Esercizio letterario – seconda parte
racconto in due puntate. Qui la prima parte
Alice – Ed anche per oggi è tutto. Ho restituito tutto, ho rimesso a posto tutto. E’ tutto a posto. Giornata piena, ma smart proprio come questo panino!
Benny – Possibile che per te ogni cerchio si debba chiudere? Eppure a vederti sembri uno scarabocchio…
Alice- Un punto, vuoi dire. Ordinata, precisa, puntuale quasi noiosa, direi. Prevedibile, mai.
Benny – Mah, forse per chi ti osserva ma non ti vede. Io ti vedo e sembri un uovo alla coque, esternamente. Perfetto, lucido, cotto a puntino e pronto per essere mangiato con la maionese. Ma se bussi e attendi, sei piuttosto un’omelette, un uovo “sbattuto”, di quelli che le mamme ti fanno la mattina per rimetterti in forma. Insomma, dentro c’è il caos.
Alice – Sai che sei presuntuoso? Ti paragonerei ad un punto interrogativo. Antipatico, con il suo sentirsi superiore agli altri segni. Si eleva, più alto dell’esclamazione, tronfio nel suo inarcarsi a formare un vortice elegante. E poi, il punto alla fine di una breve linea sinuosa. Ecco, ho deciso, sei un punto interrogativo.
Quella risposta, così perentoria, sicura ed eterna suonava come una sentenza e lo lasciò esterrefatto.
Continuavano a sorseggiare le ultime gocce di birra, guardandosi di sottecchi e lamentandosi per il troppo rumore che a volte li circondava, in quella specie di bolgia infernale che era diventato il Mac di via Appia, loro personale cafè letterario.
Per un po’ di giorni non si incontrarono al solito tavolo, del solito fast. Gli impegni, la vita quotidiana li portarono altrove, ma il sapore di quelle pietanze condivise, il gusto della birra fredda e schiumosa, consumate in silenzio o in brevi discorsi telegrafici, penetrandosi negli occhi, incrociando le loro gambe restava e impregnava il palato. L’odore era pungente, il sapore acre, l’agrodolce si era completamente mescolato alle essenze e alle salse salate. Tutto poi si era sciolto nell’acqua scura, nera del caffè preso con più lentezza, altrove.
Alice – Io lo prendo macchiato, forse riesco a vedere un po’ di bianco in queste giornate buie.forse la voglia di dedicare del tempo al nostro tempo che sta per scadere!
Benny – Forse stare al buio ogni tanto fa bene; basta poi riuscire a trovare il bianco della luce.
Alice – Forse, ma io preferisco avere sempre uno spiraglio da cui spiare il mondo e poi decidere se affacciarmi o meno.
Benny – Certo che sei complicata, ma più che complicata, complessa, vorticosa, ingarbugliata.
Alice – E chi non lo è! A volte gli occhi sembrano uscire dalle orbite per penetrare nella realtà. Divorarla, sentirsi parte di essa, possederla. Sentirsi empaticamente travolti da ciò che ci circonda: persone, situazioni, profumi e gesti; riesco a vivere momenti di assoluto smarrimento, in cui mi sembra di vivere in un mondo sbagliato o che comunque non è alla mia dimensione. Un altro spazio, un’altra realtà da percorrere. Magari arriverà un tempo in cui discorreremo del tempo, di quello cronologico, intendo. Di come in realtà esso non sia materiale, legato agli spazi, ai confini, all’ora.
Benny – Forse discorrere del tempo è inutile, il tempo va solo vissuto per quello che è: a volte intenso e veloce, altre lento, terribilmente infinito e ciclico.
Alice – Sì, ma non credi che se solo si riuscisse a far combaciare tutti i tempi che si vivono a-sincronicamente, si riuscirebbe a spezzare la linea temporale che ci vincola a viverne solo uno?
Benny – Il tempo, così come le altre dimensioni, deve potersi misurare; se così non fosse dovremmo riuscire a superarlo perché se non è misurabile vuol dire che non esiste. Io credo che la vita si regga sull’asincronia, su una sfasatura di tempi e luoghi che permettono al mondo di non implodere. È un po’ come l’equilibrio tra nascite e morti, tra matrimoni e divorzi. È l’esistenza stessa che si regge su asincronismi ed opposti.
Alice – Allora credi che se tutto coincidesse, anche solo per una volta sarebbe la fine di tutto?
Benny – O l’inizio. Chi può dirlo! Oggi sei particolarmente in vena con le tue speculazioni; sarà il caldo, la fine dei giochi, le vacanze che si avvicinano…
Alice – O forse la voglia di dedicare del tempo al nostro tempo che sta per scadere!
Benny – Come vedi per poter continuare a sopravvivere dobbiamo spezzare questo momento di sincronia. È tempo di andare, avremo tempo di continuare la nostra conversazione, in un altro momento.
Tutto tacque per molto tempo, un tempo interiore infinito e lento. E per entrambi bussò la felicità. Quella vera.
E per entrambi bussò la felicità. Quella vera.