La corazzata Potëmkin è una cagata pazzesca
Spesso dopo aver visto un film rimango confusa: mi rendo conto di avere due opinioni opposte su ciò che ho appena guardato.
Alla domanda “Ti è piaciuto?” potrei rispondere Sì – No – Così così, a seconda dell’inquadratura a cui sto pensando, del mio stato d’animo, della mia sensibilità nell’istante in cui mi viene posta la domanda e ultimo, ma non per importanza, dal background che ho di quel film.
Ebbene sì, è triste ammetterlo ma la verità è che se prima di vedere un film siamo venuti a contatto con qualche tipo di recensione o commento, vediamo il film con occhi diversi.
La corazzata Potëmkin (1925): capolavoro o noia mortale?
Ho conosciuto La corazzata Potëmkin con Fantozzi. È stato il mio primo contatto col film di Ėjzenštejn.
Tanti anni fa, quando ero piccola, mandarono in tv in film Il secondo tragico Fantozzi in cui il famosissimo e goffissimo eroe insieme ai suoi colleghi era costretto a vedere e rivedere in un cineforum aziendale La corazzata Kotiomkin ( il titolo per copyright non poteva essere lo stesso, e le scene che si vedono nel film sono state girate appositamente per Fantozzi) in seguito alla decisione di un direttore dell’azienda, fanatico del cinema di un certo livello culturale. Esasperato dall’ennesima forzata proiezione, Fantozzi reagirà con il famosissimo urlo: “Per me… La corazzata Kotiomkin… è una cagata pazzesca!” Per poi ritrovarsi condannato ad interpretare in eterno il neonato nella carrozzina della più conosciuta scena del film.
Ricordo che Fantozzi riuscì a strapparmi non poche risate, nonostante non conoscessi La corazzata Potëmkin e quindi non avessi colto interamente l’ironia. La corazzata Potëmkin è un film del 1925 del regista sovietico Sergej Michajlovič Ėjzenštejn. [Eijsenshtein aisenshtain eishenatsis aienshsicj, nemmeno lo sai pronunciare. E neanche loro, che ti pensi.]
Poco tempo fa ho avuto il mio secondo incontro con il film, preparando un esame universitario. Ėjzenštejn era dappertutto, non c ‘era una pagina del manuale che non lo nominasse. Critico e regista intoccabile della storia del cinema.
Sono arrivata a guardare La corazzata Potëmkin con questi due background. Sarà che la critica fantozziana ha il suo perché, sarà che il parere degli esperti di cinema di oggi incute timore, ma la mia opinione è rimasta un po’ divisa in due [Due? Non c’è un due, ce n’è una sola, La corazzata Potëmkin è una…]
Sssh.
La corazzata Potëmkin è un film del 1925 del regista sovietico Sergej Michajlovič Ėjzenštejn. [Eijsenshtein aisenshtain eishenatsis aienshsicj, nemmeno lo sai pronunciare. E neanche loro, che ti pensi.]
Ambientato nel 1905, narra la storia dei membri dell’equipaggio di una nave russa che dà il titolo al film, i quali si ribellano alle pessime condizioni imposte dai generali e decidono di unirsi all’ ormai fervente movimento rivoluzionario.
[Mi ero bloccata a 1905, già mi puzza di vecchio e marcio.]
I marinai dormono ammucchiati come bachi da seta, si ritrovano la carne piena di vermi (o larve) e, mal nutriti, sono costretti a lavare piatti decorati con la scritta “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”.
[La qualità del film era talmente bassa che fossi stata io la carne me la sarei mangiata senza vederli, i vermi.]
I membri dell’equipaggio si ribellano, scatta il caos, il montaggio si fa frenetico.
[Montaggio frenetico? A un certo punto non si capiva più niente!]
Dopo la tragica morte del marinaio che aveva aizzato la sommossa, si fa spazio la scena più tragica dell’intero film, quella della scalinata di Odessa.
[Odessa è una città dell’Ucraina, non lo sapevi tu e scommetto che ci sono tante altre persone che non lo sanno]
I cosacchi dello zar marciano imperterriti contro la folla scendendo le scale con i fucili puntati. Cominciano a sparare e il popolo indifeso viene decimato nel giro di pochi minuti. Un bambino viene ammazzato proprio mentre scappa con la madre, la quale dopo essersi resa conto dell’accaduto lo prende disperata tra le braccia, uno sguardo agghiacciante, chiede pietà per trovare in risposta la morte.
[Beh, qui ho poco da dire, effettivamente mi stavo commuovendo anche io.]
Tempo fa riflettevo su come si fa a rappresentare la morte di un bambino. Ėjzenštejn lo ha fatto ben 90 anni fa senza filtri, senza censure. L’episodio è mostrato in tutta la sua violenza, persino ripetuta (le persone che calpestano il povero bambino). Il massacro continua fino alla famose scena della carrozzina. Una madre viene colpita da un colpo di fucile e nel cadere inevitabilmente spinge la carrozzina di suo figlio, il quale precipita giù verso una fine fin troppo ovvia.
[Comunque ‘sta scena della carrozzina mi sa che l’hanno copiata in tanti altri film…]
La corazzata Potëmkin è una tragedia in cinque atti, una –
[Basta!Ora parlo io! La corazzata Potëmkin dura 75 minuti ma sembra che ne duri 200. Si vede malissimo, qualità pessima, è lento, spesso il baccano è tanto che non si capisce nulla, si salvano giusto un paio di scene, che però se ci pensi hanno giocato facile, perché la morte di un bimbo fa piangere tutti -]
Sai cosa vuol dire vedere tuo figlio ancora piccolo e innocente fucilato senza un motivo?
[ – Sì, è tragico, è brutto, è ingiusto, ma per il resto ci sono ‘sti marinai, che se permetti non è che me ne freghi-]
La corazzata Potëmkin è una delle testimonianze più –
[– Un film così noioso non lo giustifica niente! Una specie di volantino comunista ridondante, che noia!]
Ma-
[No! Fantozzi avrà ora la sua vendetta: La corazzata Potëmkin è una cagata pazzesca!]
E voi cosa ne pensate? Vi è mai capitato di avere due opinioni diverse su uno stesso film? Pensate sia in qualche modo normale o mi devo preoccupare?
In fondo penso sia tutta una questione di punti di vista e che giustificando un’opinione, seguendo sempre un buon ragionamento, si possa arrivare a più conclusioni.
Intanto vi lascio la scena di Fantozzi (per vederla intera cliccare qui e qui) e il film di Ėjzenštejn. Buona visione!
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=grJNVDs2_70] [youtube http://www.youtube.com/watch?v=zVdNmmHyf10]