Un Autogrill a Pompei
Pompei vale una visita e anche di più. Pompei con le sue rovine che trasudano storia, intelligenza e – ancor oggi – vita. Quella che si respira entrando nelle botteghe, nelle ville o nelle terme. Sembra tutto cristallizzato, come se non fosse passato un giorno. Fatto il biglietto e passata l’entrata agli scavi ti cali in un mondo parallelo. Ti dimentichi di ciò che hai lasciato fuori. Il rumore, il caos. Le auto. La vita moderna. Cammini per ore scoprendo cosa erano stati capaci di costruire quelli venuti prima di te. E ti perdi a guardare i forni, le piccole vasche rotonde dove tener caldo il cibo da consumare per strada, le lavanderie, le colonne imponenti. Una meraviglia. E’ come chiudere gli occhi e rivedere, per un attimo, il pullulare di abitanti, la frenesia del lavoro, la catarsi della quale godevano i ricchi, abbandonati nelle calde acque termali.
Poi, improvvisamente, mentre cammini, ti trovi davanti un modernissimo Autogrill. La classica scritta in rosso a caratteri cubitali degna del miglior punto di ristoro che troviamo sull’autostrada campeggia fiera all’entrata dello spaccio. Per un attimo strabuzzi gli occhi. Pensi di aver avuto un abbaglio. Li chiudi, li riapri. E l’Autogrill è ancora lì, in mezzo alle rovine di Pompei, nel cuore della città antica, vicino alla “Casa di Bacco”. Ma non devo stupirmi, siamo in Italia. Quello Stivale dove a comandare non è il buonsenso, il rispetto per la cultura e per l’arte che ci hanno resi grandi nel mondo. In Italia, è vero, ad avere la meglio è sempre e comunque il Dio Denaro. Lo scrivo in grassetto, per rafforzare il concetto.
Poi, improvvisamente, mentre cammini, ti trovi davanti un modernissimo Autogrill
Due cose mi fanno rabbrividire leggendo questo comunicato stampa di terza categoria.
La prima. Definire un punto ristoro un “servizio indispensabile”, proprio come potrebbe esserlo un servizio igienico. Eh no, cari miei. Prima di entrare nell’area archeologica, fuori dalla stazione della Circumvesuviana, i punti dove rifocillasi con panini, acqua o bibite non mancano proprio. Con uno zaino in spalla ben fornito potevamo fare a meno dell’Autogrill.
La seconda. Il Ministero riporta ancora che le risorse finanziarie ottenute dall’affitto saranno impiegate per la valorizzazione e la messa in sicurezza degli scavi. Già. Parole. Perché Pompei si sta sgretolando, crollo dopo crollo, come la dignità dell’Italia. Rasa al suolo. La dignità di un Paese che non investe sul uno dei suoi più grandi tesori ma preferisce piuttosto abbandonarlo al suo triste destino.
Pompei si sta sgretolando, crollo dopo crollo, come la dignità dell’Italia
Ci guardi dentro per capire cosa c’è dietro quei cilindri di ferro. E scopri che si tratta di piccoli magazzini di reperti archeologici. Inscatolati. Resti di anfore, di piatti e di chissà cos’altro. Li ho fotografati per non dimenticarmi l’idiozia di questo Paese.
Marta ha gli occhi vivaci e lo sguardo sincero che ancora ci si porta dietro quando si è giovani. Mi dice entusiasta: “Sai che bello se tutto questo patrimonio di quadri potesse essere esposto in altre città, magari fuori Firenze”. “
“Già”– rispondo io – “Magari con mostre semipermanenti o itineranti a Volterra, San Gimignano, Pienza, Camaiore, Grosseto”. Pensiamo alle nostre città. A cosa significherebbe liberare i depositi dalle opere d’arte e restituirle all’umanità. Significherebbe davvero creare turismo e occupazione, non solo a parole ma nei fatti.
Finiamo il nostro caffè, come ogni mattina prima di entrare in redazione. Con la consapevolezza che spesso, troppo spesso, le belle idee degli italiani marciscono. Sono destinate a sfiorire. A crollare per il marcio delle infiltrazioni, per la burocrazia che tutto annienta. Per l’incapacità dei pochi che ne comandano milioni. Sono destinate a morire. Proprio come Pompei. Ma non preoccupatevi. Anche se la città antica è destinata a scomparire vi rimarrà sempre l’indispensabile servizio dell’Autogrill dove bere e mangiare. Riempite la panza e non pensate. A Roma ci vogliono così, grassi e stupidi.