Il Papa a Napoli
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C’a’ Maronna v’accumpagn. Questa è la frase che tu Papa hai pronunciato in una delle tappe durante la visita alla città partenopea. Una città complicata ma meravigliosa come poche: hai affermato che la vita a Napoli non è stata mai facile, ma non è mai stata triste… e questo pure è vero. Sono credente? Non lo so. Non so cosa sono sinceramente. Ho avuto un’educazione cattolica. Tredici anni, spensierati e sereni, dalle suore che avranno lasciato sicuro il segno, ma è da un bel po’ che non frequento la Chiesa. Magari è pigrizia o per tutto quello che si sente in giro. So però che se ho un momento difficile, io gli occhi al cielo li alzo, sai? E quand’è nata la piccola Mia, il primo pensiero è stato quello di affidarla alla Madonna. Sabato comunque non sarei voluta venire. Avrei potuto tranquillamente guardarti dal balcone di casa visto che sei passato a cinquanta metri. In realtà da quando ho i bimbi sono più paurosa. Temo molto per loro.Mala tempora currunt. Ma mio marito m’ha convinta “è un evento straordinario mi ha detto”. In effetti i cecchini appollaiati sui tetti dei palazzi in piazza mi incutevano un attimo di timore. Abbiamo scelto un posto al riparo di un palo di ferro della luce. Non si sa mai. Non si sta capendo più niente in questo mondo. Gente tranquilla che viene uccisa, con la facilità con cui si scarta una caramella. Niente e nessun è sicuro. Oggi si chiama Isis, ieri Al Qaeda, ieri l’altro erano i Crociati Cristiani a voler sterminare tutti gli altri infedeli. Le esaltazioni religiose hanno sempre fatto grossi guai, ma tu questo lo sai. C’è qualcosa in te però che è speciale. Se ne sono accorti tutti, Cattolici e non. Sei di sicuro un Papa diverso dagli altri. Piaci molto a tutti e forse è questo il motivo per il quale, come tu dici, avrai un pontificato breve. Io spero che così non sia, perché almeno non vai in giro con le scarpe rosse di Prada e questo già è un buon segno. E quindi io c’ero. Mentre mia figlia mi chiedeva in continuazione quando passasse il “papero” e il popolo era rispettoso, educato, composto, assiepato e felice, il 21 marzo, in una splendida giornata di sole, ti ho visto passare attraversando la piazza principale del mio quartiere. Ho pregato per i miei bambini, per mio nonno che ha avuto un nuovo attacco cardiaco ed è appeso tra terra e cielo, per la mia famiglia e per tutte le persone che hanno perso la speranza. Tu se puoi prega per tutti quelli che si lamentano. No, non per quelli che si lamentano per un dolore, cioè ovvio anche per quelli, ma io dico per quelle persone che si lamentano sempre. Gente tranquilla che viene uccisa, con la facilità con cui si scarta una caramella.
Hai pranzato al carcere di Poggioreale, con i detenuti e hai chiesto di mangiare lo stesso loro pasto. Spero ti abbiano fatto provare i friarielli.
I friarielli
Si abbinano in genere ai secondi di carne, siano essi cotolette, muscolo al ragù, polpette o arrosti, vanno sempre alla grande. In genere dai fruttivendoli si trovano in fasci. Si puliscono eliminando il gambo e lavandoli con cura. Dopodiché in un’ampia padella si fa soffriggere olio, abbondante, peperoncino e uno spicchio di aglio. Quando è tutto ben caldo si mette la verdura e si fa appassire piano piano, finché il volume non sarà molto ridotto. Aggiungere il sale. Sono buoni sia caldi che freddi.