Ingegnere? Le faremo sapere
Una nostra lettrice ci scrive. Vuole rimanere anonima.
Noi la pubblichiamo.
Si sa, per lo studente in ingegneria non esiste Pasqua, Natale e Capodanno.
Inizi questo percorso a 19 anni, fresco di diploma perché vuoi viaggiare, lavorare nell’affascinante mondo dell’alta tecnologia, diventare un professionista e fare soldi.
Sacrifichi il tuo tempo, i soldi della tua famiglia, la tua giovinezza… Non importa.
“Poi benedirò questi sacrifici con il primo stipendio da professionista e, rispetto a chi non si vuole dare questo pizzico sulla pancia continuando gli studi e si accontenta del poco e subito adesso, in futuro farò una vita più serena ed agiata come quella che hanno fatto i miei genitori”.
Dopo più di 50 esami, due tirocini, due tesi e due feste di laurea, ti laurei.
Ci hai messo solo 2 anni in più e sei nella perfetta media nazionale, tenendo conto che con il nuovo ordinamento ci sono due tesi… “posso ritenermi soddisfatta, in fondo l’importante è che sia finita ed ora non voglio più vedere libri in vita mia”.
Il primo stipendio arriva, anche le prime offerte di lavoro: puoi andare in Germania tramite il prof. della tesi e ti sistemano; oppure restare e lavorare nell’azienda vicino casa… Un co.co.pro. con rimborso spese di 400 euro, il “primo step” per fare la conoscenza tra azienda-lavoratore in prospettiva di ottenere condizioni migliori.
Ovvio che tutti partirebbero, ma nn potevi sapere a 18 anni che a 26 ti saresti ritrovata con un fidanzamento di 4 anni per le mani e lui ha lo studio storico del padre da portare avanti qui e da qui non si può spostare. Così per amore decidi di restare, in fondo hai 26 anni, sei ancora giovane, la Germania è sempre lì e la tua è una grande città e nei paesi stranieri ti puoi sempre fare le vacanze.
Tuo cognato che fa il fabbro guarda la tua prima busta paga e si mette a ridere, perché lui al ragazzo che gli dà una mano in officina meno di 50 euro al giorno non può dare.
Tu dal canto tuo ti ritieni fortunata rispetto agli infiniti stage a retribuzione zero che stanno facendo i tuoi coetanei, rispetto a chi è ancora bloccato all’università o peggio a chi non trova nulla perché si è laureato tardi o in una delle facoltà senza sbocchi.
E’ poco, ma è pur sempre qualcosa e poi fai esperienza ed impari il mestiere, perché si sa “esci dall’università, ma del lavoro non sai nulla”.
Non appena capita un occasione migliore (poco ci vuole per superare 400 euro al mese!!!) cambi azienda ed arriva il primo “contratto buono”, un anno e mezzo determinato, prendi “lo stipendio”: 1250 euro…
Inizi a realizzare che la retribuzione che ti aspettavi quando da piccola volevi fare il professionista laureato come tuo padre e non la casalinga impiegata disperata come tua madre è disallineata di almeno 4000 euro dalle tue aspettative, ma c’è la crisi, i padri di famiglia si danno fuoco, tu almeno famiglia da mantenere non ne hai, responsabilità nemmeno e poi stando ancora dai tuoi è tutto guadagno e qualcosina da parte per lasciare il nido e spiccare il volo con un po’ di sacrificio riuscirai a metterla.
Passa così un anno e mezzo, dove non vivi e ti ammazzi di straordinari, spesso non pagati perché “devi lavorare di più, ma non costare troppo all’azienda”, il tutto nella speranza che poi ti assumano e che allo scadere del contratto quel determinato passi a indeterminato o che nella peggiore delle ipotesi tu possa acquistare più know-how possibile per rivenderti a qualcun altro.
Così vai a lavoro con la febbre, con le emorroidi e con il colpo della strega che ti vengono per la sedentarietà della vita che fai davanti ad un pc senza mai alzarti dalla sedia.
Vai a lavoro il sabato e le settimane centrali di agosto, fai il turno degli operai dalle 6:00 alle 14:00 in estate mentre tutti stanno a mare, resti anche fino a mezzanotte per rispettare le scadenze delle commesse e pensi: “un giorno anche io potrò fare solo otto ore di lavoro al giorno come gli altri e mettermi in malattia quando sto male, meglio ora che sono giovane e fisicamente ce la faccio, che dopo”.
Arriva Natale, come regalo per il nuovo anno la disoccupazione: “più di tot mesi di rinnovo non ti possiamo fare perché non c’è lavoro, ti richiameremo sicuramente quando ci sarà di nuovo, pensiamo tra quattro mesi, ovviamente se vuoi guardarti intorno nel frattempo nessuno può dirti nulla”…
Non si sa perché intanto i tuoi amici neolaureati vengono chiamati dalla tua azienda che sta licenziando, per dei colloqui… Ma non erano senza lavoro?! Mah.
