Insegnategli ad arrossire…
C’è che guardo le mie foto e i video che mi ritraggono bambina prima e adolescente poi, in perenne fuga dalle ‘telecamere’ di registi improvvisati in famiglia. Ero patologicamente timida. Sullo sfondo i nonni, i parenti, i fratelli e i resti di tavole imbandite per ricorrenze varie.
Solo più tardi ho scoperto la vanità anche se la timidezza mi impedisce ancora oggi di sorridere. Mi piace scattarmi delle foto, nonostante i segni del tempo che implacabile scrive la storia sul mio viso.
Questa è l’epoca del Selfie, dell’immagine che rimbalza sui social spesso violentando ogni residuo di buon gusto.
Ma a piccole dosi e con garbo è bello fermare il tempo. La civetteria è un ragionevole peccato che in fondo ci gratifica, condividerlo talvolta diventa piacevole.
Ho rispolverato i ricordi dopo essermi imbattuta in rete nella visione di alcuni video che si chiamano: Prediciottesimi. Ragazzi e Ragazze di famiglie abbienti si fanno riprendere in veri e propri Film. Film di pochi minuti, ma con scenografie costosissime. Il tutto pagato dai loro genitori a fronte di un regalo di compleanno da ricordare per tutta la vita.
i soggetti hanno tutti un unico comune denominatore: la voglia sfrenata di protagonismo
Questo in teoria. In realtà alcuni video sono un tentativo di investimento per il futuro dei loro figli nel mondo dello spettacolo. Oppure non si spiegherebbero le pose, le mise e le sceneggiature dove l’innocenza è scesa a compromessi con la malizia. Una volta ci si scandalizzava con i film di Laura Antonelli, Gloria Guida, Edwige Fenech giovanissime e alle prime armi, oggi a confronto sembrerebbero delle educande. Ma questi video sono molto di più, si proiettano verso un futuro colmo di incognite, ma ricco di ambizioni spettacolari. Belli, brutti grassi o magri i soggetti hanno tutti un unico comune denominatore: la voglia sfrenata di protagonismo. Si catapultano in un’unica direzione nella speranza che il loro futuro assomigli un giorno a quello dei loro idoli.
La questione è stata dibattuta nei vari salotti televisivi ed è scivolata sull’aspetto fisico dei ragazzi. Alcuni soggetti sono piuttosto in carne e fasciati in abiti striminziti che lasciano ben poco all’immaginazione. Di certo non deficitano di autostima, non si curano per nulla dei rotolini e rotoloni di ciccia, si muovono come panterone su tacchi vertiginosi, con lo sguardo maliardo puntato dritto verso la cinepresa. Totale assenza di timidezza, nemmeno un accenno.
Io non ne avrei fatto una questione di aspetto estetico. Forse una persona cicciona non ha gli stessi diritti di una magra di vivere la propria vita come meglio gli aggrada?
Perché se vogliamo fare un discorso serio e privo di ogni residuo di ipocrisia io trovo che siano tutti un po’ grotteschi e pacchiani in quelle riprese, a prescindere dai chili in più o meno.
Questi ragazzi hanno degli sguardi di autocompiacimento che non tradiscono alcun imbarazzo. Quella sicumera stampata in faccia che si traduce in arroganza, prepotenza e un senso di superiorità al massimo dei livelli consentiti dalla loro giovane età.
Ma io non ce l’ho con loro. Si, ok, esiste il libero arbitrio mi potreste obiettare, ma se cresci in famiglie dove non ti viene insegnato che l’essere conta più dell’apparire e che faresti meglio a stare un po’ di più sui libri piuttosto che davanti ad uno specchio sognando di fare carriera facile nel mondo dello spettacolo, l’epilogo non può essere che questo. E non potete indignarvi se i loro coetanei li commentano con ferocia. Sono spietati nei giudizi, alcuni con particolare cattiveria, altri con la superficialità tipica dell’età, ma è il prezzo da pagare per esporsi senza alcun filtro.
Cari Genitori di cotanti attori allo sbaraglio, voi rendete la vostra prole ‘oggetto’ da vetrina, seppur inconsapevolmente. Purtroppo non siete consapevoli dei danni che gli potreste arrecare. Agghiacciante la risposta di una mamma alla giornalista che la incalzava sulla questione: il Paese ci invidia, parlano tutti di noi. Compiaciuta, senza porsi minimamente il dubbio che forse tutto il Paese ne parlasse ridendoci su a crepapelle.
Inviterei voi e i vostri figli alla visione del meraviglioso e tristissimo film di Luchino Visconti ”Bellissima”, interpretato in maniera magistrale da una dea della recitazione: Anna Magnani.
Vi costringerei a vederlo almeno dieci volte di seguito. In quel film c’è la vostra storia.
Voi siete già più avanti con i vostri figli, poiché nel film la povera bambina era costretta, mentre voi avete terreno più facile. Mi chiedo come faccia a non disturbarvi la visione della carne della vostra carne agghindata in modo palesemente provocante . Non sono filmini per ricordare un avvenimento felice, una tappa importante della loro vita. Sono strumenti di visibilità dove tutto è stato curato nei minimi dettagli, sono messaggi subliminali inequivocabili. Avete idea di quanti Orchi invisibili guarderanno al riparo di uno schermo questi video? Gli state regalando il passaporto verso l’illusione.
Sono questi i valori da trasmettere? Non hanno ideali o personaggi da seguire degni di nota se non le varie divette televisive o qualche calciatore.
Ma siete ancora in tempo per invertire la rotta.Guardate il film della Magnani e per una volta ancora immedesimatevi in una trasposizione cinematografica. Si, perché alla fine del film la Magnani comprende i suoi errori e salva famiglia e figlia. Fate come lei, e cominciate a dire no e a mettere dei paletti. Un giorno quei paletti faranno la differenza, non immaginate neppure lontanamente quanto. Intanto insegnategli ad arrossire e voi con loro…
Di seguito i video che sono soltanto alcuni dei tanti sull’argomento in rete.
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=KZYBQenF9u4]
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=7ofXdQjw3uk]