Quale fantascienza senza effetti speciali?
Considerato il primo film di fantascienza, Viaggio nella Luna è un film del 1902 diretto da Georges Méliès, basato su Dalla Terra alla Luna di Jules Verne.
Durante un incontro di astronomi, un dotto professore annuncia di voler intraprendere una spedizione sulla Luna. Sei compagni lo affiancheranno nel viaggio, che riserverà numerose sorprese.
Certo, chi per fantascienza ha in mente Matrix o Total recall resterà un po’ perplesso. Perché al genere molti di noi associano inevitabilmente due parole: effetti speciali.
Se un regista sceglie di parlare di qualcosa di “fanta-” è molto probabile che il supporto di qualche trucco scenico possa risultare utile.
Ma quali effetti speciali si potevano usare nel lontano, o meglio lontanissimo, 1902?
Viaggio nella Luna sarà anche un piccolo film di 15 minuti, ma dal momento che racconta, come suggerisce il titolo, la dipartita alla volta dello spazio, qualche trucco, seppure rudimentale, dovrà pur essere utilizzato, no?
Vedendo questo cortometraggio si nota immediatamente una forte atmosfera teatrale. Sembra di essere davanti a un palcoscenico, e non solo per via delle scene a inquadratura fissa. La scenografia dipinta a mano altro non è che l’antenato degli effetti speciali, mediante la tecnica del trompe l’oeil.
Eppure il trucco più curioso e conosciuto, già presente in questo film così longevo è un altro: il montaggio.
Georges Méliès fu fra i primi a scoprirne le potenzialità.
Raccontò lui stesso che un giorno, mentre girava immagini a Place de L’Opéra, la sua macchina da presa si interruppe, per poi ripristinarsi poco dopo.
In seguito Méliès si ritrovò tra le mani una scena in cui in un primo momento si vedeva una carrozza e poi – puff! – l’oggetto ripreso si trasformava in un carro funebre.
Ecco il trucco dell’arresto e della sostituzione, utilizzato nel film per far scomparire le persone.
Si interrompeva la ripresa, si sostituiva l’oggetto e il gioco era fatto.
Oggi l’industria cinematografica ha tanti mezzi a disposizione, ma come si faceva più di cent’ anni fa?
Ci si arrangiava. Un po’ come i bambini quando giocano con i pupazzi. Si cerca di risultare verosimili con il materiale a disposizione. E il resto? Si lascia alla fantasia dello spettatore, che più si abitua alla fruizione di immagini ed effetti speciali più diventa esigente, fino a confondersi tra i confini della (ir)realtà.
Viaggio nella Luna è un film in bianco e nero, ma si può trovare anche a colori in quanto venne proposta anche una versione dipinta a mano.
Ve le lascio entrambe.
A voi il piacere di notare la buffa artificialità delle pellicole colorate manualmente, ma anche le sensazioni diverse che nascono quando si osserva una stessa immagine a colori o in bianco e nero. Buona visione!
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