Il su e giù dello scoiattolo
GIÚ!
Scendo veloce più che posso dal pino che mi ospita correndo lungo il tronco. Prima mi ero assicurato che non ci fosse nessuno, là sotto. È abbastanza facile trovare un gatto, una volpe, o chissà chi, intenzionato a farmi fuori. Non so che male faccia uno scoiattolo al mondo, ma c’è sempre un cattivo che è lì per fare il suo dovere di cattivo.
Afferro al volo la bellissima nocciola che avevo visto stando al riparo degli aghi di questo gigante e…
...SU!
Ritorno rapido al sicuro sui rami. Con la nocciolina in bocca. Di questi tempi va bene tutto, anche un funghetto troppo maturo o una noce amarognola. Si sta avvicinando l’inverno e devo fare la scorta di cibo, ché dopo fare la spesa diventa un problema. Non che approvvigionarsi sia mai comodo, qui bisogna sempre correre e…
…GIÚ!
Scendere in picchiata dall’albero che mi ospita, arraffare il bocconcino e poi…
…SU!
Risalire, sempre in velocità.
Tutto il giorno così. Provateci voi. Voi umani che trovate il cibo in abbondanza in apposite case, comodo e pronto per essere mangiato, in qualunque giorno di qualunque stagione dell’anno. Non fate nessuna fatica voi. Invece andare su e giù dagli alberi, alla lunga stanca pure uno scoiattolo. Anche perché il ritorno spesso lo facciamo con qualcosa in bocca, che è la nostra borsa della spesa. Non potremmo infatti arrampicarci, se il bottino lo dovessimo trasportare nelle zampe.
D’estate non è un grosso problema trovare da mangiare, anche sull’albero stesso. Qualche frutto, conteso con gli uccellini, per esempio. Ma in autunno mi pare di essere più affamato, lo stomaco si prende un anticipo e brontola anche solo all’idea di un digiuno, e allora comincio a essere preso dalla smania. Sento il freddo alle porte, sento che sta per arrivare la neve che tutto copre e capisco che è ora di muoversi. Uffa.
Le foglie gialle e rosse sono uno spettacolo, ma io so che sono foriere di uno strano periodo, con magie diverse rispetto all’estate. E poi cadono presto, non mi sono di grande aiuto. A terra formano un mantello spesso, come se volessero tenere caldi i piedi del bosco, proteggere le estremità vitali degli alberi. Bellissime, ma un po’ di impiccio, perché mi nascondono il cibo. Per fortuna che ho l’occhio acuto e un naso sempre in movimento e qualcosa trovo. Io devo fare la scorta, e quasi sempre la devo fare raccogliendo da terra il cibo e riportandolo su, nel nido, ammassandolo per i giorni di magra. Ma che fatica!
A terra formano un mantello spesso, come se volessero tenere caldi i piedi del bosco
GIÚ!
Il fatto è che mi viene il fiatone ormai a correre su e giù. Invidio un po’ i miei cugini volanti. Quelli sì che si divertono! Volano da un albero all’altro, non so bene se riescano anche a planare a terra, e se è vero che la risalita la devono fare comunque a piedi, almeno un po’ di strada se la risparmiano. E sono pure dei vip. Gli umani se li guardano come se fossero degli angeli, con tanti ooooooh, aaaaaaah e belliiiiiiiiii.
Come se anche noi non fossimo attraenti.
Ma sì, lo siamo.
Aspetta che porto a casa i pinoli di questa pigna caduta.
SU!
L’accumulatore seriale come me corre i suoi rischi, l’ho detto. Oltre a un qualsiasi predatore che fatica anche lui a mettere qualcosa sotto le zampe, o sotto i denti che dire si voglia, a seconda di dove si trova l’albero si possono correre pericoli anche grandi.
Voi umani, per dire.
In linea di massima gli umani sono abbastanza carini con noi. Sempre che non siano cacciatori e scambino i movimenti delle foglie sull’albero, causati dai nostri salti, per quelli dovuti alla presenza di una loro preda, tipo un povero uccello che ha la sfortuna di trovarsi per sbaglio sotto tiro delle doppiette.
Capita che fra gli uni e gli altri ci finiamo in mezzo noi, e ci rimettiamo le penne che non abbiamo.
Per non dimenticare che talvolta siamo proprio noi i ricercati. Per finire in gabbie nelle case degli umani a girare come scemi su una ruota che non porta da nessuna parte.
Ma davvero facciamo così ridere mentre corriamo disperati cercando l’aria e la libertà che non troveremo mai dietro le sbarre di una prigione?
Certo, a volte incontriamo anche umani gentili, che preferiscono ammirare il nostro laborioso su e giù dagli alberi piuttosto che la corsa senza senso dentro una gabbia. Ci portano anche noccioline e arachidi e briciole di pane, che lasciano per terra a nostra disposizione. Loro si nascondono, per modo di dire, che sempre umani imbranati sono, noi li vediamo lo stesso ma facciamo finta di niente e così loro sono contenti e noi che ci guadagniamo gustosi bocconcini pure.
Sì però nessuno lo sa quant’è faticoso questo su e giù. O forse sono io l’unico scoiattolo pigro di questo bosco?
E poi ho anche un po’ paura.
Per avere i bocconcini speciali degli umani dobbiamo andare sul finire del bosco, dove passa la loro strada, perché pare che loro siano più pigri di noi e si fermano lì a guardarci.
La strada però è percorsa da cose rumorose e fumanti e un tantino puzzolenti, che sfrecciano via con gran fracasso senza badare a niente e nessuno. Non si fermano nemmeno se si trovano davanti un cervo o un cane, quanti ne hanno ammazzati così! Figuriamoci se davanti hanno uno scoiattolo. Non lo vedono nemmeno, chiusi là dentro. E se anche lo vedono, cosa vuoi che gliene importi? Hanno sempre tanta fretta, per andare chissà dove, che la vita di una creatura, grande o piccola che sia, è solo un ostacolo da abbattere.
La strada mi fa paura. Però ho visto là delle arachidi, lasciate da qualche umano generoso. E ci sono arrivato, di ramo in ramo, di albero in albero, con l’ansia che qualcuno mi porti via la ghiottoneria. Che non mangerò adesso, no, ma la porterò al nido, la conserverò bene nascondendola agli sguardi rapaci e la utilizzerò questo inverno, quando mi risveglierò dai lunghi pisolini e mi serviranno un po’ di forze per giocare sulla neve.
Guardale là, che belle… proprio sul ciglio della strada. Mi guardo intorno, non si vede nessuno, non si sentono rumori, a parte il fruscio delle foglie smosse dall’aria autunnale. Tremano, stanno per morire, lo sanno bene, come sanno che non possono opporsi a questa fine. È la loro vita, breve e meravigliosamente colorata.
Noi scoiattoli invece possiamo cavarcela fino in fondo, se siamo fortunati.
Ecco, ora scendo di corsa lungo il tronco liscio di questo faggio a impossessarmi delle arachidi.
Nonostante la paura.
Il cuore mi batte forte, ma sono…
…GIÚ!
Prese!
Ma… la terra mi trema sotto le zampe, o sono io che tremo come le foglie?
O invece sta arrivando qualcosa?
Presto, devo tornare…
…su.