Care ragazze, guardate Joni…
Care ragazze
eterne ragazze,
mai state ragazze
ragazzine naso all’insù
ragazze che non ci siete più
ragazze all’anagrafe
ragazze sbarazzine
ragazzacce
ragazzette
occhi di ragazza
donne che fanno ragazzate
ragazze che fanno le donne
sì, insomma, voi, noi.
Donne.
Mi rivolgo a voi tutte, oggi. Per me siete e sarete sempre ragazze, anche le anziane. C’è una gioventù dentro ognuna di noi, più o meno celata. E’ una gioventù di figli, di idee, inquietudini, ricordi, passioni, trasgressioni, diversità. Una gioventù mai vissuta che chiede riscatto, che vuole uscire e riprendersi il tempo perduto.
E’ una ragazzina, vero, quella che da qualche parte risiede in noi, e non crescerà mai.
Parlo a quella, mettetela in ascolto.
Stanno per arrivare i giorni in cui la società si sente in dovere di onorarci. Ma io no, non voglio scrivervi per quelle giornate di rito, in cui tutti sembrano improvvisamente accorgersi di voi. Voglio scrivervi ora, oggi, qui. Chiedervi: come vi sentite? Cos’è il vostro piccolo o grande desiderio, adesso? Cosa vorreste che succedesse, oggi, inaspettatamente? Cosa vi sorprende ancora? Cosa vedete davanti a voi, che nessuno è capace di riconoscere nella luce dei vostri occhi?
Avete bisogno di una rosa rossa imprigionata nel cellophane di un fioraio?
Avete bisogno di una rosa rossa imprigionata nel cellophane di un fioraio? Di qualcuno che vi compri un gioiello, scelto forse dalla commessa di un negozio, tranne poi lamentarsi che è costato caro? Avete bisogno proprio quel giorno di un invito a cena; quello che aspettavate e non viene mai spontaneo in un giorno qualsiasi, motivato solo dal piacere di stare con voi, con quella ragazzina che nascondete nelle sembianze di una convivente? Avete bisogno di una biancheria sexy scelta da qualcuno secondo fantasie che non vi appartengono? Volete dei cioccolatini a forma di cuore che appena mangiati, andranno ad accrescere il senso di colpa per non aver contato le calorie? Volete quattro spaccalegna nudi che vi mostrino sgraziatamente centimetri vari di muscolo? Volete una star di hollywood che non vi ha mai visto né conosciuto a leggere per voi una frase dei baci perugina? Desiderate un portachiavi d’argento con ciondoli, un buono per il wellness? Vi accontentate di questo, ragazze mie?
Io non ci credo. Nessuna di voi, realmente, in fondo al proprio cuore, si sente felice con così poco. Perché tutto quello che offrono per onorarci, è molto poco. Non saranno mai abbastanza i danari spesi per noi da far sì che tutti questi omaggi non restino, diciamolo, economici, di poco conto.
Ve lo dice Ziggy. Una rock con poche stars. Non perché sia invecchiata. La mia Ziggy è un’eterna ragazza. Ma perché ha passato il tempo più a cercare di essere una roccia, che a lucidare le sue stelle. Non è in fondo così per tutte noi? Non ci chiedono entrambe le cose contemporaneamente, in modo insistente, convinto? Non ci calpestano di continuo con il modello della donna forte e bella, la roccia, che sembra una stella?
Non ci calpestano di continuo con il modello della donna forte e bella, la roccia, che sembra una stella?
Che importa se noi poi siamo lì schizzate a cercare di starci dentro, al modello. Ci dicono tutto, tutto cosa dobbiamo fare per somigliarle a quella donna-manichino che vorremmo strangolare, e che invece ci perseguita. Ci dicono come dobbiamo comportarci in tutto. Con i figli, coi compagni, con gli abiti, con la dieta. Naturalmente la dieta.
