L’amico ritrovato, per non dimenticare
Il 27 gennaio è il giorno della memoria. Migliaia di filmati imperversano sul web e in tv. I più fanno finta di non vedere o sono distratti, altri cercano di distogliere lo sguardo. Poi c’è un gruppo nutrito di persone che vuole ricordare. Non vuole e non può dimenticare. Basta vedere i binari, pigiami a strisce, capelli rasati, diritti calpestati e vite bruciate nel vento per avere la pelle d’oca su tutto il corpo. Come può la mente umana arrivare a partorire tanto male. Cambiano i mezzi, cambiano i nomi, ma la storia si ripete. Sembra che non si impari mai dal passato. Ieri in occasione di questo triste anniversario, ho scelto di ricordare. Sul palcoscenico del teatro “Il Pozzo e il Pendolo” ci sono Paolo Cresta e Giacinto Piracci con “L’amico ritrovato“. Voce e sound. Sudore e lacrime. Sangue e bile. I brividi sulla pelle per più di un’ora. Sapevo che non sarei rimasta delusa.
<strong>da allora in poi la mia vita non sarebbe più stata triste e vuota</strong>
<strong>Piccolo Yid – vogliamo dirti addio / che tu raggiunga all’inferno i senzadio / Piccolo Yid – ma dove te ne andrai? / Nel paese da cui non si torna giammai? / Piccolo Yid – non farti più vedere / se vuoi crepare con le ossa intere</strong>.
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