Hey, Hey, It’s Mountain Day!Yay!
Oggi si comincia in ritardo. Avete perso i primi secondi di riepilogo delle puntate precedenti e la sigla. Poco male. La prima scena comincia così: suono di campane spiegate, urla festanti e computer che iniziano a trillare you’ve got mail: “Godetevi la giornata studentesse di Mount Holyoke. Oggi è Mountain Day”. Un grazie al rettore, e si comincia con il raccontare cosa sia il Mountain Day.
Voce esterna mentre scene di euforia e ragazze che corrono per i corridoi riempiono la schermata: il Mountain day è una celebrazione studentesca che prevede ogni lezione del giorno cancellata, lasciando a tutti la libertà di prendersi un giorno libero, a pochi mesi dall’inizio dei corsi. Il primo “giorno della montagna” e stato istituito proprio al Mount Holyoke College. Breve flashback nel passato. I colori del vostro proiettore, sia esso un computer, un televisore, o la stessa vostra immaginazione – dopotutto questo è un cine-racconto – dovrebbero sfumare e passare ad un color ocra, giallino, il classico effetto seppia per intenderci. La scena in stile film muto, con base musicale di archi e clavicembalo, vede protagonista nientepopodimeno che Emily Dickinson, sì sì proprio lei, che ha frequentato il college verso la meta’ del milleottocento ma che non ha resistito per più di un anno. Il perché rimane ignoto, noi intanto ce la immaginiamo nei suoi abiti da puritana che, sola soletta, sale il Monte Holyoke per festeggiare il giorno di vacanza. Oh-issa!
Ritorniamo al presente, e notiamo come, nonostante le tradizioni restino le stesse, ciò che cambia è il modo di celebrarle. Oltre alla scarpinata fino al cucuzzolo del non troppo alto monte che da il nome al college, ci sono varie differenti attrattive. Prosegue il nostro episodio con alcune ragazze che salgono nel PVTA in direzione Amherst, la cittadina più vicina, e quella che ospita ben due dei cinque college del consorzio: Amherst College e l’interessantissima UMASS, University of Massachusetts-Amherst. Queste due location, a differenza di MHC (acronimo per Mount Holyoke College), detto anche Moho, sono COED. abbreviazione di coeducational, ossia, frequentati da ragazzi e ragazze. Questa loro caratteristica li colloca in classifica per “interessanti” incontri tra studenti, che presumo sia inutile spiegare in un cine-racconto dove l’immaginazione sta alla base di tutto. Facciamo due più due e l’equazione è fatta.
Spostiamo le riprese ad Amherst, dove troviamo Lora che passeggia con qualche – appena conosciuta- compagna di corso. La multi-etnicità dei college americani da luogo a simpatici aneddoti di ogni genere, e cominciare a raccontare una storia con la tipica “ci sono una italiana, una francese, una cingalese e una indiana” potrebbe far sembrare si stia per raccontare una barzelletta, ma non è così. E’ che il vero significato del tanto atteso Mountain Day è avere la possibilità di approfondire i rapporti con coloro che saranno tue compagne di vita per un lungo periodo accademico. Il solo passare un pomeriggio in compagnia, in una cittadina che per quanto vicina possa sembrare agli occhi di chi possiede un’auto, dista sempre tre quarti d’ora di autobus dal campus, diventa una pratica tanto desiderata quanto necessaria, per staccare dall’amenità del paesaggio bucolico della vallata, che dopo un po’ ti disorienta e ti fa sentire in trappola in mezzo a cotanta natura. Forse, ciò che stona in questa visione agreste è la cittadina fittizia, il Village Commons, di South Hadley, sede del college, creata proprio per gli unici cittadini del Campus in stile “Truman Show”, che nulla offre a parte precotte e prefabbricate mini versioni di luoghi, cibi e attrazioni di altre originali presenti in luoghi reali, per illudere le migliaia di studentesse che provengono da ogni dove, della presenza di un luogo “simile a casa”.
Il pomeriggio di libertà, passato a condividere pensieri, a parlare delle proprie origini, sorseggiando caffé di Starbucks e allietando il palato con crepes alla nutella e “Jellatou”, giunge a termine andando a braccetto con la nostra puntata, non prima però, di aver fatto sosta pit-stop al Thirsty Mind Coffee and Wine Bar sulla college street. L’unico luogo che, per quanto appositamente creato per noi studentesse, regala momenti piacevoli per il modo in cui é gestito, strutturato e curato.
https://www.facebook.com/thirstymindcafe
Solo il pensiero del ricordo mi inganna la mente e mi sembra quasi di percepire il profumo di caffè tostato mentre aspetto il mio Chai latte con latte di soia. Chiudiamo con le ragazze che brindano al termine del giorno della montagna, con in mano tazze di svariate bevande, sedute al tavolino di un caffè circondato di librerie e mensole traboccanti di libri di ogni qualità, lasciati e ripresi dall’infinita quantità di studenti che passano per questa posto incantevole. La teleracconto-camera si focalizza sul cartello in entrata “Pick one, leave one” riferito alle letture, per un do ut des a sfondo letterario, e soprattutto quello che si legge poco sotto:
“Unattended children will be given a cup of espresso and a free puppy” (ai bambini non seguiti verranno dati una tazza di espresso e un cucciolo gratis). Capita?
Happy Mountain Day Y’all! Yay! Titoli di coda. Sigla finale.