Il mostro pedofilo e quella ragazzina così sexy
Era proprio un bel bocconcino quella ragazzina, erano mesi che la seguivo. Sapevo tutto di lei, gli spostamenti, la scuola, le amichette che preferiva frequentare. Non avevo mai pensato di farmi una bambina prima d’allora, poi un giorno l’ho vista. E nella mia testa qualcosa è cambiato. Non so dire se fosse amore, ma pensavo sempre a lei. E dopo l’ospedale, l’andavo a cercare. Fuori l’uscita di scuola avevo trovato un angolo riparato da dove potevo vederla; quando facevo il turno serale non mancavo mai l’appuntamento. Che sorriso, ragazzi! Che occhi!
Un giorno venne nella mia direzione, e colsi al volo l’occasione: è questa l’Amerigo Vespucci? Mi rispose educatamente, da vera signorina, con fare compito e sensuale. D’altronde avrei potuto essere suo padre, così come certamente ebbe a credere che fossi stato il padre di qualcuna delle sue compagne di classe. Fu la prima volta che ci parlammo.
In palestra mi faceva impazzire. Io non davo nell’occhio e andavo a vederla spesso, era pieno di padri, la mia poteva essere una qualsiasi di quelle.
Se lo sapessero i miei colleghi direbbero che sono pedofilo. Ma io mi sono informato. Non c’è niente di male. La pedofilia è normale, siamo noi che la criminalizziamo, in questa congiunzione storica, in questo artificio spaziotemporale che è il nostro luogo e la nostra epoca, il nostro personalissimo qui ed ora. Ma cambiando una sola di queste variabili le circostanze della normalità sfumano e diventano latenti, abbracciando anche quello che confesso a me stesso di essere. Un pedofilo.
Cambiando il qui, vediamo come in due terzi del pianeta le ragazzine della stessa età sono spesso già madri, e nella gran parte dei casi se non sposate certamente promesse a un uomo. Sono questioni culturali; da una parte la dinamica biologica dell’essere donna, dall’altra la dinamica sociale. Donne a quattordici anni, o donne di quaranta. La natura pare scelga la prima, opporvicisi è contronatura, non l’essere madri a quindici anni, ma l’ostinarsi a volere figli dopo e oltre i quaranta, a forza di fecondazioni assistite.
La pedofilia è normale, siamo noi che la criminalizziamo, in questa congiunzione storica, in questo artificio spaziotemporale che è il nostro luogo e la nostra epoca
D’altronde non sono malato, ho un bel fisico, e nemmeno sono troppo vecchio. Potrebbe essere mia figlia, ma per la verità a malapena. Potrei anche piacerle, anche se ancora non lo sa. Stasera faccio la notte, domattina sarò all’entrata di scuola.
Stasera nessuno in pronto soccorso, solita serata tranquilla. Televisione, sto di guardia, penso a lei. Il ronzio del neon mi porta a guardare su in alto, una zanzara pare approfittarne per pungermi. Sangue, e il suo corpo mi si spiaccica sul braccio, una zampetta mi resta sul dito; o forse era il pungiglione. Bella grossa, forse una tigre. Cazzo, t’ho fregata. Sangue, tanto sangue per un corpicino così piccolo. M’illumino.
Le provette dei prelievi di stamane sono a mia disposizione, analisi già fatte, ma ho la chiave. Sceglierò a caso, me ne basta qualche goccia. Basta che sia d’uomo. Domani sarai mia, da quella volta a scuola ci siam parlati altre volte, non sarà difficile farti salire in macchina. Ti piacerà, bambina. E se non ti piace, fattelo piacere, perché sia o meno per te la prima volta, di certo sarà l’ultima, e mettiti in testa una cosa: dopo che t’avrò avuta io, non dovrà poterti avere nessun altro. Ti scoperò, e dopo ti consegnerò alla morte.
Tu sarai la seconda. E come la prima volta daranno la colpa a qualche albanese. Per questo voto da sempre la Lega. Quando succedono queste cose la gente ringhia, è feroce, vuole più vendetta che giustizia. Vuole subito un colpevole, un mostro da sbattere – così dicono, i giornalisti – in prima pagina. L’avranno, l’avranno anche stavolta. E dopo, come la prima volta, nessuno mi verrà a cercare, e tutt’al più fregheranno il cretino del prelievo. Chissà di chi è quel sangue. Certo uno della zona. Ma io sono furbo, non mi faccio fregare. E poi, tra qualche tempo, magari me ne faccio pure un’altra. Ho già chiesto il trasferimento.
Ti sembro stronzo? Scusa, sto provando solo a mettermi in un punto di vista diverso dal mio, magari mi convinco. Non ti sembro stronzo?Spiegami perché nei commenti. E se vuoi approfondire, vai a leggere quaggiù la presentazione di questa mia rubrica.