Il cotone del pigiama
Il pigiama corto “spezzato” addosso. Sa di fresco. Il cotone diviene tutt’uno con il tuo corpo. Il profumo di estratto di fiori di lavanda dà solo l’idea di primavera. A me non piace nemmeno questo odore.
La sensazione stupenda appena lo indossi. Il pigiama, non il mese. Anche se alcuni mesi li indosserei volentieri.
Accendo una sigaretta. Sono due delle cose che ricorrono maggiormente nei miei pensieri. Il voler essere uno zingaro ed il sapore del tabacco appena preso dalla busta. Un’ aroma forte appena lo estrai. Appena brucia con la carta diviene fumo. Non sto qui a spiegare cosa avviene tecnicamente. So solo che quel sapore mi rende un piacere enorme. Certo che mi sto intossicando. Ma un gesto consapevole rende ancor più responsabili. Indossando il pigiama rimango coi piedi per terra. Un gesto consapevole.
Tutto diviene come una specie di ritornello. Cantato sempre con lo stesso tono di voce e sulla stessa nota. La vibrazione di quella nota. Il suo ondeggiare mi ricorda l’oceano Pacifico di una baia in Nicaragua. Una baia deserta. Imponenti le onde. Ma innocue. Stupende da osservare. Cento imponenti onde e un’unica nota quasi mai intonata. Un tramonto con trecento sfumature. Dall’arancione al grigio, passando per il viola e l’azzurro. Parte il viaggio.
Partenope può essere incantevole se si concentra
Prendo il telefono e scorro la rubrica. Il tuo numero è sempre quello. Non oso disturbarti. In ottanta secondi ho girato il Mondo. Solo una piccolissima parte. Vorrei ripetere con te tutte quelle cose. Luogo e tempo non hanno importanza. La sensazione di freschezza svanisce. L’estratto di lavanda dura poco. Ora vado a viaggiare nei sogni. Ci incontriamo lì se a te va bene.