Tra buio e luce
Maddalena… Con te ho una scadenza emotiva! Trascorso del tempo di silenzio e riflessione, urge sedersi un attimo, rivolgerti un pensiero e scrivere, come se fosse l’ennesima pagina del mio romanzo interrotto. Come se tu fossi la preziosa teca in cui conservare i miei papiri perché questi non precipitino nella luce dell’oblio.
“Buio” lo chiama qualcuno. Ma il buio è un alibi, e l’oblio è una condizione chiara, di dimenticanza. A volte addirittura una necessità, quando il ricordo diviene insopportabile. E le mie dita danzano sulla tastiera, e i tuoi occhi danzano tra le mie parole, in un perpetuo movimento in cui il pensiero si libra, e ciò che non ha il peso dell’anima non vola.
Morte però è l’opposto di nascita, non l’opposto di vita. Quale sarà l’opposto di vita?
Mine iridescenti le nostre mani, per sporcarci di infiniti inchiostri e non invecchiare mai.
Che strano!? “mina”…. Ciò che colora di vita e ciò che uccide si chiamano allo stesso modo… “mina”! Forse a ricordarci che la vita e la morte appartengono allo stesso macabro gioco delle probabilità!? O forse a ricordarci che la vita e la morte sono l’inizio e la fine di piccoli segmenti infinitesimali all’interno di un disegno di cui non percepiamo la vastità!? Morte però è l’opposto di nascita, non l’opposto di vita. Quale sarà l’opposto di vita? C’è? Esiste il contrario di vita? Sarà forse la noia? Gioca con me. Raccolgo gli apostrofi che perdo nella corsa a piedi nudi e te ne faccio dono. Usali tra una parola e la successiva. Uniscile tutte perché non siano sole mai. Fa’ dei miei scritti un unico lungo abbraccio che ti tenga stretta senza lasciarti mai. Io sono ciò che scrivo. Ciò che scrivo è per te. Grazie per la mano tesa di sempre. E per ogni carezza. E per questo sorriso che mi stai dedicando.