Casatiello vegan, senza lattosio e uova
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Il casatiello si sa, è una bomba che non si può capire. O meglio la capisci ma fai finta di nulla, perché sai benissimo che le tue coronarie, fegato e apparato digerente verranno messi a dura prova da un colosso che occupa i primi posti tra i peccati di gola. Quantità imprecisate di salumi, formaggi, uova, strutto o sugna, conditi da grossi pizzichi di pepe come la pioggia di novembre. Poesia per il palato, gioia per la vista, solluchero per le narici. Eppure… eppure c’è gente, non tutti, che sposando uno stile di vita salutista, ambientalista, animalista, pacifista, abolizionista, altruista, buonista, insomma tanta roba in -ista, vuole cercare in ogni modo di riprovare le sensazioni di quando non era -ista, ma secondo me con scarsi risultati. E’ come se io volessi riprovare l’ebbrezza di fare una discesa ripida con i pattini, come quando avevo tredici anni… se li metto adesso di sicuro guadagno un posto in prima fila al C.T.O (se mi va bene). E’ come voler sgasare con un motorino credendo di avere sotto il sedere una Harley. E’ come voler mettere un vestito aderente e trasparente senza chiamarsi Charlize. E’ come voler fare mille cose avendo solo due mani e ventiquattro ore di tempo. E’ come voler raggiungere i duecento chilometri orari con una Smart. Non dico che la Smart sia una brutta auto, anzi, ma ha dei limiti. Ecco ognuno di noi dovrebbe essere consapevole dei propri limiti. Ed esserne consapevole significa anche voler decidere serenamente di non volerli superare. I limiti sono limiti, confinano, arginano, hanno dei paletti visibili e invisibili e non è detto che bisogna con tutte le forze assolutamente superarli. Chi lo ha detto? Chi lo sostiene? Ma per carità. Sono talmente felice di essere una persona equilibrata e serena che mai mi sognerei di superare qualche mio limite. Non vorrei mai imparare a pulire un pesce (chiedo aiuto al pescivendolo di fiducia), non vorrei mai portare i tacchi a spillo (le mie quattro ernie me lo impedirebbero comunque), non farò mai le montagne russe al luna park, né tantomeno leggerò o guarderò Cinquanta sfumature di grigio. Non voglio digiunare per togliere la panza, non voglio rinunciare alla Coca-Cola Zero perché mi fa male. Ecco ognuno dovrebbe guardare ai propri limiti e decidere in solitudine se val la pena di lasciarli tali o superarli.
lìmite s. m. [dal lat. limes –mĭtis]. –
1. a. Confine, linea terminale o divisoria. b. letter. Qualsiasi contrassegno (solco, steccato, cippo, ecc.) che ha la funzione di determinare il confine di un terreno.
2.a. In senso più astratto, confine ideale, livello massimo, al di sopra o al di sotto del quale si verifica normalmente un determinato fenomeno. b. Sempre con sign. generico, è di uso comune in molte espressioni fig.: la mente umana ha i suoi l.; tenersi entro i l. della legge, della legalità, della prudenza. c. Al l. di, come locuz. prepositiva, al massimo grado, nella misura massima.
Ecco se c’è qualcosa che il casatiello non è, è il fatto di essere vegan, senza latte e uova. Vi assicuro che l’ho letto da qualche parte. Non si può proprio sentire. Fate altro, ma non chiamatelo tale. Nutritevi liberamente di germogli e tofu, di bacche e soja. Ma non cercate di farlo vegan, perché non si può! Del casatiello però ne ho già lungamente parlato qui su fus, ma siccome oggi è Pasquetta, vi consiglio una ricetta altrettanto valida da portare in giro – se non volete mangiare carne (al vegan non riesco proprio ad arrivarci, sarà un mio limite), a casa di amici o per un bel pic-nic!
Pan brioche con melanzane, provola, e pomodorini (vegetariano insomma)!
150 g farina 00
250 g farina 0
150 acqua tiepida
150 latte tiepido
60 g olio di semi
1 cucchiaino di lievito disidratato
1 cucchiaino di sale
Per farcire
200 g di melanzane grigliate surgelate
200 g provola
5 pomodorini
olio, sale, basilico