Il fantasma del principe azzurro
È da un po’ che cerco di scrivere un post sui difetti di noi donne. Vorrei farlo partendo da quello che lasciamo trapelare della nostra psiche attraverso i contenuti condivisi sui social. Che, per dirlo in parole povere, sono strilli pubblicitari che proclamano la nostra esclusività. Provengono per lo più da blog, sono apparentemente post scritti da uomini, che recitano a volte la parte degli emeriti imbecilli altre volte quella di principi azzurri che abbiamo sempre sognato, ma non abbiamo mai osato chiedere. Non credere. Perché il nostro cruccio è tutto lì, il fantasma del principe azzurro che aleggia di fronte all’uomo che ci siamo trovate e distorce quello che in realtà dovremmo vedere (risposta: una persona).
C’è stato un periodo di un paio di settimane in cui almeno venti dei miei contatti hanno condiviso questo: Non uscire con una ragazza che viaggia (lo trovate qui). È un testo diventato virale, ne hanno anche parlato i giornali ed è stato tradotto in molte lingue.
Un uomo racconta di tutte le particolarità (straordinarie) che ha una ragazza che viaggia, e i motivi per cui uno normale la dovrebbe evitare come la peste. Bene. Fatta questa premessa ci si aspetterebbe che a condividerla siano solo quei tre o quattro poveretti mollati da una che se n’era andata. E invece no. L’intasamento della mia Home è stato causato da donne che non concordavano con la negazione del titolo e che, siccome si rispecchiavano in quella descrizione, stavano urlando: oh, uomini che mi leggete, io sono così. Figa. Questo tipo qui non lo sa, ma parla proprio di me. Questo tipo qui non è alla mia altezza, tu? (messaggio nascosto: ti prego ti prego ti prego dimmi di sì e comunque non volevo spaventarti, dico per dire, se vuoi uscire con me non farti problemi, ne possiamo parlare, l’ultimo viaggio che ho fatto comunque risale a ferragosto dell’anno scorso)
Così mi sono incuriosita e l’ho letto tutto. E ho una notizia per voi: questo articolo è una sfilza infinita di qualità che fanno di qualunque persona un adulto non sociopatico. Solo che le riporta come difetti. E, per questo, il suo intento dichiarato è completamente vano. Quello implicito, invece, ha funzionato alla grande, bravo! Perché l’articolo si chiude così:
“Quindi: non uscire con una ragazza che viaggia, a meno che tu non riesca a tenere il suo passo. E se senza volerlo te ne innamori, non ti azzardare a trattenerla. Lasciala andare”.
A quest’uomo, che sicuramente ha sofferto molto e per il quale ho assoluto rispetto, dico una cosa: ma ti piacerebbe che il problema fosse il fatto che viaggiava, questa poveraccia! Il punto è che lei si è infatuata delle tue ciabatte, tu della sua valigia, e solo dopo un po’ lei ha capito che non potevano trovare un accordo. Non è colpa di nessuno. Hanno inventato addirittura una parola per definire questo concetto, pensa: com-pa-ti-bi-li-tà.
E per dimostrare che il vasto internet è pieno di testi che usano gli ormoni delle donne per incrementare i propri accessi affermando con convinzione che il principe azzurro esiste, sa sempre cosa fare nel momento in cui lo deve fare e, per questo, confinandoci in un limbo di infelicità perenne sapendo che non lo incontreremo mai, vi faccio un secondo esempio.
Il testo è questo e si intitola “Ho una confessione da fare: mi sto incontrando con una persona anche se sono sposato” (click qui per leggere!).
E il riassunto è questo: ciao, sono un pastore di chiesa, di quelli che si possono sposare e, a questo punto della lettura, secondo voi, possono anche avere un’amante, con buona pace di Gesù. Sto uscendo con una. Sembra una gran figa dalla descrizione. Non parlo mai di sesso, così vi svio un po’, e alimento la convinzione di Fra che in realtà a parlare sia tutto fuorché un uomo, vi dico che la porto fuori a cena, non mi arrabbio con lei per più di cinque minuti, mi fa certe cenette che solo il Padreterno lo sa. Ha un sorriso che rischiara la notte più buia e io sono un uomo fortunato ad averla incontrata. Ah, che sbadato, perdincibacco (posso dire Bacco? Conflitto di interessi?), non ve l’ho ancora detto che è mia moglie?
Colpo di scena da far tremare la sedia. Questo pezzo è stato scritto da un certo Jarrid Wilson, che è un pastore, e anche un blogger. La moglie, straordinaria come è, probabilmente ha anche le password di accesso al suo profilo e voleva lanciargli una sana frecciatina, secondo me.
Volevo farvi anche un terzo esempio e si intitolava: “Dai un appuntamento a una ragazza che legge”. Ma scriverlo mi fa diventare molto cattiva, quindi passo alla conclusione. Che, per la cronaca, è un vademecum per placarvi le tempeste ormonali.
Non uscite con ragazzi che leggono… i vostri post:
Non uscite con un ragazzo che ha avuto bisogno di un post su Facebook per capire chi siete, che viaggiate, che leggete e che siete romantiche. E voi non pubblicateli proprio. Private lui del pilastro portante dei primi appuntamenti: scoprire chi diavolo siete e che mondo c’è nel vostro cervello. E, soprattutto, vi azzoppate da sole in quello che farà pendere l’ago della bilancia in suo favore: capire (e carpire) le vostre qualità più segrete.
Non diteglielo prima. Che forse, se poi vi innamorate per davvero, quelle saranno solo parole al vento. Che se avete sempre viaggiato fino a quel momento, magari stavolta vi va di restare. O di viaggiare in due. E oltre a “ragazza che viaggia” finite nella casella “bipolare” in un attimo.
Perché, notizia dell’ultima ora, nessuno è un bimbo speciale e siamo tutti complicati in modi differenti, e la parte più bella è trovare qualcuno la cui complicatezza parlerà la stessa lingua della vostra. E, sorpresa, sarà questo il motivo per cui resterà al vostro fianco.
Soverchiando le fattezze di un principe azzurro che scrive post per rimorchiare su internet e prendendo la forma dell’essere umano che vi amerà per tutto quello che vede di voi. Senza aiutini virtuali.