Lettura n.6 – Un ballo cattivo
Cosa c’è di meglio di un grande ballo in casa per accogliere i vicini e far sì che tutti possano ammirare lo sfarzo e la dovizia di particolari di un salotto addobbato? Oggi, come negli anni Venti o Trenta i preparativi per un ballo potrebbero darvi alla testa e farvi perdere di vista le cose più importanti, come gli stati d’animo delle persone più care. Sai mai cosa cova nell’animo di una figlia in età adolescenziale trattata male da una madre troppo presa dalla propria ascesa sociale e dal frenetico mondo dell’apparire?
Una ragazzina che non ha modo di vedersi bella nello specchio e nel riflesso dello sguardo degli adulti che la circondano, una ragazzina relegata non nella sua camera, ma nel ripostiglio segreto e nascosta agli occhi degli estranei come il peggior difetto di casa, rinchiusa in un angolo buio in cui solo il rancore e la rabbia cieca possono crescere, come una gramigna dalle radici profonde. Le stesse radici che s’inerpicheranno lungo la figura della madre umiliante, quella che vuol vivere e non aver fra i piedi una figlia da marito in società, e benché lei sia ancora soltanto un’adolescente, non deve essere notata, non può risultare avvenente, non deve essere presente al ballo.
benché lei sia ancora soltanto un’adolescente, non deve essere notata, non può risultare avvenente, non deve essere presente al ballo.
Perciò cosa può esserci di più corroborante per una ragazzina insicura, trasparente, non amata ed esclusa? Un dispetto verso quella madre, anzi più di un dispetto, un colpo secco a ciò che lei più tiene in considerazione: un sabotaggio all’organizzazione del ballo tanto agognato. Via! Tutti gli inviti gettati nelle acque della Senna, via quegli stupidi biglietti insieme con la rabbia, il rancore e l’odio più profondo. “Santa Vergine, perché mi hai fatto nascere in mezzo a loro?Puniscili ti prego… Puniscili e poi io muoio contenta…”, prega la piccola Antoniette nell’oscurità della sua stanza, nel buio della sua incertezza, sgraziato animale disilluso e non desiderato.
Con quanta levità e precisione emergono le piccolezze della coppia delusa e amareggiata dal fallimento di una festa disertata dagli invitati, con quanta profondità d’animo straripa la diabolica reazione di un’adolescente messa da parte con l’intento di spegnere una luce sacra sopra di lei. Una luce degna di accompagnare la crescita e l’autostima di ogni individuo, luce che illumina gran parte delle ombre di quel senso di inadeguatezza che negli anni a venire siamo così soliti dimenticare di aver vissuto sulla nostra pelle.
Leggendo Il ballo di Irène Némirowsky Adelphi edizioni