Vedi il tuo capo, figlia di nessuno, precaria anche lei da troppi anni, che parte per la Germania. Oramai a 32 anni non ce la fa più, si è lasciata con il convivente con il quale non ha convolato a nozze perché aspettava l’indeterminato e per la legge Fornero le è stato detto che non la possono più rinnovare né assorbire per la crisi, ma nonostante ciò a lavorare resta l’amante di ed il parente di… ma saranno solo cattive voci e coincidenze.
In quel mese invii CV ovunque sapendo di restare in mezzo alla strada a breve e comprendi il significato di turnover.
Gli unici che ti cagano sono gli HR stranieri su Linkedin che senza averti nemmeno visto in faccia e basandosi solo su un colloquio telefonico dove hai improvvisato una conversazione in inglese ti hanno inviato via e-mail un contratto per lavorare in Francia, 2089 euro netti al mese + 300 euro di buoni pasto e assicurazione medica compresi. Ovviamente accettando per te inizia anche un percorso di carriera strutturato dove lo stipendio cresce con l’esperienza che si matura, ma intanto tu hai 28 anni e non sei più una ragazzina, il tuo lui ha casa qui e vi volevate sposare, sta finendo i lavori, ed ha il posto fisso lui che non ha studiato ed a 18 anni si è messo a lavorare. Perché dovrei partire? Per cosa? Per fare l’emigrata? La mia vita è qui.
Dai racconti dei colleghi hai realizzato che non si va a lavorare sotto la Torre Eiffel nel tuo settore, le industrie stanno in periferia, i colleghi in trasferta ti hanno raccontato della difficoltà di stare lontano dalla famiglia, soli in un paese sconosciuto; ti han parlato di quando in Canada prendendo la bronchite non sapevano chi chiamare a migliaia di km da casa e per avere un po’ di compagnia andavano a puttane… e tu… non sei un uomo.
Si mi sistemo, ma per fare che vita?
Proviamo a restare, tanto l’estero in caso di disperazione è sempre lì ed io abito in una grande città
Per aiutarti a cercare lavoro ti danno un foglietto di carta fotocopiato dove ci sono scritti dei siti internet, ma “signorina solo questi tre qui che ti segno sono buoni… E buona fortuna”! Li leggi e realizzi che da sola su Google hai trovato siti migliori.
Sussidio per la disoccupazione? Non ne hai diritto, due anni e un mese fa ancora studiavi e ti manca proprio quel contributo, nonostante tu abbia pagato tasse per molto più tempo delle 52 settimane richieste dato che ti sei fatta il culo per quasi 2 anni… Mah!
Aspetti e cerchi di spendere il meno possibile, di chiedere soldi ai tuoi a 28 anni ti vergogni, ma quei soldi in banca li hai messi da parte per sposarti e non per sopravvivere nell’ordinario e speri che presto potrai procurarti nuove entrate… meno male che, anche se mi sarebbe piaciuto molto, non sono andata a vivere da sola e non ho comprato un auto e non ho spese!
Arrivano le prime telefonate per i colloqui, hai un’esperienza appetibile, hai lavorato bene e il nome gira, ma anche le aziende Italiane vogliono mandarti all’estero per lavorare, solo che lo stipendio è più basso ed il contratto più precario.
Così ti butti su un corso di formazione per disoccupati dandoti un limite di tempo: “anche se ho già due lauree, una qualifica in più affine con il mio corso di studi è meglio che una in meno, stare a casa senza far nulla non fa per me, intanto faccio colloqui e poi se non va faccio le valigie e vado via”.
Su 30 corsisti ne prendono 10 a fare una giornata lavorativa di prova, poi dei 10 ne tengono solo 2 per 4 mesi
Quattro mesi full time, ma pagato part time… perché c’è la crisi ed il budget dell’azienda questo è.
L’alternativa è il nulla ed accetti, tanto una famiglia da mantenere non ce l’hai, anche se oramai a 29 anni la vorresti, il tuo lui è lì che ti aspetta, i soldi per sposarti ce li hai, ma tu non vuoi fare la casalinga dopo tanti anni di sacrifici tra studio e lavoro e fare la fine di tua mamma, ma con la beffa di non essere nemmeno impiegata!
Passano due mesi e ti fanno il determinato fino a fine anno, non prendi gli stessi soldi di prima, ma almeno ti pagano tutte le otto ore di lavoro che fai, accumuli esperienza e accetti.
Intanto tra 4 mesi fai 30 anni, quest’estate Facebook traboccava di foto di matrimoni dei tuoi colleghi all’epoca single che sono andati a fare “l’esperienza all’estero” e che da lì non sono più tornati, e dei figli delle tue amiche che non hanno continuato gli studi e si arrangiano con lavori a nero.
L’estero è sempre lì, il tuo amore è sempre qui ed a Dicembre… Chissá.