Flo, una voce che è forza della natura
Classe 1983, una laurea in Economia conseguita con 110 e lode e ora si propone di cantare l’amore e altre cose irreversibili. Lei è Floriana Cangiano, in arte: Flo. Professione cantante e, sotto l’etichetta Agualoca Records, ha lanciato una raccolta fondi attraverso il portale Musicraiser. Tutti hanno potuto collaborare alla produzione dell’album, “D’amore e di altre cose irreversibili”, appunto, donando qualche euro. In cambio, si sono ricevuti dei doni: dalla possibilità di scaricare l’album in mp3 fino ad arrivare ad un concerto tutto per sé.
L’ho intervistata.
Flo. Dove nasci (artisticamente parlando)?
Cantare per me è sempre stato qualcosa di naturale, una modalità espressiva primaria. Ho sempre cantato e ho sempre messo inconsapevolmente nel canto tutta la mia vita, la mia storia personale, i miei desideri, le mie delusioni. Per me cantare è come parlare! Volendo essere concreti posso dirti che ho iniziato col pianobar a 14 anni e a 17 entrai a far parte di una cover band che faceva soul e r&b. La prima vera esperienza professionale l’ho avuta ventenne, col musical “C’era una volta Scugnizzi” di Claudio Mattone, passando poi per le collaborazioni con Carlo Faiello (NCCP), Lino Cannavacciuolo per arrivare all’incontro che mi ha letteralmente cambiato la vita: quello con Daniele Sepe. Insomma, io la gavetta l’ho fatta proprio tutta… In questo momento la collaborazione più intensa per me è quella col mio produttore artistico Ernesto Nobili. Ernesto rappresenta le mie mani: tutto quello che penso, immagino e desidero sotto le sua mani diventa suono. E’ una persona molto importante per me!Flo. Dove nasci? E dove vorresti rinascere (anche se dove è nata ti piace)?
Nascere a Napoli ha avuto un’importanza enorme per me. Non soltanto per l’immenso bagaglio musicale e di significato che questa città rappresenta, ma perché vivere di musica a Napoli significa approcciarsi al lavoro in maniera quasi “artigianale”, concreta, significa darsi da fare. Napoli è priva di meccanismi strutturati; è una città che non ti regala nulla; dove procedi per tentativi, incrociando le dita ogni volta. In più, io vengo da una famiglia molto modesta, dove non c’è mai stato spazio per la velleità artistica; dove non c’è mai stata la possibilità di “perdere tempo”. Questo, mio malgrado, mi ha costretta a vivere la musica con grande impegno: mi ha insegnato che la musica è una cosa seria. Quindi tutto sommato rinascerei a Napoli e, esattamente come faccio, spenderei ciò che guadagno per viaggiare.Napoli è priva di meccanismi strutturati; è una città che non ti regala nulla; dove procedi per tentativi, incrociando le dita ogni volta.
Il futuro della musica passerà solo per Musicraiser e progetti di crowfounding simili?
Cosa si potrebbe fare altrimenti? Il futuro della musica è nelle idee originali, nelle prospettive inedite , nell’impegno. Musicraiser non è che un mezzo. Una modalità creativa e democratica di produzione e promozione. Un modo per coinvolgere non solo il pubblico che ho conquistato negli anni, ma anche gli amici degli amici e i sostenitori di altri progetti che visitano il sito che, se non altro, scoprono che esisti. Il punto è che la tecnologia ha reso la produzione musicale accessibile a tutti e più economica che in passato, questo aspetto positivo è però controbilanciato da un sovraffollamento di produzioni (anche inutili) tra le quali farsi notare è difficilissimo. Il punto non è produrre, ma promuovere e distribuire. Migliaia di dischi belli e di qualità ammuffiscono nelle mani degli stessi autori. Musicraiser è anche un modo per dire: “Eccomi! Ci sono!”. Ad ogni modo, credo sia importante affiancare al crownfounding l’attività promozionale live (serate e concerti hanno di sicuro un impatto emotivo molto più intenso e diretto) e la collaborazione con un’etichetta seppure indipendente (non basta trovare i finanziamenti: è necessario affidarsi a chi sappia impiegare queste risorse nel modo più proficuo possibile)D’Amore e di altre cose irreversibili. Quali sono queste cose irreversibili? E sono indispensabili?