Va fatta solo quando non limita la vena godereccia di chi ci accompagna. La dieta. Non bisogna mangiare i carboidrati, ma le proteine, non i latticini che contengono zuccheri e non le carni perché sono cancerogene e oltretutto scorrette verso il mondo animale; meglio proteine vegetali, ma non la soia perché causa il disboscamento della foresta amazzonica, tanto vale mangiare lenticchie e fagioli, che però contengono troppa cellulosa, meglio mangiare i brodini proteici proposti dal dietologo, che però costano un mutuo, meglio non farlo sapere a chi porta lo stipendio più grande a casa (quasi mai ahimè siete voi), che altrimenti si sente in dovere di dire che siamo delle irresponsabili disposte a togliere risorse importanti alla famiglia per la nostra vanità. La vanità che poi ci impongono di avere quando ci vedono trascurate, o solo al naturale, disinteressate al glamour del momento. Allora siamo forse depresse? Vedi, non siamo mai contente. Non ci basta mai.
Eppure, qualcuno si fa sicuramente in quattro per accondiscendere a tutto quello che pretendiamo (siamo noi, a pretenderlo?). Siamo davvero noi, che vogliamo entrare in una taglia trentotto anche superato il quarantacinquesimo anno di età? Possibilmente in un capo firmato da qualche arguta stilista che tiene in così poco conto il fatto che noi, coi bei pantaloncini sbrilluccicanti e attillati di satin finissimo addosso, dobbiamo correre tutto il giorno tra mille impegni, senza neppure poter tirare un respiro di sollievo a fine giornata per evitare che il capo suddetto si schianti. Con quello che è costato!
forse è molto più comodo il nostro jeans deformato, quello con cui amiamo passeggiare sul mare, quello che sta tanto bene con il maglione che era di papà, morbido di ricordi
E basta darsi arie da rocce, o da stelle!
Sai cosa credo che vorremmo in regalo? Che nessuno ci chiedesse come mai siamo così. Distratte, stanche. Lo siamo, e vogliamo riposarci. Forse desideriamo solo sentire una musica, e magari farci scendere qualche lacrima senza che nessuno ci chieda come mai scende quella lacrima, senza nessuno che lo trovi strano, o sconveniente.
Forse vorremmo qualcuno che ci lascia avere lo sguardo perso nel vuoto, in qualche sogno o ricordo, senza chiederci se non abbiamo più niente da fare, se ci possiamo davvero permettere di stare lì sedute a guardare nel vuoto. A guardare cose che sono vere solo per noi.
Forse vorremmo qualcuno che ci regala un giorno da trascorrere con la nostra fantasia, con la nostra idea personale dello scorrere del tempo. Un giorno in cui nessuno ci chiede di essere forti, efficienti, eleganti, arrapanti e materne contemporaneamente. Un giorno che mangiamo e ridiamo perché lo vogliamo noi, cosa vogliamo noi, perché ci piace. Un giorno dove sogniamo insieme a qualcuno che si mette sulla nostra lunghezza d’onda, magari sulle note di una vecchia canzone. E per una volta, la sta davvero ad ascoltare, con noi. E non ci chiede come mai ci piacciono le cose noiose e sentimentali, se sono quelle che ci piacciono.
Ma ancora di più, vorremmo una rivoluzione. Improvvisa, che avvenga magari di notte, mentre dormiamo, e così alla mattina dopo, possiamo svegliarci in un mondo diverso.
Un mondo dove non subiamo tutti i giorni una società tagliata a misura di maschio. Dove guadagniamo meno per la stessa posizione, dove se uno guida male in auto sarà una donna, dove se non mettiamo avanti i doveri familiari siamo snaturate, e se esprimiamo i nostri desideri corporei siamo puttane. Un mondo dove dobbiamo essere rocce, e stelle, brillando il giusto, per non offuscare nessuno. E dove dobbiamo crollare in silenzio, se crolliamo, per non spiazzare chi si appoggia a noi.
Un mondo dove dobbiamo nascondere la nostra eterna ragazza dietro a un’assennata madre di famiglia, una lavoratrice strenua, una bellissima frequentatrice di palestre, massaggi e centri dimagrimento che facciano sì che della ragazza che sentiamo dentro abbiamo forse il corpo, ma non le emozioni.
Basta.
Vorrei vedere la vostra ragazza gioire, cantare, uscire per la strada. Piangere, ridere, col suo più vecchio jeans, le sue scarpe da tennis, il maglione comodo che era di papà, una borsa piena di ottimismo e sorrisi. Libera, e vera.
Care ragazze, vi aspetto. La vostra Ziggy.
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=zIYu4EHq0Lo]
P.S. Se proprio dovete prendere a modello una rockstar, perché non scegliete lei?
Joni Mitchell, as an young woman, and now, 70 years old.