La Fiat 500 X a casa di Giacinto Gigante
Seduto sul muretto del giardino ti guardo negli occhi. Sei simpatica, paffutella, somigli a tua nonna. Certo sei più grossa, importante, evidente, hai anche un non so che di aggressivo. Non è un caso che ti abbiano battezzata 500 X. Sto decidendo dove portarti. Sei appena nata, non conosci nulla del mondo. Non mi pare giusto strapazzarti come farebbero in tanti. Come quelli che si buttano bulimicamente sul nuovo giocattolo, fino a romperlo per poi passare al successivo. Certo vista così un pò ad un giocattolone gli somigli. Non mi meraviglierei se mentre ti studio, ti osservo, scendesse dall’alto una mano gigante per spingerti avanti e indietro. Saresti la gioia di ogni bambino, ma io sarei un lillipuziano, quindi meglio di no. Ci sto bene nel mio quasi metro e ottanta!
Di te si parla molto. Dicono che sei tutta italiana. Progettata in Italia, assemblata qui, disegnata da ingegneri nostrani. Un bell’oggetto da esportare in tutto il mondo, testimonial di un Made in Italy che ha ancora il suo perché.
Allora, visto che rappresenterai il nostro Paese ovunque, mi è venuto in mente dove portarti. Ti faccio conoscere un posto dove un italiano ha creato capolavori, dove trovava pace e ispirazione, ti porto a conoscere il buen retiro di Giacinto Gigante.
Hai grandi ambizioni, vuoi diventare una signora… macchina, quindi meglio abituarsi subito ai grossi nomi. Ti faccio vedere dove viveva il grande pittore della Scuola di Posillipo quando veniva da queste parti. Prenderemo una stradina di campagna, sterrata, ripida e non certo liscia come un tavolo da biliardo, ma so che non avrai paura, dopotutto sei una trazione integrale, cosa vuoi che sia un sentiero in discesa. Prometto, non ti tratterò male, non proverò a portarti ai limiti, li conosco già. Sei una buona signorina di famiglia con un certo piglio per gli sport, ma sempre con stile, senza eccessi.
Premo sul freno e spingo start. Me lo ricorda anche il display del cruscotto. In un nanosecondo il tuo cuore va in moto. Seleziono l’assetto integrale con la manopola sul tunnel centrale, leva del cambio in drive, sblocco il tasto del freno a mano elettronico e sollevo il piede dal pedale. Inizi a muoverti sorniona e massiccia, complice la generosa coppia del tuo motore da 2000 cc. Come prevedevo, la discesa non ti spaventa, il rumore che emetti è simile alle fusa di un gatto contento. Nonostante il tuo cambio automatico a nove marce, hai un discreto freno motore. Devo solo correggere con qualche toccatina sul pedale quando mi accorgo che vorresti andare a briglie sciolte. Sei carina, persino dolce, ma tu rimani una macchina ed io l’umano che guida, per cui in fondo comando io!
Ecco, siamo arrivati. Quella casa diroccata alla nostra sinistra ospitava Giacinto Gigante. Un tempo, su questa costa in discesa esisteva un vero giardino, ormai distrutto al pari della casa, vittime entrambi dell’incuria umana, dell’ignoranza, del rigetto delle proprie identità, lungo la corsa spasmodica per un non bene identificato concetto di progresso. Sai bene a cosa mi riferisco, tu hai un’antenata di lignaggio e il tuo bravo disegnatore non l’ha dimenticato. Provieni dritta dritta dalla Fiat 500 del ’57.
Hai visto il lago, il mare, qualche vite sopravvissuta, sassi e piante selvatiche, ma è tempo di andare via. Voglio vedere cosa sai fare in strada. L’arrampicata non ti affatica, procedi davvero come un mulo
Hai visto il lago, il mare, qualche vite sopravvissuta, sassi e piante selvatiche, ma è tempo di andare via. Voglio vedere cosa sai fare in strada. L’arrampicata non ti affatica, procedi davvero come un mulo. La generosa gommatura e la trazione integrale on demand ci incollano al sentiero come un mastice formidabile. Eccoci sull’asfalto, un pò di curve e poi andremo in autostrada. Stavolta andrai con settaggio in Sport. In modalità Auto sei splendida in città, allunghi le marce, diventi leggera, sei rispettosa dell’ambiente con il tuo dispositivo start&stop che ammutolisce il motore ad ogni sosta, ma per i miei gusti diventi troppo pigra, quindi vediamo cosa accade se ti chiedo di tirare fuori le unghie.
Autostrada imboccata. Modalità Sport. Lo sterzo si indurisce, sento l’acceleratore più reattivo, sembri cambiare pelle. Sul display, come per magia, compare lo schemino che mi indicherà anche i valori di accelerazione laterale, insomma mi metterà in guardia sull’eventuale perdita di aderenza degli pneumatici. Ma cosa sei, una formula uno? E sia, schiaccio fino in fondo. Balzi in avanti come una furia, sento le marce sparare sempre più in alto, conto i colpi, ben nove. Le fusa da gatto contento lasciano il posto al ruggito di un giaguaro. Pochi secondi e sono un fuorilegge. Ho superato ogni limite del Codice Stradale, meglio tornare ad andature più modeste. Frenata superba, progressiva, senza nessun errore. Ti metto alla prova, supero la linea di corsia senza azionare la freccia, rispondi con uno scappellotto sul volante nel tentavo di riportarmi sulla traiettoria precedente. Sei zeppa di diavolerie elettroniche, tutte utili ma non tutte intuitive da inserire o disinserire. Con questo caratterino mi sarebbe piaciuto molto che avessi il doppio tubo di scappamento. Vabbè, peccatuccio di gioventù. Compensi alla grande con un sedile contenitivo il giusto e tutti i comandi raccolti intorno al pilota. Splendido il volante piatto sulla parte bassa. Fa tanto auto da competizione. Il tempo sta scadendo e devo riportarti indietro. Cara Fiat 500 X, mi sei piaciuta tanto. Spero ci si riveda presto. Non ho potuto fare un calcolo dei consumi, stavolta ha offerto la casa!
L’auto in prova è stata gentilmente fornita da Motor Village, Corso Meridionale, Napoli
Il modello esaminato è: Fiat 500X Cross Open Edition, 2000 cc turbodiesel, 4wd, cambio automatico.