Perché sono dalla parte di Beatrix Kiddo
La risposta non è ovvia, perché permettetevi di ricordarvi che Beatrix Kiddo, la protagonista di Kill Bill vol. 1 e Kill Bill vol 2, fa fuori un sacco di gente nei modi più violenti – e a me la violenza non piace – ma ora vi spiegherò perché sono dalla parte di Beatrix Kiddo, nonostante tutto.
Piccolo, o forse grande, strappo alla regola per B/N. Vi parlerò di un film che non è vecchio e nemmeno interamente in bianco e nero.
I due volumi di Kill Bill (2003 – 2004) raccontano la storia di vendetta di Black Mamba, nome in codice di Beatrix Kiddo, ex assassina della Deadly Viper Assassination Squad, che sopravvive al massacro compiuto da Bill, il suo vecchio capo.
Kill Bill non è un film totalmente in bianco e nero, ma ricorre all’assenza di colori in più scene.
Si dice che Quentin Tarantino utilizzò questa tecnica come escamotage per mettere a tacere le minacce di censura. Era già noto il fatto che il bianco e nero riuscisse ad attenuare le scene più sanguinolente.
Una scena su tutte voglio mostrarvi per giustificare il mio pensiero, la scena iniziale.
Una scritta con un proverbio, bianco su nero: “La vendetta è un piatto che va servito freddo.”
Un forte ansimare come sfondo sonoro, poi l’immagine, un primissimo piano in bianco e nero del volto sfigurato di Uma Thurman morente.
I passi di un uomo che si avvicina, un monologo assurdo, ingiusto.
[…] Sai bimba, mi piace pensare che tu sia abbastanza lucida persino ora da sapere che non c’è nulla di sadico nelle mie azioni. […] In questo momento sono proprio io, all’apice del mio masochismo.
La scena iniziale di Kill Bill fa tutto ciò che una scena iniziale di un film dovrebbe fare. E’ una scena furba, potente.
Presenta un personaggio da odiare e uno da compiangere. Crea aspettativa, dolore, sorpresa, e soprattutto va a stuzzicare dentro lo spettatore quel senso di ingiustizia e di empatia che tanto lo stimola.
Se da una parte il bianco e nero è più discreto rispetto al rosso osceno del sangue e risparmia allo spettatore quel colore così violento, dall’altra dona alla scena un aspetto ancora più drammatico.
Com’è possibile questo livello di violenza? Com’è concepibile? Come si può ridurre in tal modo una donna, le cui ultime parole rivelano che dentro di lei sta crescendo il figlio del suo assassino?
Se vedrete il film è molto probabile che resterete scandalizzati. Kill Bill è un film molto violento, anche troppo direi. Una violenza gratuita tipica di Tarantino. Quello che però riesce a creare questo incipit è la giustificazione ineccepibile per un intero film di vendetta.
Sono dalla parte di Beatrix Kiddo perché questa scena ha smosso in me quella partecipazione cinematografica, un po’ infantile un po’ cheerleader, che scatta con la visione di un film, ma anche di un qualsiasi evento coinvolgente.
Quel qualcosa mi ha fatto pensare: questo personaggio, questa donna, deve avere la sua vendetta e qualcuno la pagherà…
Per gli stomaci forti ecco a voi la scena iniziale in B/N di Kill Bill vol. 1:
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=1xVDDBLOsnI]