Quel misterioso pezzo nel disco dei Coldplay
Lo ammetto, ho commesso un reato: ho scaricato illegalmente Parachutes dei Coldplay. Non oggi eh, parliamo di più di dieci anni fa. All’epoca You Tube non esisteva ancora, avevamo pochi soldi in tasca – troppo pochi per poterci comprare tutti i dischi che volevamo – , una connessione a 56k – che per scaricare una canzone ci mettevi almeno un’ora e mezza – e il mitico WinMx, successore di Napster e precursore di Emule e successivamente dei Torrent. Quindi sì, l’ho scaricato, e pure più di una volta. Chi ricorda bene quel periodo ricorderà anche che scaricare un file con un certo nome non garantiva affatto che il contenuto del file corrispondesse al nome. Per capirci, tu credevi di stare scaricando il video di Thriller di Michael Jackson ma in realtà stavi scaricando un pornazzo. Di questa cosa ce ne si poteva render conto solo alla fine ovviamente, quando avevi già gli occhi consumati dalle ore passate a guardare quella barretta verde dell’avanzamento che non solo sembrava non muoversi mai, ma addirittura sembrava fermarsi apposta ogni volta che ci posavi sopra lo sguardo, per poi ripartire al riparo dai tuoi occhi indiscreti.
Ad ogni modo, quell’album mi piaceva e mi piace ancora tantissimo, rientra nella mia personalissima top 10. C’era una cosa però che non riuscivo a capire e per la quale ho riscaricato più volte il disco: che cavolo era successo con la traccia numero 7? Suono diverso, stile diverso, voce diversa, addirittura due voci. Eppure il disco si chiamava Parachutes, e nel testo della suddetta canzone la parola “parachutes” si sentiva chiaramente. Ricordo che con un mio amico ne parlavamo e cercavamo di capire: “ma forse ci stiamo sbagliando, forse sono loro e hanno voluto fare una canzone più così. ”, “no è troppo diverso il suono, ma poi Chris Martin non ha per niente questa voce, non so, forse hanno ospitato qualcuno a cantare?”. Niente, non ne venivamo a capo. Pensammo che forse era un errore del file, ma anche scaricandolo dieci volte da dieci fonti diverse la misteriosa traccia numero 7 era sempre quella.
È facile oggi aprire Shazam e verificare, in pochi secondi si possono avere risposte a domande che mi hanno martellato per mesi per non dire anni, come nel caso delle canzoni delle pubblicità. Quanto odiavo non poter sapere il titolo delle canzoni delle pubblicità. Comunque, l’età della pietra è passata, la tecnologia e i suoi prodigi sono giunti a noi, e dopo anni ho finalmente scoperto di chi fosse quella canzone, ed eccovela qui:
Guster. Ecco il nome del misterioso gruppo autore della misteriosa traccia. Provenienza Boston, Massachusetts, USA. Ma ci pensate a quante persone li avranno conosciuti grazie all’errore di qualcuno che ha messo in rete questo pezzo, tra l’altro molto bello, al posto dell’omonimo dei Coldplay? Pur tuttavia senza averne subito un riconoscimento, perché così come ci ho messo anni io a scoprire chi fossero lo stesso sarà stato anche per gli altri! Per un certo periodo un certo numero di persone ha ascoltato questa canzone con la consapevolezza che non fosse dei Coldplay, senza sapere di chi fosse realmente, e tuttavia godendosela ugualmente. E no, a differenza dello scandaloso servizio del Tg4 sulla sonda Rosetta non penso che scoprire chi fossero gli autori abbia rovinato il “romanticismo” dell’ignoto. Anche perché, alla fine, il pezzo originale è venuto fuori (dura 47 secondi) e se oggi non avessi scoperto chi sono i Guster non avrei più potuto ascoltare quella canzone che tanto mi piaceva. E non avrei potuto scrivere quest’articolo.
Lo so, probabilmente vi aspettavate un pezzo dei Coldplay e un articolo improntato tutto su di loro. Niente paura (o meglio, Don’t Panic), c’è sempre il prossimo Storytracks!