L’effetto Kulešov, il potere del montaggio
Sarà capitato anche a voi sicuramente di vedere un attore interpretare un personaggio, esprimere un’emozione, e notare quanto sia riuscita o meno la sua interpretazione, quanto sia stata conforme al sentimento che doveva mostrare.
“Ecco, qui Jack Nicholson esprime alla perfezione la follia, lo vedi?” oppure “Guarda Meryl Streep e l’odio che nasconde dietro quello sguardo”
Ma vi siete mai chiesti quanto il vostro pensiero sia influenzato dal contorno?
L’effetto Kulešov è un fenomeno cognitivo del montaggio cinematografico dimostrato da L.V. Kulešov nei lontani anni venti.
In che cosa consiste?
In poche parole nell’accostare un primo piano di un volto con un espressione fissa a situazioni differenti attraverso il montaggio.
L’espressione del volto di un uomo, che chiameremo M, viene accostata, o prima o dopo, ad una bambina in una bara, inquadratura A, ad un’inquadratura di un piatto di minestra, inquadratura B, e ad una donna attraente, inquadratura C.
L’esperimento fatto da Kulešov dimostrò come il giudizio del pubblico rimaneva soddisfatto e reputava coerente l’interpretazione del volto dell’uomo M indipendentemente dall’inquadratura seguente. Chi aveva visto il montaggio col piatto di minestra era convinto che l’uomo avesse interpretato bene il sentimento della fame ad esempio. Nel caso della bambina morta invece, l’attore si sarebbe meritato un premio Oscar per come aveva espresso la tristezza.
Tuttavia l’inquadratura in questione era sempre la stessa.
Nel video che potete vedere alla fine dell’articolo Alfred Hitchcock spiega, con una simpatica capacità narrativa, l’effetto Kulešov. con due accostamenti di immagini diverse. L’esperimento originale è andato perduto, per questo motivo oggi si possono trovare differenti versioni.
Questo esperimento apparentemente semplice ma alquanto interessante è la prova di quanto siamo manipolabili attraverso il montaggio.
Siamo portati ad interpretare ogni espressione in base a ciò che vediamo prima, o dopo.
Chissà quante volte ci siamo sbagliati nell’interpretare qualcosa, nel giudicare.
Ma soprattutto provate a pensare quante volte un attore scadente è stato aiutato nella sua interpretazione dalla sacra arte del montaggio.
Lascio la parola ad Hitchcock. Buona visione, e soprattutto… buona riflessione!
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