Dieci anni in un momento
Che strano rivedervi ragazzi. Pensate, sono passati più di dieci anni dal nostro ultimo incontro. La scuola superiore grazie a voi è stata divertente davvero. Ne abbiamo fatte di cazzate. Alcune di queste sono rimaste cristallizzate nelle fotografie di quei giorni, altre semplicemente nei cassetti della nostra memoria.
Eppure oggi dobbiamo rivederci inaspettatamente, sul pianerottolo di casa di uno di noi, il mio migliore amico di quegli anni, perché il suo papà se n’è andato troppo presto. Niente e nessuno potrà colmare questo vuoto, neanche noi, che riusciamo a strappargli un sorriso anche in un momento così triste.
Certo, quando ci ha visti arrivare, che espressione che ha fatto. Sarà stato strano vederci salire le scale uno dietro l’altro per andare ad abbracciarlo e sussurrargli un “Fatti forza” che in queste circostanze suona sempre come una delle frasi più inutili da dirsi. L’importante però è essere qui, intorno a lui, stretti da quell’affetto che c’era dieci anni fa e che ancora oggi non svanisce.
Chi con le foto dei figli da mostrare con orgoglio e chi con matrimoni da annunciare; chi sta cercando ancora un futuro migliore, e chi l’anima gemella da amare.
Guardarci e avere la voglia di raccontare che cosa stiamo costruendo nelle nostre vite. Tutto questo è sintomo dell’amicizia che il tempo, inarrestabile, non è riuscito a cancellare. Certo, ci siamo persi dietro i nostri percorsi, egoisti come solo in adolescenza si sa essere. La cosa importante però è che c’è stato un sincero piacere nel rivedersi.
Ognuno con le proprie storie. Chi con le foto dei figli da mostrare con orgoglio e chi con matrimoni da annunciare; chi sta cercando ancora un futuro migliore, e chi l’anima gemella da amare. Siamo cresciuti tutti. Sembra passata un’eternità da quei giorni spensierati trascorsi nei corridoi della ragioneria. Sì, perché nei corridoi passavamo la maggioranza del nostro tempo! Ad accendere le sigarette dell’evasione, quelle che col loro fumo grigio nascondevano l’ora di economia aziendale.
L’affetto non si cancella. Abbiamo condiviso uno dei tratti più importanti della nostra vita. Ora siamo cambiati, siamo cresciuti, siamo diventati grandi. Non si gioca più. O per lo meno, non lo si può fare tutto il tempo, come invece accadeva allora. Proprio questa triste circostanza ci costringe a guardarci in faccia più seriamente, consapevoli del tempo che passa.
Solitamente io, negli articoli che scrivo, inserisco a un certo punto un’opera d’arte collegata alle emozioni che provo. In questo caso sono troppe e tutte insieme non possono essere rinchiuse in una tela o in una statua. La sola cosa che posso esprimere è che la vita, quella di tutti noi, è la più complicata e interessante opera d’arte che io possa raccontare. Nessun critico potrebbe coglierne il senso più profondo, proprio perché è intimamente nostra. La stiamo dipingendo, modellando, plasmando, giorno dopo giorno, con le nostre mani. E sarà unica.
Il mio augurio è che possiate essere artisti delle vostre vite, con quel pizzico di follia che non deve mai mancare. Spero per voi che i momenti brutti passino in fretta, seppur lasciando segni profondi sui volti, e facciano spazio alle splendide sorprese che il futuro vi riserverà.
Vi voglio bene.