L’avara di Moliere si racconta ai bambini
Ho sempre guardato con un pizzico di diffidenza le riduzioni, teatrali, cinematografiche, letterarie che siano. E’ proprio il termine riduzione che guardo con un certo astio, rendendogli colpa del fatto che a mio avviso le opere dell’intelletto non possono essere ridotte.
Un lavoro da fine cesellatore del regista Rosario Sparno – nei panni del servo Freccia innamorato di Elisa, la cui bellezza è degnamente interpretata da Giorgia Coco
E perciò la si riduce, la si semplifica a nostro favore, affinché se non c’è dato di conoscerne il gusto, almeno ne possiamo apprezzare l’odore. Ma l’odore, a mio riguardo, non è che fumo, mentre l’arrosto resta altrove, nell’opera prima, originale, immutata. Che aspetta d’essere letta, guardata, ascoltata. Per intero. Altrimenti non vale.
Ecco, dopo aver visto l’altrieri, nella suggestiva Sala Blu del Teatro Mercadante di Napoli, l’adattamento a favor di bambino dell’Avaro di Moliere, ad opera della Compagnia Le Nuvole, dovrò davvero ricredermi.
Perché bisogna dar atto alla regia d’aver saputo rendere edibile a un pubblico di bambini una commedia alta e profonda, classico tra gli intramontabili, avendo avuto l’accortezza di non produrre ritocchi nel testo, rimasto intonso, ma solo operando riduzioni a corollario, osando invertire l’avaro Arpagone in una talentuosissima avara interpretata da Nunzia Schiano, e salvaguardando l’itinerario logico dell’opera.
Un lavoro da fine cesellatore del regista Rosario Sparno – nei panni peraltro del servo Freccia, segretamente innamorato di Elisa, la cui bellezza è degnamente interpretata da Giorgia Coco – che restituisce a nuova vita un’opera complessa, semplificandone gli aspetti meno commestibili per le menti dei bambini, che si aprono incantate al meraviglioso e immaginifico mondo del teatro potendo godere d’un classico senza esserne da esso costipate.