La Bibbia e lo Scaldabagno
Basterebbe pensare che sono due parole o due cose scelte a caso, senza un ordine né una intenzione. Se stiamo alla logica, la bibbia e lo scaldabagno sembrano appartenere a universi distanti ed esclusivi: il sacro e il mondano. Cercherò in questo spazio di farli stare insieme, e seppur talvolta opporranno entrambi forza come due magneti che si respingono, potranno sempre accomunarsi nella loro contraddizione in un rapporto inaspettatamente cooperativo.
Ma perché dovrei scegliere la Bibbia e lo Scaldabagno per rappresentare quest’idea? Certamente, questi due mondi sono stati immortalati da un celebre compositore di canzoni di tango argentino: Enrique Santos Discepolo. Volendo lui esporre le miserie e l’ipocrisia moralista dell’Argentina degli anni ’30, è finito per comporre Cambalache, uno dei tango più apprezzati per le sue lucide denunce che in seguito ad aver interpellato la sua società nel suo tempo, si sono rese universali e aggiornabili al ventunesimo secolo. E così parlando contro asini equiparati a grandi professori, e generosi a truffatori, manifestazioni di un mondo che ci getta in uno scompiglio di fango dove veniamo infine palpeggiati, spuntano sottilmente i seguenti versi:
“y herida por un sable sin remaches
ves llorar la Biblia
contra un calefón…”
L’immagine di una Bibbia che pende da un gancio accanto allo scaldabagno non è affatto una fantasia dell’autore e nemmeno una metafora: è un rapporto inaspettatamente cooperativo. Siccome negli anni 30, quando fu scritto questo brano, la carta igienica non abbondava nelle case dei lavoratori, le bibbie consegnate in quantità dai missionari per strada, offrivano nella dolcezza dei suoi fogli una più che valida alternativa. Così si trovavano comunemente appese in bagno, pronte a servire, perché alla fine, necessità e praticità portano due mondi lontani a stare uno accanto all’altro.
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