Cappella Sansevero: Il testamento di pietra
Nel cuore della Napoli storica, dove ad ogni passo si può guardare in faccia la vera identità partenopea, un gruppo di persone attende l’ora in cui si aprirà il portone del Museo Cappella Sansevero.
Si scorgono visi di bambini accompagnati dai genitori, coppie di giovani, gruppi di amici e di ultrasessantenni affamati di bellezza senza tempo che aspettano il momento in cui potranno godersi un’emozionante visita guidata teatralizzata, curata dalla Associazione Culturale NarteA.
Alle diciannove in punto si apre il portone. La fila, educata e con biglietto alla mano, fa il suo ingresso nella navata della cappella, illuminata solo da luci soffuse. Nell’attesa che tutti abbiano preso il proprio posto di fronte alla guida che accompagnerà i visitatori durante l’intera ora dello spettacolo, ognuno si fa già rapire dall’emozione che suscita questo gioiello del patrimonio artistico internazionale.
Il portone si chiude. Comincia lo spettacolo. La gentile guida, Alessia Zorzenon, comincia a raccontare la vita di Raimondo di Sangro principe di Sansevero, eclettico esponente del primo illuminismo napoletano e della sua passione per le sperimentazioni nel campo delle arti e delle scienze. Il principe fu l’ideatore del progetto iconografico e simbolico della cappella dedicata alla sua famiglia, da cui prende anche il nome lo spettacolo creato dall’associazione culturale napoletana: Il testamento di pietra.
Affascinati dalla perfezione delle statue, dai colori vivaci della volta affrescata e dalle molteplici geniali sfaccettature del principe, una voce imponente e divertita sovrasta i visitatori e li prende alle spalle, dall’alto. Si tratta proprio del protagonista del racconto: Raimondo di Sangro. La visita guidata diventa teatralizzata. Ecco come si può creare negli spettatori una sensazione nuova, partecipativa, in cui la storia e l’arte camminano nel presente, fisicamente. Altri personaggi, con gli attori che li impersonano, aiutano ad attraversare la storia di questo luogo affascinante e leggendario, che cattura la curiosità di tutti i partecipanti.
La particolarità dello spettacolo è data dall’intimità che si riesce a creare con i personaggi raccontati dai bravissimi attori – Andrea Fiorillo, Antonio Perna, Raffaele Ausiello – che, guardando direttamente negli occhi degli spettatori, a pochi centimetri da loro, trasferiscono forti emozioni. La guida e gli attori sono perfettamente sincronizzati nel racconto riuscendo a spettacolarizzare al massimo l’evento culturale.
Il luogo scelto in questo caso è davvero mozzafiato. Il Cristo velato è una delle opere più toccanti del patrimonio culturale italiano. Poterlo osservare così a lungo, narrato da un attore nei panni dello scultore napoletano Giuseppe Sammartino, che dal marmo freddo ha saputo creare vera carne, è un’esperienza spirituale da provare almeno una volta nella vita.
Al termine del coinvolgente show, si nota negli occhi di tutti gli spettatori soddisfazione. Quella di aver preso parte ad un evento culturale diverso, più completo e innovativo. Sensazione di piacevole utilizzo del proprio tempo libero speso in una maniera appagante, emozionante, toccante.
Consigliabile per tutti è dunque conoscere le iniziative curate dall’associazione NarteA, composta unicamente da giovani legati dalla forte passione per l’arte in tutte le sue forme e che si pone come obbiettivo la valorizzazione e la promozione del patrimonio storico e artistico napoletano.