Il gatto e la lucertola
È inutile che mi guardi con quegli occhi di fuoco, gatto… io sarò solo una piccola lucertola, ma non sono stupida e da qua non scendo.
Prima o poi dovrai farlo… e io sarò qui ad aspettarti. A bocca aperta!
Ma figuriamoci! Ti sei visto? Sei grasso come un ippopotamo, non mi prenderai mai!
Cos’è un ippopotamo?
Ehm… non lo so, sei tu quello che si piazza davanti alla televisione in questa casa e guarda Paperissima e i documentari di Geo & Geo. Io non ne ho il tempo, devo pensare a sopravvivere e a prendere il sole là fuori in giardino.
Documentari, hai detto? Fammi pensare… ma certo che l’ho visto cosa è un ippopotamo! È un animale enorme, cosa c’entro io?
Amico gatto, questa casa è fornita di specchi, prova a fermarti là davanti e guardati bene.
Cosa dovrei guardare? So bene che sono io quello lì, non sono più un cucciolo che credeva di avere davanti a sé il nemico e dava di quelle capocciate….
Ok, sei tu, appunto, e come ti vedi?
Eh…. se mi do una leccatina al pelo non sono mica male.
Non ti vedi, come dire, un po’ robusto?
Non saprei…
È vero, tu non vedi gli altri gatti che vivono sulla strada e non hanno famiglia. Tu hai la ciotola piena, non esci se non sul quadratino di giardino davanti a casa. Non conosci il mondo. Non puoi aver fatto confronti.
Perché, come sono gli altri gatti?
Oh, beh… sono un po’ più snelli di te… Saltano con facilità, sono agili e attenti. Io devo stare all’erta, dormire con un occhio solo, perché hanno sempre fame e mi prendono di mira. La mia vita non è facile, gatto.
Ho capito. Io non salto, hai ragione. Non so perché non mi riesce molto bene. Specie da quando sono caduto da quella finestra dove sei tu ora, al primo piano, e mi sono quasi rotto il muso… Ma che non sia un pappamolla dovresti essertene bene accorta. Quante code ti ho rubato, da che ci conosciamo?
Due…. e ogni volta è una fatica farsela ricrescere. Ma si può sapere che male ti ha fatto la mia coda?
Scusa, ma è la prima cosa che mi capita sotto le zampe quando cerco di prenderti. Non è colpa mia se tu me la lasci e te ne scappi via.
Quante code ti ho rubato, da che ci conosciamo?
Non è questione di fame! Io avanzo sempre le mie crocchette nella ciotola, non sono un mangione, anche se tu dici che sono grasso. È che i gatti cacciano le lucertole. Questo lo sanno tutti, e lo hai detto anche tu, non servono i documentari. È così e basta. E io mi diverto un sacco.
È che i gatti cacciano le lucertole.
Io proprio niente. Se va bene ci rimetto come minimo la coda. Perché non provi a prendertela con qualche topolino?
Dovresti saperlo: in questa casa moderna topi non ce ne sono.
Ma se esci dal giardino e vai sul prato, ne troverai!
Per uscire dovrei saltare il cancello… non è il caso.
E un tenero uccellino, non ti farebbe voglia?
Come no. Ho aspettato tutta l’estate che qualche piccolo di gazza cadesse dal nido nell’albero in giardino.
Arrampicarti tu, no eh?
Ehm… no. Faticoso. Speravo che ne cadesse uno, ma niente da fare. Se ne sono volati via tutti sani e salvi.
Così te la prendi con me. Ma lo sai quanto è dura la vita di una lucertola?
Non mi sembra poi tanto. Te ne stai tutto il giorno a prendere il sole.
Se è per quello anche tu. Ti vedo sai che te ne stai a pancia in su al sole…. perché io non dovrei? Per me è sopravvivenza, io ho il sangue freddo, devo scaldarmi.
Davvero?
