E neve fu … davvero!
Come qualcuno di voi già saprà, sono napoletana. E Napoli è da sempre considerata la città del sole, accarezzata dai suoi raggi caldi quasi tutti i giorni dell’anno. Ebbene, stamattina, come a ogni mio risveglio, ho aperto la finestra della mia stanza e, con mio grandissimo stupore, ho trovato le strade, i tetti, le auto, completamente ricoperti da un sottile strato di neve. Una sensazione decisamente particolare. Ero emozionata come una bambina, per la prima volta al cospetto di tanto biancore tipicamente natalizio.
Come la mia Napoli, anche altre città del Sud Italia, che non provano spesso una simile meraviglia per gli occhi e per l’anima, hanno potuto gioire di questa bellezza. Certamente chi di voi vive al Nord, penserà: “Capirai, e che sarà mai un po’ di neve che ai primi raggi di sole si scioglie?”. Per noi invece, abituati a trascorrere anche il Natale con un semplice giubbino lievemente imbottito, è stato sorprendente.
È stato come ritrovarci immersi nel quadro di Pieter Brueghel il Vecchio, intitolato Paesaggio invernale con pattinatori e trappola per uccelli del 1565 (olio su tavola 37×55,5 cm. Bruxelles, Museé des Beaux-arts). Una nebbiosa atmosfera dalle tonalità giallastre avvolge la descrizione di uno scorcio di vita quotidiana durante una fredda giornata invernale in un piccolo villaggio. Al centro della scena sono ritratti gli abitanti del paese intenti a divertirsi sulla distesa ghiacciata. A differenza di altre opere dell’artista fiammingo, qui Brueghel non dirige l’attenzione dello spettatore su una qualche attività umana particolare, ma conferisce agli abitanti del villaggio lo stesso risalto che riserva per la scena posta sulla destra del quadro, in cui un gruppo di uccelli è attratto da una trappola molto rudimentale. Alcuni critici hanno scorto in questo accostamento un’allusione moraleggiante: la minaccia che incombe sugli ignari uccelletti (la trappola, zona di destra) e il pericolo che grava sugli altrettanto sprovveduti giovani pattinatori (zona di sinistra), costituito, oltre che dal rischio del ghiaccio, dai costanti pericoli nella semplice quotidianità. Del resto, tutte le cose, anche le più belle, possono celare lati negativi.
Brueghel in quest’opera lascia molto spazio al cielo invernale, che sull’orizzonte vede sfumare il profilo dei tetti di un villaggio ritratto in lontananza. Questo dipinto, assunto come emblema e archetipo del paesaggio invernale, divenne il prototipo nella pittura fiamminga del XVII secolo per l’esecuzione di paesaggi di questo genere: lo dimostra il fatto che esistono circa sessanta copie conosciute di quest’opera. Brueghel è stato definito infatti il più grande pittore della neve in quanto mai, prima delle sue opere, era stata definita in modo così realistico nella sua consistenza e nella sua superficie.
Se mi perdo con lo sguardo in questo quadro, ho la sensazione di sentire risuonare nell’aria musiche natalizie, di percepire sulla pelle il vento gelido e pungente dell’inverno. Tutto sembra più romantico e festoso.
Anche il mio Vesuvio innevato pare abbia una magia speciale. Sembra augurare a tutti noi uno splendido 2015, regalandoci atmosfere nuove e familiari allo stesso tempo.
Buon anno amici miei. Che sia ricco d’amore e di serenità per tutti.