Tarocchi e puttane
L’aveva fatto sempre ridere quella mini barzelletta di quel tizio che va dal mago e bussa alla porta: toc toc, “Chi è?” “E si comincia bene…”.
Rappresentava con chiarezza la capacità divinatoria della folla dei ciarlatani. E trovava indecoroso che ci fosse l’invadenza di astri e tarocchi ovunque, non solo su giornali e tv, ma anche nell’emittenza pubblica, alla quale nessuno ha mai chiesto di essere illuminista, ma che potrebbe fare a meno di essere oscurantista avendo a ogni angolo di trasmissione chi pontifica sull’influenza di Saturno o di Giove sui cavoli nostri.
D’altra parte non c’erano più i profeti a predire fatti e sventure: chi mai si avventurerebbe a prevedere eventi come le dieci piaghe d’Egitto? Tutto il resto è già stato detto da Nostradamus, e quindi restano le piccole cose quotidiane di quel ceto sociale (non solo economico) che avendo perso la fede, o per lo meno la sua sostanza reale, ha riscoperto il mago.
ogni cena con amici doveva concludersi con l’oroscopo o con un mazzo di tarocchi
Lui aveva, qualche volta, tentato di capire con domande dirette e indirette, ma la moglie aveva resistito divagando, con risposte generiche o con battute del tipo “Che ti importa? Tanto tu non ci credi…”. Non ne faceva una questione di soldi, anche se li considerava spesi in modo immorale oltre che inutile. La questione era un’altra: trovava insopportabile che la moglie ricercasse opinioni sulle sue paure o sulle sue speranze con una estranea prezzolata che raccontava balle metafisiche. La cosa lo offendeva, come uomo e marito, ma anche come homo sapiens.
Offendeva non è il termine esatto, lo seccava, lo indisponeva. Provava fastidio e più volte l’aveva fatto notare alla moglie. Ma lei rispondeva che ci vuole rispetto per ogni fede, che sia nella scienza o nell’occulto, chiamiamolo così, o in qualsiasi religione, e che comunque la ragione non è tutto. Lui replicava che la fede nei sentimenti è al di sopra delle altre, perché verso entità reali, verso persone vere, verso coloro che tengono a te. Lei sosteneva invece che sentimenti e fede seguono spesso binari diversi. Molto diversi. E ci infilava anche il calore, quello umano.
L’ingegnere capì tempo dopo, quando tutto ciò che era occulto divenne chiaro. Fu chiamato dalla polizia per sentirsi comunicare che la moglie era stata fermata in una casa di appuntamento tenuta da una maga. La signora Giovanna e altre erano tutte “di buona famiglia borghese”. Per la prima volta l’ingegnere perse la sua flemma. Mutò più volte tonalità del carnato quando si ritrovò davanti alla consorte, umiliata ma senza i segni della sconfitta. Le urlava scomposto: “Perché? Perché?”, mentre lei teneva gli occhi fissi su di lui, dolci ma non spenti. Finalmente parlò: “Sapessi come sei bello incazzato..” . Lui non capì il tono, lo interpretò come scherno. E forse perse, per sempre, anche la seconda occasione…