Nella vita di ognuno esiste qualcosa di irreversibile; qualcosa che ci governa, di fronte alla quale siamo completamente impotenti. La passione, l’amore, il tormento, il dolore sono le “cose irreversibili” che ci attraversano, ci cambiano e ci stravolgono: la misura della nostra umanità e della nostra dimensione incommensurabile e minuscola allo stesso tempo. Sono indispensabili?Sì, per me lo sono. Il sentire per me è sempre stato più importante del capire: l’istinto ha sempre vinto sulla razionalità. Tuttavia qualcuno potrebbe ritenerle non indispensabili, ma di sicuro sono irreversibili perché quando accadono non puoi far altro che viverle.La passione, l’amore, il tormento, il dolore sono le “cose irreversibili” che ci attraversano, ci cambiano e ci stravolgono: la misura della nostra umanità e della nostra dimensione incommensurabile e minuscola allo stesso tempo.
La rubrica Bombillas de luz parla della nostra Chiara Coppola che era in Erasmus a Barcellona. Che ti ricordi di più del tuo, di Erasmus?
L’eccitazione più lunga della mia vita. Una vertigine. Sono tornata in Spagna tante altre volte e lei non era più la stessa. La sensazione era quella di incontrare una persona importante con cui condividi un segreto inconfessabile e che comunque nessun altro potrebbe capire.
L’Erasmus è un’esperienza unica, di spensieratezza assoluta. Ricordo gli amici, le case, le lezioni saltate, le notti e i giorni che si confondono, un’incoscienza irripetibile e il primo grande amore. Ricordo che un giorno, al risveglio, trovammo in salotto un carrello del supermercato… Nessuno di noi seppe mai come ci era finito!Un duetto impossibile tra te e…? E un duetto possibile?
Avrei voluto essere Maria Joao che canta Caico accompagnata da Joe Zawinul oppure duettare con De Andrè. Per evidenti motivi temo sia impossibile. Per il resto tutto può accadere! Sognerò sempre di duettare un giorno con Caetano Veloso o con Pino Daniele; con Stefano Bollani o con Paolo Angeli e molti, molti altri ancora.Un aneddoto sul tuo ultimo progetto.
Forse la cosa più simpatica accadde il giorno in cui abbiamo girato il videoclip. Un anziano signore, impossibilitato ad uscire di casa per motivi di salute, seguì dalla finestra tutte le riprese. Poi, sempre dalla finestra, mi invitò ad avvicinarmi. Attaccò una rosa ad un filo sottile e la calò giù dalla finestra. Mi disse che trent’anni prima alle donne regalava fasci ben più consistenti, ma adesso era un pensionato e non poteva fare di più. Mi emozionò moltissimo.Poi, sempre dalla finestra, mi invitò ad avvicinarmi. Attaccò una rosa ad un filo sottile e la calò giù dalla finestra
Facciunsalto racconta le emozioni di viaggi, esperienze… ne hai qualcuna da raccontare anche tu?
Tutti i viaggi che ho fatto mi hanno lasciato un segno, forse perché io viaggio intensamente. In Europa ho viaggiato spesso anche da sola, ho fatto numerosi scambi di ospitalità e couchsurfing. Per me viaggiare viene subito dopo il cantare e subito prima del cucinare. I viaggi memorabili sono senz’altro quelli durati un mese: il primo in Thailandia, zaino in spalla fino quasi al Laos; il secondo in macchina da L’Avana a Santiago. Poi ci fu la mia prima volta a Madrid durante l’attentato alla metropolitana. Un’esperienza terribile!Qual è la canzone che senti più tua, dell’album?
Io non ho figli ma credo che le canzoni che scrivi siano un po’ come dei figli. Li ami tutti in modo diverso e per motivi diversi, ma li ami tutti con lo stesso amore.Musicraiser: ultimo appello.
Piuttosto che lamentarci del piattume propinato da radio e televisione, sosteniamo la musica indipendente. Diamoci la possibilità di incontrare nuove proposte, nuove storie, nuove canzoni. L’industria discografica non rischia, non si appassiona, produce soprattutto ciò che crede sia facile vendere, sebbene poi i bilanci negativi siano sotto gli occhi di tutti. Il cambiamento può partire da qui. Alimentare il mercato indipendente significa far vivere quella musica fatta di idee e di ricerca, non solo di numeri. In questo modo, forse, un giorno anche le major se ne accorgeranno.
Eccola qui: sentitela, ascoltatela, cantatela. E sosteniamola cliccando qui!