Dignità Autonome di prostituzione reload
Perché noi di facciunsalto.it amiamo alla follia Dignità Autonome di prostituzione? Perché sappiamo che in quel gran carrozzone di arte, sudore e gioia può accadere di tutto. E se il motto di questo magazine è “Emozioni Quotidiane” vi racconterò tutto sì, ma partendo dal finale. Sulle note di New York, New York, una ragazza già ampiamente su di giri e accaldata per la pizzica appena ballata, si gira, in direzione del palco e vede il Papi, Luciano Melchionna (il regista e coautore del format) che la indica e dice: “Sali”. La ragazza con fare smarrito e alquanto sorpreso, si volta indietro per vedere se erano proprio a lei indirizzate quelle parole, non vorrebbe prendere una cantonata pazzesca.
Ma Papi la rassicura e dice: “Si tu, sali, presto”. Ed è un attimo. Che gli stivali neri della ragazza battono i tacchi sulle travi del proscenio del Teatro Bellini di Napoli e che per l’occasione si è trasformato in un bordello a luci rosse. Alla ragazza gira la testa ed è emozionata da morire. Quanta gente ha visto su quel palco, quante volte ha applaudito agli attori che si muovevano su di esso. Le luci sono forti e fa caldo, ma l’abbraccio di Luciano che le indica i passi vince su tutto e la trasforma in una Cenerentola moderna…più che altro una Liza Minnelli di periferia. Ma anche le favole più belle finiscono. Alla ragazza con i lucciconi negli occhi e il battito un po’ accelerato non resta che tornare a casa, dopo aver salutato tutti i dignitosi, sapendo di aver vissuto un’esperienza incredibile. Dignità Autonome è tutto questo, ma anche molto di più.
Giunto al suo ottavo anno di replica e già durante il suo secondo giorno di permanenza sold out…qualcosa vorrà significare no? Ed eccoci invece tornati alle ore 21. Orario in cui la ressa è massima. Tutti sono in trepida attesa che lo spettacolo abbia inizio. Dignità Autonome è tutto questo, ma anche molto di più.
Ma lei, l’Italia, se ne fotte e fa finta di niente, continua a ballare suonare e cantare. Ed è subito un pugno nello stomaco. Ma Dignità è così. Prendere o lasciare. C’è a chi piace e a chi no. E’ una montagna russa. Un attimo prima sei portato a riflettere, dopo cinque minuti sei triste e dopo altri cinque sei felice a ballare con gli sconosciuti. E’ un circo delle anime. Anime vagabonde che hanno un estremo bisogno della loro pillolina di piacere. Ma le pilloline costano care…bisogna pagarle. E per far ciò si useranno dei dollarini che vengono rilasciati al botteghino. Ogni prostituta ha un prezzo ed è con lei che bisogna contrattare. Le mie prescelte sono Lia, 1004 e la Ritrattista. Lia, già vista altre due volte in passato, mi conferma l’immensa bravura di Daniele Russo.
Conosco a memoria il suo viso, i suoi gesti e le battute, ma ne resto praticamente incantata ogni volta che lo guardo. All’inizio fa tanto ridere ma poi è capace di prendermi lo stomaco per chiuderlo forte nel suo pugno. E poi come cammina sui quei tacchi da venti… wow. Il 1004 è un ragazzino, sbarbatello, col ciuffo un po’ alla Morandi old style, Luigi Vuolo, che mi fa precipitare in un baratro profondo, facendomi venire i brividi per tutta la durata del suo monologo. Io, come la mamma che interpreta, ho una bambina di quattro anni. Nervi scoperti e ansia da morire. A darmi l’ultima pillolina è la Ritrattista, Irene Grasso. Magra ed esile come una corda di violino, fa un numero da grancassa. Tira fuori una voce incredibile e ci incolla sulla sedia uno ad uno.
I dollarini sono finiti ad attenderci c’è il gran finale. Quello scricciolo di Momo è toccante come sempre, Gnegno il solito imbranato e Wanda un tripudio di simpatia. Le musiciste una conferma. Com’è finita oramai lo sapete. Quello che non sapete è che quella ragazza, chiamata sul palco sono io. Avevo deciso di andare a vedere Dignità Autonome di prostituzione, non come addetto stampa, proprio perché l’arte deve essere pagata quando merita, il teatro ha bisogno di gente per non morire. Luciano e i dignitosi si meritano ogni centesimo. Ma da addetto stampa mi ritrovo comunque a scrivere il pezzo, forse il più coinvolgente della mia vita da invitata a teatro.
Fateci un salto che ne vale la pena…quasi quasi ne faccio anche io un altro prima che finiscano le repliche!
Dal 19 febbraio al 15 marzo “Dignità autonome di
prostituzione”, uno spettacolo di Luciano Melchionna, dal format di
Betta Cianchini e Luciano Melchionna, lo spettacolo che trasforma il
Teatro Bellini nella Casa chiusa dell’arte.
Posto unico: 23.00€,
Ridotto under 29: 17.00€.
Promozione gruppi (minimo 20 persone) 15.00€, per info: promozione@teatrobellini.it
Acquista il biglietto al botteghino del Teatro Bellini, oppure online:
http://www.teatrobellini.it/…/dignita-autonome-di-prostituz…
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Teatro Bellini di Napoli:
Via Conte di Ruvo, 14
Orari botteghino:
• dal Lun al Sab h.10:30-13:30 e 16:00-19:00
• Dom h.10,30-13,00
Tel. 081.5499688
Email:botteghino@teatrobellini.it
www.teatrobellini.it