“Tu scendi dalle stelle”, la magia degli zampognari
E’ una vera fortuna essere investiti dai suoni magici delle zampogne che gli zampognari – apparsi come per incanto pochi giorni prima di Natale dai monti abruzzesi e molisani per poi sparire misteriosamente il giorno dopo l’Epifania – diffondono nell’aria del mite inverno romano, a Piazza Navona, o al Pantheon.
Come un fumo soporifero e vibrante, le note delle loro antichissime melodie pastorali e natalizie avvolgono i sensi e gli animi degli ascoltatori lasciandoli ammaliati, stupiti, ammirati. I bambini rimangono incantati all’ascolto di queste canzoni dal suono pungente e ipnotico, e alla vista di questi musicisti girovaghi della tradizione popolare, vestiti di panni poveri e cappelli antichi, antichi pastori con abiti così inusuali per i nostri giorni.
Gli zampognari sono dei pastori che durante il Natale, appunto, lasciano il loro gregge per scendere in città ad allietare la gente con il caldo abbraccio dei suoni delle zampogne e delle ciaramelle.
La zampogna è uno strumento antichissimo: la prima della quale si abbia notizia risale al primo secolo, e tra i suoi suonatori troviamo addirittura l’imperatore romano Nerone. La zampogna – da non confondere con la cornamusa! – è un aerofono. La sacca d’accumulo dell’aria, detta otre, è realizzata tradizionalmente con un’intera pelle di capra o di pecora, nella quale il suonatore immette aria attraverso un insufflatore (cannetta o soffietto), che mette in vibrazione le ance innestate sulle canne melodiche: sempre due, quella destra per la melodia, quella sinistra per l’accompagnamento e nei bordoni, detti basso e scantillo.
una semplice melodia, una semplice nota lunga della zampogna, ci fa ribollire fino a commuoverci tutti insieme della stessa emozione
E allora si rimane certamente incantati quando s’incontra per caso uno di quei piccoli capannelli che si formano dove stanno suonando gli zampognari, che presto si sposteranno in un’altra parte della piazza o in un vicolo sconosciuto! E’ allora che bisogna proprio approfittarne, fermarsi ad ogni costo ad ascoltarli, ad ascoltare la melodia di Gesù Bambino, “Tu scendi dalle stelle” , perché ci riscalderà il cuore, ci avvicinerà ai nostri antenati e ci farà nascere nell’animo buoni propositi per l’anno nuovo che sta per arrivare.
Quella melodia ci farà sentire così vicini agli altri, ricordandoci di come il bene e l’amore siano dentro di noi sempre, pronti a spingere per uscire fuori, e che è stupido tenerli dentro, quando una semplice melodia, una semplice nota lunga della zampogna, ci fa ribollire fino a commuoverci tutti insieme della stessa emozione.
Avvolti nell’incantamento, si vorrebbe cantare e augurare Buon Natale a tutti, e ringraziare gli zampognari per esser scesi dai monti anche quest’anno e aver suonato ancora per noi le loro zampogne magiche!
Grazie, grazie, grazie!
Per saperne di più: zampognari.com
Tu scendi dalle stelle è un canto natalizio composto nel dicembre 1754 a Nola, in provincia di Napoli, dal napoletano sant’Alfonso Maria de Liguori, derivato nella versione italiana dall’originale napoletano “Quanno nascette Ninno”.
Il motivo, scritto in sei ottavi, è uno tra i più famosi canti natalizi italiani:
Tu scendi dalle stelle / oh Re del Cielo / e vieni in una grotta / al freddo al gelo.
Oh bambino, mio divino / io ti vedo qui a tremar / oh Dio beato / Ahi, quanto ti costò / l’avermi amato!
A te, che sei del mondo / il Creatore / mancano panni e fuoco / oh mio Signore!
Caro eletto pargoletto / quanto questa povertà / più m’innamora! / Giacché ti fece amor / povero ancora!