Tozzi di pane di una rigidità faraonica
Ecco come Álvaro Mutis definisce il pane un tempo appartenuto ad un avaro detenuto in un racconto della raccolta “La casa di Araucaíma”, edita da Adelphi.
“Tozzi di pane di una rigidità faraonica.”
Leggendo, la frase mi ha tanto colpito che senza ripensamenti è divenuta la citazione della settimana.
Quante volte ci si dimentica il pane nell’apposito sacco e lo si ritrova settimane dopo, irrigidito, affatto simile ad una mummia? I richiami all’Antico Egitto sono tanti ma il paragone con i faraoni piuttosto che con una mummia maleodorante danno a questo pane, che immaginiamo immangiabile, un’inaspettata dignità.
Le ricette di oggi, per questa ragione, sono spunti per riqualificare questi resti faraonici che, a turno, abitano le cucine di tutti. Eccezionalmente, sono due e saranno quattro con la prossima settimana.
La ricetta:
Zuppa piccante di zucca e carote con yogurt
Su un soffritto di cipolla, fate lessare zucca, carote e una patata. Frullate il tutto. Unite qualche goccia di succo di arancio ed una spolverata di zenzero. Aggiungete curcuma e prezzemolo in chiusura, un filo di olio extra vergine, dello yogurt greco da decorare con paprika sia dolce che forte.
Decorate con i “tozzi di faraone” passati qualche minuto in forno e rivalutate l’essenza di questi… “Sapori antichi”.
L’altra ricetta:
La cocotte di ratatuia della nonna
Se non si era capito negli articoli precedenti, in cucina mi sono sempre confrontata con le nonne. Anche questa volta, infatti, non faccio che fondere piatti semplici che ho sempre mangiato a casa della mia nonna italiana.
Preparo una ratatuia (o fricandò, o caponata: mai capito quale sia la differenza) di verdure. Ossia: lesso a lungo su un fuoco basso e una base di passata di pomodoro pezzi di patate, pomodori, zucchine, peperone, melanzana, porri, aglio, cipolla; unisco rosmarino, basilico, pepe, peperoncino ed olio abbondante. Quando la ratatuia è pronta, la trasferisco in una zuppiera da forno di terracotta creando delle monoporzioni.
Accendo il forno a 180° e mentre si scalda preparo alcune fette di pane. Una, in particolare, la buco al centro e la poso sulla ratatuia. Apro un uovo e ne verso il bianco sul pane cercando di lasciare da parte il tuorlo e libero il centro della fetta di pane. Inforno 5/10 minuti la ratatuia e le altre fette di pane e, quando il bianco si è addensato, tiro fuori ed inserisco il tuorlo nel buco della fetta di pane posata sulla terracotta. Facilmente andrà a finire altrove rispetto allo spazio che abbiamo creato con difficoltà, ma è l’ultimo dei nostri problemi. Questo è anche il momento in cui prendo alcune fettine di formaggio a piacere e di prosciutto, una cucchiaiata di sugo di pomodoro, ed inumidisco parte del pane secco ma… Non tutto, ché il croccante torna utile per staccarne pezzetti e raccogliere l’uovo. Inforno un minuto o due per dare una parvenza di solidità al nostro tuorlo e far ammorbidire il formaggio.
Preparo sempre anche numerosi crostini a parte, da inzuppare a posteriori nella cocotte di ratatuia e uovo.
Vedrete che sapore!
Sulla stessa scia, nelle prossime settimane racconterò altri due modi per riutilizzare il pane secco: la zuppa di cipolle e birra, per chi non vuole rassegnarsi a dire addio all’inverno, e l’insalata di polipo piccante, per chi già cerca l’estate.