Malattie Imbarazzanti
Io guardo Malattie imbarazzanti. Lo danno su Sky.
Ho smesso da tempo di vedere film, documentari, dibattiti poco politici, minchiate con Fiorello che imita Ignazio La Russa rendendolo così simpatico che quando lo hanno fatto Ministro della Difesa c’è sembrato normale. A me Fiorello che ha reso simpatico La Russa non piace. E allora se trovo Fiorello su qualche canale, io cambio.
E mi fanno schifo pure Le Iene. Fanno una forma di giustizialismo spettacolarizzato che non va bene, in Italia il nostro codice penale non prevede come pena accessoria lo sputtanamento su un canale televisivo ad opera di giornalisti che sostituiscono lo sfottò al rispetto della notizia e del suo protagonista. Il loro atteggiamento da “Deridi Caino” a tanti piace, a me no.
Io invece guardo Malattie imbarazzanti ma ad una condizione: che mia moglie dorma – per fortuna su Sky un programma lo replicano diverse volte prima di archiviarlo. E allora aspetto che lei si addormenti. Lei arriva alle nove, è come la Spagna ai tempi di Francisco Franco: decide cosa dobbiamo guardare al televisore; sbatte tre cuscini su una punta del divano e si mette comoda con la copertina ben stesa, quindi trova uno di quei drammoni della Paramount che tirano fuori solo per lei, quelli con Lana Turner, per esempio. Io allora mi piazzo con un libro in mano e attendo, faccio finta di leggere qualche pagina ma osservo la sua palpebra mentre si appesantisce, sino a che si spalma sull’occhio e non si alza più. Le sfilo il telecomando e cerco il mio programma preferito, e a volte è già cominciato o altre devo aspettare.
A me Malattie imbarazzanti piace perché affronta patologie varie in modo british: lo so, vi stiamo mostrando lo schifo però fa parte di noi – sembrano dire i tre dottori che lo conducono, ma io preferisco di gran lunga una che si chiama McKenna, ha un leggero prognatismo e gli occhi sporgenti, se la incontrassi per strada non le chiederei di diventare amici. Di lei mi piace la sua espressione quando i partecipanti alla trasmissione le rivelano i loro malanni, sembra dire “really?”.
A me le cose british piacciono.
In Malattie imbarazzanti la gente inglese si fa visitare davanti una telecamera. Una forma di televisione semplice che non necessita concentrazione su trame da seguire.
In inglese il programma si chiama Embarassing Bodies, corpi che imbarazzano, in italiano diventò “malattie”. Meglio bodies, una volta che il disturbo entra dentro non sempre lo debelli, tante volte devi conviverci.
Se trovo Malattie imbarazzanti io abbasso un po’ il volume.
Una di queste che andò in trasmissione dice che ha un problema alle unghie dei piedi, non le sopporta; si toglie i calzettoni e volta la faccia come se quei piedi non fossero i suoi: le unghie micotiche incorniciate da pustole e custodite in fasciature sporche che confessa di non cambiare mai per non guardarle, la dottoressa fa quello sguardo “really?” tra pietà e disgusto (sebbene molto contenuto) che a me piace tanto, e subito spunta il dato statistico sulla popolazione inglese, darling, non sei da sola, di questa schifezza ne soffrono almeno settemila persone in Gran Bretagna, non è grave. Solo allora seguono i consigli: steroidi o antibiotici; a volte manda da uno specialista. E intanto arriva una che prova dolori quando ha rapporti con il suo fidanzato, la dottoressa le dice se può dare una guardata, questa si divarica sul lettino e pure io riesco a vedere la sua vulva sebbene in un leggero sgranamento dell’immagine; oppure un camionista che si gratta l’ano in continuazione, quando ha le mani impegnate sul volante si strofina sul sedile; anche per lui visita sul lettino, la dottoressa guarda e pure io vedo due chiappone che ricordano il culetto dei bambini dopo che hai tardato di tre ore a togliergli la cacca – la dottoressa indossa i guanti e tocca, divarica un po’ le natiche e glielo dice: really, il tuo ano è molto arrossato, ma non sei solo, in Gran Bretagna soffrite di questa patologia in seimila, colpisce più uomini che donne.
Quella delle unghie nella seconda metà del programma ritorna, le hanno consigliato una cura e ora mostra due alluci smaltati rosso lacca.
Altre volte non c’è nulla da fare, una signora aveva una cosa incurabile al naso – la macchia viola di uno che ha sbattuto contro un treno in corsa -, la dottoressa le ha consigliato trucchi speciali per coprire l’inestetismo. La signora impara a truccarsi e sul finire della trasmissione torna, sembra un’altra, dice che ci mette un’ora a truccarsi ma il risultato è really strepitoso.
E poi vicende di tette eterozigoti che non si capisce perché destrina sembra un provolo e manchina è piccina picciò. C’è poco da fare, una va ridotta e l’altra aumentata di tre taglie.
Non sempre riesco a vedere tutto il programma, mia moglie a volte si sveglia molto arrabbiata, dice che per colpa mia ha sognato di essere inseguita da cinquanta camionisti che le chiedevano guardami il culo, guardami il culo, lei scappava ma poi la circondavano e allora a turno si erano fatti visitare e lei doveva dire a tutti “ really?”, “really?”, “really?”. Dopo che ha smesso di raccontare il sogno mi ha detto una cosa con un tono tale da non avere scelta: appena tu metti di nuovo questa trasmissione di culi malati, o ti scanno o questa televisione la tiro.
Io la capisco, non posso pretendere che lei sia potenzialmente british come me.
Per colpa sua mi sono perso il servizio sull’alitosi, più che altro mi interessavano le statistiche.