Ansia da palco
Io ho avuto l’ansia da palco. Una vita fa, quando cantavo. Chi non l’ha provata non può capire, ma potrebbe immedesimarsi. Se vuoi cantare non devi necessariamente avere la faccia tosta, come molti credono. Paradossalmente sono proprio le persone che nella vita hanno più difficoltà a relazionarsi a rendere meglio su un palcoscenico. Ma io non rientro nemmeno in quella casistica. Ho una vita sociale molto normale, sono un po’ burbera, come certi cani che si scocciano quando li guardi mentre mangiano, ma non posso definirmi esattamente timida.
In realtà reagisco male ai complimenti, anzi, non reagisco proprio e spesso questa cosa mi rende antipatica. Eppure non lo faccio per superbia, è che proprio non devo aver appreso nel mio percorso esistenziale come ci si comporta quando qualcuno ti fa i complimenti.
Sono anche una ritardataria cronica. Non sono mai arrivata puntuale a una serata, esattamente come la mia adorata Creamy.
Ecco spiegata la mia ansia da palco. Stress accumulato durante il viaggio, quasi sempre in qualche paesello sperduto della Sardegna, viaggi fatti di strade buie, dissestate, solitarie, dove di quando in quando facevano capolino gruppi di pecore incerte o assonnate civette, qualche volta perfino alcune flemmatiche mucche; e vaglielo a dire che si devono levare dalla carreggiata perché tu hai fretta.
Che periodi. Volevo fare la cantante, anzi no, volevo cantare senza prendermi troppo sul serio. Arrivavo nei locali sempre trafelata. Via di corsa a scaricare l’auto e a piazzare la strumentazione, tranne che nelle serate in piazza dove trovi già tutto pronto e puoi permetterti anche il lusso di tirartela per quei due minuti quando provi il microfono. Nei locali no, li i tempi sono più stretti e se non hai un amico che ti adora in modo particolare devi fare tutto da te.
Sono anche una ritardataria cronica. Non sono mai arrivata puntuale a una serata, esattamente come la mia adorata Creamy
Ho smesso di fare serate per l’ansia. O forse per il troppo poco amore per il canto, o per mancanza di ambizione, o per menefreghismo. Si, forse per menefreghismo. Alla fine non ero poi agguerrita. Non ho mai invidiato nessuna delle mie colleghe, anzi. Ho sempre avuto un rapporto ambiguo con quei due metri quadri di palco che erano il mio spazio. Così ho archiviato tutto e sto decisamente meglio.
Delle volte però provo ancora quella fastidiosa sensazione di brividi allo stomaco, di strozzatura del piloro. Mi succede quando mio figlio si arrampica sui giochi al parco e quando sorpasso i camion.