L’imbarazzo dell’anzianità e l’oscuro Black Burger
La citazione:
dal racconto “Daisy” di J.C.Oates, reperibile nella raccolta “Notturno” :
Perché ho scelto questa citazione? Per lasciare ai lettori il suggerimento velato e delicato della negazione di un evidente invecchiamento del corpo, appesantimento involontario delle membra che mal si accorda con una mente fin troppo consapevole.
Un padre, il suo rapporto con la figlia schizofrenica. Storia liberamente ispirata a quella di James Joyce
La frase di questo racconto mi ha suggerito tutto questo ed era gradevole, come sempre, condividerlo. Così come ho piacere nel condividere le mie prodezze culinarie, nellafattispecie, questa volta, la ricetta che segue
La ricetta:
Black Burger
Ingredienti
– Medaglione al carbone vegetale
– Macinato di manzo
– Zucchero, pepe, sale
– Cheddar giallo
– Barbabietole rosse già cotte
– Patate lesse (e qualche patatina fritta da sacchetto, per decorare)
– Aglio, cumino
– Ketchup, mayonese, BBQ sauce
E’ la storia di un normale burger, ma anche no. Il Black Burger è nero e ben si sposa con il viola delle barbabietole, che ho ridotto in crema frullandole con le patate, l’aglio e il cumino. E poi c’è il cheddar cheese, quello vero, che in Italia si reperisce difficilmente – io infatti l’ho comprato nel più internazionale Libano.
C’è l’hamburger di carne che ho cotto spolverandolo in superficie con dello zucchero affinché assumesse un sapore più caramellato ed intrigante. C’è l’aroma della salsa BBQ. Lo si guarda e si pensa una cosa soltanto: succulento.C’è l’hamburger di carne. C’è l’aroma della salsa BBQ. Lo si guarda e si pensa una cosa soltanto: succulento
Allora si supera anche la soggezione che incute quel pane nero e si divora tutto così com’è. Un panino compatto, poco gourmet nonostante il pane non sia certo roba da tutti i giorni. Non nascondo che questo era soltanto un primo tentativo a cui seguiranno vere e proprie sperimentazioni con il pane al carbone vegetale.
Bisogna partire dall’assaggio basilare, sempre. Come quando si testa una nuova pizzeria: è d’obbligo assaggiare anzitutto la Margherita, per saggiare il grado di cottura della mozzarella, la quantità di salsa di pomodoro, la secchezza o la fragranza dell’impasto. Dopodiché, si possono assaggiare tutte le varianti: di pizza come anche di hamburger. Ecco perché già ho in mente le variazioni sul tema che tenterò in un futuro abbastanza prossimo.
Fino a raggiungere l’apice: il Rainbow Burger. Acqua in bocca e stay tuned….