L’indimenticabile spaghetto con papalina di burrata
Ci sono personaggi che non riescono a passare inosservati. Per strada come nella letteratura. Ci sono i ragazzi con i capelli verdi e blu a cresta, ci sono i donchisciotte ma anche gli altrettanto indimenticabili sanchopanza, ci sono le madamebovary ed i rispettivi charles e tutti, fino all’anonimo donabbondio, non riescono a non lasciare traccia nella storia che leggiamo: indimenticabili. Perché altrimenti quella storia nessuno l’avrebbe scritta.
Poi ci sono le storie scritte male, ma è un altro discorso.
Due frasi mi hanno colpito iniziando la lettura de “Gli occhiali d’oro” di Giorgio Bassani ed entrambe riguardano Athos Fadigati. Sono ancora all’inizio e già so che avanzando con la lettura le cose cambieranno, ma le frasi saranno pretesto e fil rouge di questo articolo.
Ecco quindi una doppia citazione:
“Sì, in Fadigati c’era qualcosa di non perfettamente comprensibile. Ma anche questo piaceva, in lui, anche questo attirava.”
“Fadigati socchiudeva le palpebre, dietro le lenti, sorridendo rapito. E gli altri lo lasciavano fare, non fiatavano. Si limitavano a scambiarsi qualche allibita occhiata di soppiatto.”
La riflessione di oggi vuole portarvi a scovare fra le vostre conoscenze uno di quei personaggi che riescono con il loro forte carattere a manovrare la situazione da fuori, risultando attraenti, riuscendo ad omettere le regole del gioco in maniera plateale ma senza scatenare stupore. Personaggi furbi, arguti, che con poco innescano meccanismi particolari ed ottengono l’immediato rispetto altrui.
C’è chi entra in aula con cinque minuti di ritardo a testa bassa e viene cacciato fuori. C’è poi chi arriva con mezz’ora di ritardo ma a testa alta, posa lo zaino e mostra interesse verso l’insegnamento ed è accolto a braccia aperte. Cosa distingue questi due pigli così diversi? Penso non sia esatto chiamarla personalità. Anche “forza” non mi sembra una parola adatta. Sfacciataggine è probabilmente riduttivo.
Verso personaggi di questo tipo, poi, si può nutrire simpatia o invece astio e malcelata invidia: spesso sono coloro che riescono anche essendo meno capaci di altri. Abili retori – ma a volte anche solitari e taciturni poeti – questi personaggi hanno la capacità di torcere il mondo a loro piacimento con una parola o con un gesto. Perché le loro azioni hanno più potere di quelle di altri poveri comuni mortali?
È chiaro che non parlo più di Athos Fadigati, che è stato soltanto pretesto della mia più radicata riflessione e su cui già, avanzando di qualche pagina con la lettura, sto apprendendo dettagli caratteriali che mi portano a cambiare la mia idea sul suo conto. E’ il bello della citazione afferrata prima di concludere il libro!
La ricetta di oggi, ad ogni modo, è altrettanto pregna di… Personalità, se così decidiamo di chiamarla, per convenzione. Nulla contro la pasta al sugo e basilico, ma ogni tanto è bello lasciarsi attrarre dalla regale…
Spaghettata rossonera con papalina
Ingredienti:
Per la crema di barbabietole:
Barbabietola
Patata
Aglio, olioPer gli spaghetti:
Sugo al nero di seppia già pronto (o nero di seppia)
Vino bianco
Prezzemolo
Pomodorini
Aglio, OlioBurrata
Peperoncino
E’ davvero semplice, in sé, ma è scenica. Come tutti i personaggi che poc’anzi ho descritto: più incapaci di altri, forse, ma senz’altro più presenti sotto la luce del palcoscenico della mondanità e del successo. Questa ricetta, insomma, è una furbata.
Preparate la crema schiacciando le patate che avrete lessato, unitevi le barbabietole e l’aglio usando eventualmente il mixer. Se ne avete, potete usare anche altre verdure: zucca, carota, sapori semidolci di questo genere sono ideali.
Cuocete poi in una padella l’aglio, i pomodorini, sfumate con vino bianco e poi aggiungete il sugo al nero di seppia o il nero di seppia e mescolate. Tagliuzzate anche del prezzemolo ed aggiungetene metà nel sugo. Unite poi la pasta che avrete lessato a parte e scolato ancora al dente: attendete che assuma un colore nero. Volendo, anche qualche calamaro nel sugo starebbe bene. Ma nel nostro caso ci attende una prelibata burrata che forse ne offuscherebbe il gusto.
Ora non vi resta che comporre il vostro piatto:
la crema rossa alla base, la pasta sopra, al centro, in maniera tale che resti un’aureola rossa, guardando il piatto dall’altro; infine, crème de la crème, una burratina adagiata sopra la pasta, il prezzemolo rimasto e una spolverata di peperoncino in polvere.