I due lati
Fruga nel web. E’ uno dei tanti che ha trovato nell’isolamento tentacolare del computer il proprio mondo. Sa di poter comunicare quando vuole, e soprattutto sa di poter non comunicare.
Già il suo lavoro di meccanico lo obbliga trattare con i clienti che si fanno spiegare quello che non capiscono, andando poi via come uno che finalmente sa che cosa avesse la sua auto e come è stata riparata. E invece non sanno niente e pagano quel che si dice loro. Ma l’ignoranza li porta a interloquire, a dire la loro e lui, Aristide Arnolfi, deve dare retta, rispondere gentilmente perché altrimenti il proprietario dell’officina sbraita sull’importanza di trattare bene la clientela.
A casa finalmente quel ronzio inutile si placa, davanti al computer può ammirare una folla enorme ma muta, che apre bocca solo quando vuole lui. E con gesto minimo la folla può sparire, spegnersi, e senza dover essere gentili. Aristide si toglie la tuta, si fa una doccia per togliersi di dosso tutto quel grasso che riesce a infilarsi ovunque, mangia qualcosa e si piazza alla piccola scrivania ingombra di tutto, non del meglio, ma sufficiente a essere in contatto col mondo senza doverlo vedere o toccare.
Un piacere sottile, quasi mentale gli permette di godere di quel dolore
Qualche volta fa piccole incursioni sui siti porno, ma si annoia presto e li abbandona. In realtà si stanca presto di tutto e quindi il web è magnifico, ti fa viaggiare di interesse in interesse senza obblighi di permanenza: un turismo intellettuale a basso prezzo che come quello reale non lascia niente se non le fotografie collegate al nome di un luogo.
Fruga nel web. Cerca, Arnolfi, qualcosa che fissi la sua attenzione perché in fondo non è che girare inutilmente lo affascini poi tanto, fa finta di goderne, ma vorrebbe essere intrappolato in qualcosa che possa coinvolgerlo con una emozione. Ma non va così. E continua a frugare tra siti, blog, You Tube e altro. Cerca la scintilla, proprio come quella di Prometeo, per conoscere il fuoco del piacere della conoscenza. E finalmente la trova.
Vagando per siti americani si imbatte in qualcosa di veramente affascinante. Ne aveva sentito parlare ma non ne aveva mai visti. Li chiamano snuff movies, filmati presunti dal vero di torture sessualmente sadiche. Resta paralizzato, ma non dall’orrore. Un piacere sottile, quasi mentale gli permette di godere di quel dolore (ma sarà vero?), senza essere presente direttamente, senza sporcarsi le mani, senza che nessuno ponga domande di nessun tipo.
Questa sì che è passione, non la semplice e avvilente pornografia. La notte passa veloce. Il mattino dopo il meccanico ha gli occhi rossi, ma è rilassato. E’ gioviale, chiacchiera con gli altri ma soprattutto parla con i clienti, risponde, offre spiegazioni con pazienza. Il proprietario è stupito: “Che ti è successo?“, gli chiede. E lui: “Ho trovato quello che cercavo…“, “Qualcosa che avevi perso?“, “No, solo qualcosa che non sapevo che esistesse“.
Il proprietario abbandona la conversazione che gli pare troppo filosofica.
Non sa che il meccanico sta parlando dei suoi lati, e in particolare del suo lato oscuro, che illumina quello visibile.