Una vacanza finita in ospedale
È passato solo un mese e mezzo da quando siamo partiti per il nostro giro del mondo: tantissimi momenti positivi ma a volte è bello raccontare anche i momenti negativi per farvi capire che non sempre un viaggio vuol dire (solo) divertimento.
Fare il giro del mondo significa anche stress, litigi e adattare il tuo corpo a nuove insidie. Quando si parla di vacanza in Centro America vengono in mente due pericoli principali, la poco sicurezza delle città e le malattie infettive. Per ogni cosa c’è un rimedio: ad esempio molti consigliano di non indossare vestiti con colori forti, nascondere il cellulare, un doppio portafoglio e per le malattie di prevenirle con i vaccini.
Noi lo abbiamo fatto ma nonostante tutto sono finito all’ospedale. Era la mia prima volta in ospedale di tutta la mia vita, e chi non ha desiderato di trascorrere un soggiorno in ospedale in Nicaragua?
Ora vi racconto bene questa avventura. Dopo circa 10 giorni di pura foresta tra Belize, Guatemala e Honduras continuavo ad avere dolori alla schiena e sempre un po´di febbre (37-37,5C°). Quindi decisi di chiamare la nostra assicurazione medica (vi consiglio vivamente di stipularne una per ogni viaggio) per una visita in Honduras o Nicaragua. Dopo due telefonate (non proprio amichevoli) riuscimmo ad aver la possibilità di avere un appuntamento con una clinica a Leon in Nicaragua.
L’ospedale non era di certo come i nostri. All’entrata sembrava di essere in un salone da parrucchiere, tutte ragazze giovani, truccate esageratamente, vestite di bianco ma a modo loro: scarpe con diamanti bianchi, jeans attillati con bottoni o rotti (un pó alla moda) e pettinature da sabato sera.
Il dottore era al centro dell’attenzione di queste ragazze: mi chiamò e dopo avergli spiegato i sintomi mi disse di effettuare due analisi, una per la malaria e una per il dengue.
Dopo un’ora arriva e mi dà la bella notizia: Marco hai il dengue dobbiamo ricoverarti 5 giorni in ospedale. Rimasi allibito, Ramòn era da più di un’ora fuori ad aspettarmi e dopo aver appreso la notizia (triste, ma contento che almeno sapevamo cosa avessi) mi accompagnò nella mia stanza insieme ad una dottoressa alquanto strana ma simpatica. Il suo nome era Mercedes.
Il primo giorno fu molto tranquillo, una cena di sola frutta, una stanza di seconda classe (diciamo quella dedicata alle persone del posto e non agli stranieri) e un letto per Ramon. La situazione era strana per noi. Stai viaggiando per posti unici e paradisiaci e da un istante all’altro ti trovi in un ospedale col dengue!
Il dengue è una malattia trasmessa dalle zanzare (attualmente c`è un’epidemia che sta colpendo il Centro America) che provoca forti dolori alle ossa, febbre, forti mal di testa e che se non curata adeguatamente può condurre anche alla morte.
Il secondo giorno mi cambiarono finalmente di stanza (quando l’assicurazione confirmó alla clinica il pagamento): una camera con aria condizionata, un bagno e una doccia pulitissimi; due letti comodi ed ottimi pasti. Devo ringraziare Ramòn che mi è sempre stato accanto, assistendomi in ogni modo, dall’aiutarmi a muovermi con la flebo a portarmi i vestiti lasciati in ostello, fino a comprarmi dei dolci e una pizza familiare durante le serate trascorse a guardare film e reality (senza wifi che si fa?).
Ogni giorno il dottore passava a dirci il risultato delle piastrine, se diminuivano dovevo rimanere in ospedale, se aumentavano potevo essere dimesso, e così si andò avanti per cinque giorni fino al fatidico: “puoi lasciare la clinica“.
Non preoccupatevi, presto torneremo a parlarvi del nostro viaggio, che sta andando a gonfie vele! Ma a volte è utile raccontare anche le disavventure (finite bene)!