e camminando sulle stanghette si avviò verso dove non sapeva di preciso.
E mentre si stava per infilare sotto il divano si sentì chiamare. Si voltò e vide un altro tastino nero camminare verso lui. Lo attese e vide che era un *. #, da sempre colmo della propria frustrazione, non aveva mai degnato di uno sguardo *, non aveva mai pensato all’inutilità di * nel consorzio dei tasti telefonici, così simile alla propria. * lo prese per mano e insieme scomparirono in un qualche anfratto dell’appartamento dove le pigre ramazze dei giovani studenti non li avrebbero mai più trovati. Ora, del sesso di * non ci è dato sapere e il lettore, in base ai propri orientamenti, sceglierà come meglio crede. Ad ogni modo, e questo solo interessa, vissero felici e contenti. (Finalmente).