Nessuna replica alle bugie
Una notiziola è comparsa nei giorni scorsi. Poco trattata sui giornali e accennata, lontana dalle prime fila, sulle televisioni. L’Italia è caduta di 24 posizioni precipitando al 73esimo posto nella classifica di Report International che tutti gli anni redige l’elenco sulla libertà di stampa nel mondo.
Ben 24 posizioni verso il basso in un anno solo sono un bel record. Le ragioni che sono alla base del “declassamento” sono le minacce e i danni subiti dai giornalisti e l’incremento vistoso delle cause ingiustificate per diffamazione. Qui il dibattito si può infarcire di ogni argomento. E lo sarà anche di più se e quando sarà approvata la nuova legge sulla diffamazione che, evitando il carcere ai giornalisti, stringe il cappio intorno alle proprietà affinché influiscano sulla libertà dei loro giornalisti, e pone dei limiti alla libertà obbligando i mezzi di informazione a pubblicare per interno la replica degli interessati senza poter a loro volta replicare.
l’avere mentito o detto la verità diventa ininfluente
L’attività giornalistica è fastidiosa per chi detiene il potere, così come ci sono pessimi giornalisti che non fanno onore alla categoria. Ma la qualità della stampa, prima degli uomini, la fa la libertà di esprimersi. I problemi legati alla libertà non si risolvono mai riducendola, semmai aumentandola. Al di là delle chiacchiere.