Non te lo hanno detto a Geo & Geo? Io sono diversa da te, amico gatto. Tu prendi il sole pigramente, per piacere, con la panciona all’insù. Io resto in piedi, pronta a nascondermi, e il sole mi scalda il sangue per vivere. Senza quel calore, a cui devo rinunciare al minimo sentore di pericolo, non vivrei.
Mi dispiace. Non deve essere bello.
Non lo è. Ma mi accontento, perché il sole è la mia vita, che di per sé è già così complicata. Non è che ci sei solo tu a darmi la caccia. Lo sapevi che anche gli umani, in buona parte, hanno questo brutto vizio di cercare di uccidermi?
E per quale motivo? Non sembri pericolosa per loro.
Certo che no. Non ho denti, non mordo come te, che lasci il segno anche quando vuoi giocare, non ho unghie per graffiare, come te che hai rovinato tende e divani. Non sporco, me ne sto in un angolo della parete più alta, non chiedo niente. E inoltre mangio le zanzare, che agli umani danno molto fastidio. E invece di ringraziarmi, spesso loro mi inseguono con scope, scarpe, giornali, qualsiasi cosa per farmi fuori o al più farmi fuggire.
Non sporco, me ne sto in un angolo della parete più alta, non chiedo niente.
Senza nemmeno prenderti la coda o cercare di mangiarti?
Già. E ti dirò di più. I cuccioli umani alle volte sono anche più cattivi. Sai, è un gioco per loro fare un cappio con un filo d’erba e mettermelo al collo, per poi tirare. Ho rischiato varie volte di soffocare. Poi per fortuna mi sono sempre salvata. Credo di avere più vite di te.
Lo credo anche io. Per quale motivo se la prendono così con te?
Credo che sia perché non sono bella. Non ho il pelo morbido come te, a dire il vero non ho proprio il pelo, non faccio le fusa né le coccole. Ho una certa dignità, io. Inoltre essere imparentati anche se alla lontana con i serpenti, non aiuta.
Non sei bella? A me piaci. E non solo in senso culinario. Hai un occhio vispo che intriga, nonostante sembri fisso. E la tua bocca sembra sorridere. Pare quella dei coccodrilli, li conosci? Ho visto anche quelli a Geo & Geo.
Grazie, no, come ti ho detto non ho tempo per la tv. E la mia bocca non sorride affatto, sono troppo in ansia per godermi veramente le piccole cose di cui ho bisogno. Comunque anche tu sei bello nonostante la pancia. Immagino che, se non cacci i topi, il tuo unico merito per vivere in questa casa sia quello che cerchi di catturare me. Per il resto, scusa, mi sembri un po’ scroccone. Io, con tutto il mio da fare, sono costretta a una vita in fuga, spesso al freddo. Eppure piacerebbe anche a me vivere al calduccio e con tutti i comfort di un tetto sopra la testa. Potrei dormire su un guanciale con i padroni, fra i loro capelli, sotto le coperte, accanto a un termosifone. Sarebbe meraviglioso.
Amica mia, hai tutte le ragioni; guarda, io sono qui sotto che ti aspetto, sempre a bocca aperta, ma amichevole, e sono disposto a dividere il mio morbido cestino con te.
Sono mica scema… ho un aspetto preistorico, mi sarò evoluta poco, ma la memoria ancestrale non inganna. Di te non mi fido, e alla mia coda ci tengo. E ci tengo pure alla mia pelle squamata e fredda. Ti ringrazio per l’invito, ma credo che mi rassegnerò a saltare fuori da qui e a cercare l’ultimo sole d’autunno, fuori dalla tua portata.
Beh, poi non dire che non ci ho provato. Se così vuoi, così sia. Salta, che salto anche io!
Marameo, non mi prendi!!!!!!!!!
Rumore di corpo pesante che cade e di oggetti che finiscono a terra.
Un urlo umano, una scopa che si agita.
Il sole, là fuori, una coda che si infila in un buco nel muro.
Appena dietro, una linguetta rosa che lecca invano vibrisse deluse.
(il gatto è dell'autrice e si chiama Belfagor)