Il muffin sotto l’albero di Natale
Oggi come vuole la tradizione si fa l’albero di natale. In realtà io l’ho già fatto da dieci giorni. Faceva talmente caldo che mi sembrava alquanto improbabile che di lì a poco sarebbe venuto il periodo più mangereccio, triste, allegro, gioioso, riposante, stancante, insomma tutto e il contrario di tutto, dell’anno. Ma i bambini , si sa, non resistono quando si tratta di regali, sorprese e lucine. E quindi mi son messa a spacchettare, scartare, provare, aggiustare, montare, due metri e dieci di albero di Natale. Aprire i rami uno ad uno mi fa pentire di aver preso la decisione, ma gli occhietti luccicanti di due nanerottoli mi danno la forza di proseguire la mission. Dopo aver incastrato una cinquantina di pezzi, faccio gli scongiuri e passo alla fase B. Le luci. Si perché mettere le luci è un’arte. Bisogna che siano ben disposte in modo da essere sinergiche nello scintillio. Ma i vecchi buoni fili lunghi lunghi a noi non piacevano. Mio marito all’epoca decise per il mantello luminoso. Una sorta di budello per le salsicce, una specie di collant per le gambe e qui mi fermo. Ecco geniale idea e tante benedizioni a chi l’ha inventato. Ma signore e signori della corte… secondo voi è facile mettere una rete piena di luci su una struttura di due metri e dieci, sì due metri e dieci? No signori, non lo è! La scena è questa: i bimbi pregano in religioso silenzio che io non mi infilzi in qualche ramo. Salgo sullo scaletto, mi vesto della rete, praticamente divento io la salsiccia, poi allargo le braccia per distendere le maglie. Fatto ciò vado sul gradino più alto sfidando la mia labirintite e con fare deciso e disinvolto, perché mica posso fare una brutta figura davanti ai bimbi, spalanco di più le braccia, quasi volessi volare e abbraccio intimamente l’albero. Ora siamo lì, l’albero ed io racchiusi dallo stesso mantello. Una scena da film horror. I bimbi mi chiedono se sto bene, io faccio occhei col dito, perché l’unica cosa che posso muovere è quella senza perdere l’equilibrio. Ed è così che piano, gradino dopo gradino, mi sfilo dall’abete che, pur essendo finto, un po’ punge, maledizione. Fuoriesco dalla rete e mi sento una donna libera. Libera e soddisfatta. Girl power. Ce l’ho fatta anche quest’anno. Ora tocca ai bimbi. Le palle sono tutte loro, ecco magari poi ne cambierò la disposizione, perché avranno lasciato buchi, ma loro sono felici, in uno stato di grazia. Il Natale è per loro. Ma meno male che viene solo una volta l’anno.
Io sono provata da questa fatica, e devo assolutamente riprendere le tre calorie spese durante l’avvinghiamento col mio amico sempreverde. E’ l’occasione giusta per fare i muffin al cioccolato!
Ingredienti:
250g farina, 175 g zucchero di canna, 2 cucchiai di cacao amaro, 2 cucchiaini di lievito, 1/2 cucchiaino di bicarbonato, 250 latte, 70 ml di olio di semi, 1 uovo, 30 g cioccolato fondente a gocce.
Frullare per pochissimi secondi gli ingredienti liquidi in un contenitore, e in un altro mescolare setacciandoli quelli solidi. Quindi versiamo i liquidi nei solidi e mescoliamo con una forchetta.
Versare il composto all’interno di stampi imburrati, e infornare a 175 gradi per 15, 20 minuti.