Finalmente è Natale a “il Pozzo e il Pendolo”
C’è chi aspetta il cenone, chi di scartare i regali, chi il torrone, chi di addobbare l’albero e chi di vedere i cartoni in tv. C’è un attimo preciso nella vita di ciascuno di noi in cui si sa esattamente quando è Natale. Il proprio Natale. Che non per forza deve essere quello rosso sul calendario. Certo l’atmosfera c’è da tempo, le luci scintillanti che addobbano le strade della città pure. Noci e castagne mangiate e bimbi fatti felici. Ora tocca a me, ho bisogno di ritrovare me stessa. Di dedicare due ore alla cura del mio “Io” un po’ strapazzato e preso a schiaffi in quest’ultimo scorcio di anno. Il canto di Natale l’avevo già visto lo scorso anno, ma già quando misi piede fuori dal teatro pressapoco trecentosessantacinque giorni fa, promisi a me stessa che questo spettacolo sarebbe stato da quel giorno in avanti il mio sigillo del Natale. E così, come tante persone anno dopo anno si ritrovano accoccolate sulle poltrone, anch’io sono tornata e sono pronta a farmi trasportare da quello che è un racconto magico e magnifico: Il canto di Natale di Charles Dickens.
Ma stavolta non sono sola. Vista l’esperienza della scorsa volta ho portato con me parenti ed amici. Ho coperto di allori e seta, ancor prima che lo spettacolo fosse iniziato, il superbo Paolo Cresta. Nessuno ha potuto dire il contrario una volta usciti per strada. Paolo mi accoglie come una vecchia amica, anzi a dirla tutta, ha un sorriso per tutti. Si chiacchiera amorevolmente mentre si sorseggia una cioccolata calda e si sgranocchiano cookies al cacao.
Perchè il Pozzo e Pendolo è anche questo. Un teatro sì, ma anche un modo per stare insieme, parlare sottovoce, dimenticare lo smartphone (il posto è caratterizzato da zero campo) e trascorrere qualche amabile ora, lasciando gli affanni e le fatiche della giornata fuori dalle mura. Luci soffuse e sala gremita. Tutti i posti sono occupati, e questo la dice lunga sulla bellezza dello spettacolo, visto che replica da anni e anni.
Ecco che Paolo si trasforma. Il giovane e umile scrittore diventa cento e più persone. Modula la voce, sobbalza, trasale, si irrigidisce, ansima, si acquieta. Per poi tornare ad essere Scrooge, il nipote, Cratchit, Marley, e poi gli spiriti e tanti altri ancora. Un monologo in genere è caratterizzato da un’unica voce narrante. Ma dentro Paolo abitano e coesistono una moltitudine di persone e personaggi che fanno a botte per uscire, suda, s’inarca. Ad enfatizzare e rendere ancor più affascinante e coinvolgente il racconto è il bravissimo Carlo Lomanto che accompagna vocalmente, interpretando suoni, rumori, melodie e malinconie, modulando semplicemente la voce. Una coppia formidabile. Lo scorso anno ho avuto modo di intervistarli a fine spettacolo: qui potete leggere ciò che mi hanno raccontato.
Paolo prima di iniziare il suo racconto avvisa il pubblico che il suo intento è quello di far star bene. Secondo voi è riuscito in questa impresa? Il Canto di Natale è una storia che ti fa scavare dentro, perché o sei Scrooge o hai uno Scrooge da combattere. Ognuno di noi si può riconoscere nel racconto. A ciascuno la sua parte. Lunghi applausi hanno ringraziato i due “emozionatori” e tante strette di mano all’uscita hanno sancito la promessa di rivederci il prossimo anno.
Ora sì che è Natale.
dal 22 dicembre 2014 al 04 gennaio 2015
orari: sabato ore 21,00
domenica ore 18,30 ma vista l’affluenza probabile aggiunta serale alle 21,00
prenotazioni: 081 5422088 | info@ilpozzoeilpendolo.it