Lettura n.5 – Magnifica ossessione
“Mi nacque un’ossessione. E l’ossessione diventò poesia”
Alda Merini
E quando non riesce a diventare poesia, in cosa s’incarna l’ossessione?
Desideri mai appagati che crescono lentamente ma a dismisura, sempre più grandi e sempre più forti, fino a diventare un unico enorme sconfinato pensiero dominante.
Qualcuno di noi di certo ha provato una sensazione simile, un desiderio abnorme, lo ha patito come uno schiavo, quando forse durante l’adolescenza ogni forma di desiderio sembra mostruosamente sovrastare ogni altro pensiero, ogni altra intenzione.
Forse il primo amore o semplicemente il primo sguardo incrociato nelle scale del palazzo, il braccio che ci sfiorò nella penombra di una festa, il calice che ci fu offerto nel brindisi fra amici, la figura oscillante che si allontanava piano sullo sfondo di una via che non ci apparteneva e non sarebbe mai potuta diventare la nostra.
Potrà mai sapere colui o colei che è stato ispirazione del nostro potente desiderio di aver abitato le nostre notti? Di avere significato i nostri istanti? Potrà anche solo intuire di essere stato un sottofondo musicale nella nostra mente mentre tutto attorno a noi sembrava scorrere normalmente? Camminare, parlare, respirare vivere senza mai essere soli.
Eppure non è una così tenera compagnia come l’amore quieto, è un despota a più teste ma con un sol nome, quello di chi ci abita il cuore e la mente, quello di chi ha battezzato la nostra ossessione.
Ora, un giorno, come uno squarcio nel cielo azzurro, come un fulmine nell’aurora più chiara, come un orco che nel bosco ti si para innanzi, l’ossessione amorosa irrompe nella tua vita e nulla avrà più spazio. Ma appartiene soltanto a te, non è condivisibile, non è raccontabile, è la vita che al tuo interno ti divora, lenta.
L’ossessione non si traduce in carne e sangue, resta fantasma per sempre
Come ha potuto non capire? Come ha potuto non sapere? E perché gli è stato concesso di vivere mentre tu bruciavi all’inferno fra le fiamme dell’ossessione? “Riconoscimi, riconoscimi finalmente!” gridava il mio sguardo. Ma i tuoi occhi sorridevano amabili e ignari. Mi baciasti di nuovo, ma non mi riconoscesti.
Che cosa chiede l’amore, la passione, il desiderio sfrenato? Soltanto di essere guardato negli occhi, anche solo per un istante che darà significato ad una vita intera. Io esisto perché l’altro mi vede.
Leggendo Lettera di una sconosciutadi Stefan Zweig
Adelphi Editore