La transverberazione di chi ha vinto The Voice
Io quella che ha vinto The Voice nemmeno so come si chiama. Non l’ho mai sentita cantare. Io non guardo The Voice. Però di lei so quanto mi basta per potere dire che, come al solito, basta essere un po’ eccentrici d’abbigliamento e fai breccia nel cuore del pubblico.
Che una suora si metta a cantare è normale, si può non essere compiacenti sul repertorio di Resta con noi e Salga da quest’altare, succede. Che lo faccia in TV davanti a Piero Pelù forse sconvolge – di gran lunga più strano il repertorio di borchie e minchiatelle fetish che esibisce il cantante.
Cose del genere, in cui la suora canta da invasata di Dio, avvenivano già tanto tempo fa ma senza scomodare le orecchie del pubbico, quando una signorina di buona famiglia di nome Teresa – ma adesso nota come S. Teresa d’Avila – nell’intimità delle sue stanzette viveva emozioni sconvolgenti; così appuntava nel suo diario:
Gli vedevo le mani tra le mani un lungo dardo d’oro che sulla punta mi sembrava avere un po’ di fuoco. Pareva che me lo coflingesse a più riprese nel cuore, così pronfodamente che mi giungeva sino alle viscere e, quando lo estraeva, sembrava portarselo via lasciandomi tutta infiammata di grande amore di Dio. Il dolore della ferita era così vivo che mi infondeva questo enorme dolore, che non c’era da desiderarne la fine, nè l’anima poteva appagarsi che di Dio. Non è dolore fisico ma spirituale, anche se il corpo non tralascia di parteciparvi un po’, anzi molto. E’ un idillio così soave che si svolge tra l’anima e Dio, che io supplico la divina bontà di fralo a provare a chi pensasse che io mento.
Transverberazione = trafiggere
E ora, questa Aretha di The Voice, facciamola santa. In alternativa scarichiamola da iTunes.
(Un cantante – in generale – dovrebbe imporsi con voce e canzoni, interpretazioni misurate, testi slittati, arrangiamenti trascinanti. Mina, per dire, una tonaca non l’ha mai indossata. Gli effetti speciali appartengono ai poveri di spirito, le tonachelle lasciamole in cella, si può essere sobrie senza esibire il velo.)
(L’opera a destra non è un Cattelan)