La donna nel bagno
Oggi è stata una giornata stressante. Non ho avuto un attimo di tregua. E’ proprio la serata giusta per concedermi un momento rilassante tutto per me. Preparo la vasca da bagno, riempiendola fin quasi all’orlo di acqua calda profumata dal bagnoschiuma all’olio d’argan che tanto fa bene alla pelle e allo spirito. Accendo la radio e la sintonizzo su una stazione che fa musica lounge. Metto a portata di mano il libro che mi ha prestato Agnese, amica da poco tempo ma che condivide il mio stato d’animo attuale. Il titolo è infatti Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita (… e ho detto tutto!). Mi verso pure un bicchiere di vino bianco frizzante da sorseggiare. Il cellulare lo lascio a distanza di sicurezza per disintossicarmi per un po’. Tutto è pronto, anzi no, manca qualche candela per fare atmosfera da centro benessere e la spugna naturale acquistata a Rodi, che permetterà alla mia pelle di essere esfoliata a dovere.
Mi immergo nell’acqua e nella lettura. Forse è un po’ troppo calda, ma, col freddo degli ultimi giorni, fa solo piacere. Il vapore profumato si diffonde nella stanza da bagno e lo specchio si appanna a dovere. Nulla può stressarmi, sono completamente rilassata mentre gusto il mio Greco di Tufo freddo al punto giusto. Era proprio quello che ci voleva per scacciare via da mente e corpo tutto ciò che in questa estenuante giornata mi ha travolta.
Per un attimo mi guardo dall’esterno e mi invidio profondamente. Sembro personificare la protagonista di La donna nel bagno, dipinto da Roy Roy Lichtenstein nel 1963. Questo autore è forse il più raffinato interprete della Pop art. Nel quadro, l’artista ritrae una figura femminile su uno sfondo bianco, attraversato da linee orizzontali e verticali azzurre. Lichtenstein lega indissolubilmente la sua immagine a quella dei fumetti, sua cifra stilistica inconfondibile, dalla prima all’ultima opera. Siamo negli anni del consumismo e della cultura Pop, in un clima di fiducia nel futuro che si contrappone al precedente pessimismo esistenzialista. I suoi fumetti rispecchiano a pieno l’esigenza di circondarsi di immagini positive, nuove. Rivisita anche le opere di tanti grandi artisti del Novecento, in cui la contaminazione tra fumetti e pittura riesce a creare un dialogo originale.
I punti Ben-Day sono la sua firma. Si tratta di un processo di stampa in cui puntini ravvicinati in colori diversi erano usati per creare mezzi toni sulla carta economica dei periodici. Una tecnica che deriva da Benjamin Day che, intorno al 1878, escogitò un metodo per la colorazione dei disegni divenuto famoso come “Ben Day Rapid Shading Medium” proprio per riuscire a trovare gradazioni cromatiche tramite linee e strutture. Anche se non erano quindi una sua invenzione, i punti Ben-Day diventano la caratteristica inconfondibile di Lichtenstein. In questo modo l’artista newyorkese obbligava l’osservatore a rallentare e cercare di trovare una strada attraverso l’immagine, senza sbirciarla velocemente. Puntini rossi, gialli e azzurri, prima nei fumetti e poi nelle rivisitazioni dei dissacrati capolavori del passato, erano il suo antidoto alla retorica accademica.
La donna nel bagno rientra in una lista di altre opere simili che Lichtenstein realizzò sulla figura femminile. Voleva rappresentare l’ideale della donna moderna – per gli anni sessanta ovviamente – con le sue nevrosi e frustrazioni, ma anche con una nuova, plastica, felicità. La sua visione del mondo femminile in realtà conteneva anche una profondità più sottile, quella che andava verso un inevitabile cambiamento culturale, non solo incentrato sulla massificazione e il consumismo.
Mi sa che un’ora di ammollo può bastare. Mi sento rigenerata e pronta per andare a finire la giornata nel mio comodo letto. E speriamo che domani sia una giornata meno a rischio di esaurimento nervoso!