Bolle di sapone
La vedi com’è buia la strada? La testa bassa scatta verso l’alto. Quanto sono lucenti queste stelle? Se ne distinguono i colori. Ne unisco qualcuna a caso, creando nuove geometrie. Come bolle di sapone colorate create dai bambini. Queste sensazioni le porti con leggerezza. Come in un barattolo di plastica giallo. Con dentro solo acqua e sapone. Nient’altro. Si riescono a creare sfere fragili. Sfere con mille apparenti sfumature. Impercettibili differenze di forme. Disperse nell’aria, non resistono che qualche secondo e poi si dissolvono. Scoppiano. I più fortunati riescono a ricordarsene. La bolla più bella della loro vita. Altri restano delusi. Un qualcosa che scoppia è pur sempre un qualcosa che scoppia. Credo sia per questo che ai bimbi la bolla di sapone non piace molto. Grande gioia imminente seguita da una forte delusione. Meglio una gioia più duratura. Pochi notano quelle bolle di sapone che resistono alla pressione dell’aria e trovano rifugio, appiglio, lì dove nessuna altra bolla avrebbe osato. Le bolle più leggere, quasi inosservate, sfuggono ai principi generali del mondo circostante. Si lasciano osservare incuranti di ogni forma di pericolo. Impiegano qualche istante in più per diventare tutt’uno con la natura. Non scoppiano. Si dissolvono come se a deciderlo fossero loro.