Ti presento un mestiere: il correttore di bozze
Avete presente quando pensate ad un amico che fa una certa professione ma non arrivate ad immaginarne i dettagli, i segreti reconditi, i trucchetti del mestiere, le banalità e le bellezze in essa nascoste? O quando volete scrivere un racconto che narri una storia un po’ diversa dal solito ma a bloccarvi c’è la non voglia di documentarvi approfonditamente, l’incapacità di spaziare verso qualcosa di ignoto ed il rischio costante di finire a parlare esclusivamente di voi –unica persona di cui conoscete a memoria la giornata tipo– , o viceversa quello di scrivere fandonie infondate su persone che bazzicano in un campo che non conoscete?
“Ti presento un mestiere” nasce anche un po’ per questo: brevi interviste a persone che fanno un mestiere, uno qualsiasi, e che vogliono raccontarlo a Facci un salto.
Se volete raccontarvi anche voi, potete scrivere alla redazione di Facci un salto e vi ricontatteremo.
Cominciamo oggi con il correttore di bozze. Ce lo racconta Edoardo Monti, che le bozze le corregge dal 2006 per due case editrici: Astrolabio-Ubaldini e Armando Armando. E’ freelance e lavora perlopiù da casa. Pare il paradiso, detto così. Che si possa guadagnare da casa e leggendo. Subito Edoardo sfata il mito: correggere bozze è una delle mansioni più noiose del mondo, dice. Lo dimostra il fatto che – quando ti succede di sforare sui tempi di consegna, e dici al redattore: “che facciamo? Questa bozza la finisci tu?” -, ti viene sempre risposto: “per carità, finiscila te!!”. Ecco perché a spingere il correttore di bozze deve esserci la passione più genuina per la lettura ma anche il gusto per la precisione e la qualità del prodotto libro una volta stampato, la ricerca di un prodotto finito che sia ineccepibile, senza refusi.
Oggi fra correttori automatici e altri progressi tecnologici la professione sembra essere a rischio, ma Edoardo mette in chiaro: per fortuna di chi lo fa, il computer non è ancora in grado di “rimpiazzare” il fattore umano, e quindi serve gente in carne e ossa! Infatti il nostro compito non è solo scovare i classici errori di battitura -tipo una lettera per un’altra-: lavoriamo anche sulla sintassi del testo. Concordanze di genere tra sostantivi e aggettivi, tra sostantivi e verbi, la consecutio temporum…Tutte cose che il PC ancora non è in grado di rilevare. E se una parola ha una doppia grafia chi da sei anni fa questo mestiere mette quasi la mano sul fuoco sul fatto che in un manoscritto la si troverà in entrambe le maniere, ed ecco che spetta al correttore di bozze uniformare tutti i “ciononostante” ed i “ciò nonostante”: quando il computer sarà in grado di farlo?
C’è poi da dire che il correttore di bozze il suo lavoro lo fa a mano, sul cartaceo, apponendo a margine una serie di segni di riporto che verranno poi interpretati da una terza persona che lavorerà al testo.
Bene: tutto ciò in cambio di cosa? Anzitutto, spiega Monti, una grande soddisfazione quando si scova nel testo un errore sfuggito ai redattori. In secondo luogo, la deformazione professionale che fa cadere puntualmente l’occhio sui refusi anche quando si legge per diletto.
Okay direte, ma di correzione di bozze si campa davvero, vista la crisi del settore editoriale?!
Edoardo ci risponde : Dipende. Considerando che si guadagna 1 euro a pagina (per testi in media di 2-300 pp., da cui devi scalare il 20% di ritenuta fiscale), lavorando per un solo editore sarebbe impossibile – dovrebbe stampare almeno 4 titoli al mese, e dovresti correggerli tutti tu – Con due editori è più accettabile; ma confesso che in alcuni casi mi è capitato di dover chiedere un “aiutino” alla famiglia.
La correzione di bozze è quindi un mestiere facile in apparenza ma che va fatto con passione e per passione, che non assicura l’indipendenza a vita e totale e che inghiotte a 360° la giornata inglobando nell’occhiata critica anche le letture fatte per svago, inchiodando sul manoscritto senza orari di lavoro fissi. Ragion per cui non è un lavoro adatto a chi vuole mantenere il lavoro a distanza di sicurezza dalla propria vita privata, ma lo è a chi cerca una gestione libera del proprio tempo. Lavoro difficile per chi ci si getta senza esperienze pregresse: ad Edoardo è stato utile un corso come Redattore editoriale dopo il liceo classico.
Questo per quanto riguarda la pratica. Ma come immaginare il vostro correttore di bozze-personaggio, quando scrivete? Sentiamo gli aneddoti che ci racconta Edoardo per calarci più nel personaggio:
La cosa più buffa capitata?
Viene da me un caporedattore, con la faccia disperata, e mi fa: “Senti, questa bozza abbiamo provato a farla correggere al correttore automatico, ed è ridotta peggio di prima! Per favore, pensaci tu”.
La più triste?
Trovo scritto su un testo “Oh Dio” (vocativo): lo correggo in “O Dio”. La redattrice mi fa: “Che hai fatto?!!!! Scritto così non esiste!”. Zingarelli alla mano, le dimostro che ho indubbiamente ragione io… E quella lì si inca**a pure, facendo anche l’offesa!
La più umanamente bella?
Quando un redattore comprensivo, se ‘sfori’ un po’ sulla consegna, ti concede qualche giorno in più, perché ha fiducia in te.