Bonucci e l’elogio dell’ignoranza
“Che aggettivo userei per definire la nostra coppia? Ignorante“. Così Ciro Immobile, riferendosi al duo con Simone Zaza, alla conferenza stampa che ha preceduto l’Italia – Azerbaijan di venerdì, vinta per due a uno dagli azzurri. Lo riprende Bonucci, dopo l’incontro: “Siamo una squadra ignorante come dicevano Immobile e Zaza in conferenza stampa, non molliamo mai fino alla fine”.
Vediamo se indovino. O perlomeno, cerco d’interpretare. Ignorante che vorrà dire? Che ignora, nell’accezione letterale del termine? No, scartato. Quell’ignorante in bocca a Immobile – oltre a farci benissimo pendant – faceva riferimento – credo – all’istinto primordiale, all’intesa che scaturisce dalla pratica concreta del terreno di gioco, al gesso e alle scarpe coi tacchetti, al bovino sudore e al sesto senso più becero, quello che ti fa trovare al posto giusto nel momento giusto, senza tante storie, senza tanti filtri, senza nemmeno pensare. Ignorantemente al posto giusto. Concreto all’obiettivo.
Perché una squadra ignorante vien trascinata dal vento, è benvoluta dagli dei, non molla mai, fino alla fine, e vince
Ignoranti bisogna essere, ignorante come un cecchino che esegue i pochi ordini ricevuti. Quel che si muove, sparagli. E lui a sparare alle foglie che cadono dagli alberi. Mai dar consegne di simil guisa quand’è autunno.
Ché però questo conta nel calcio, essere lì quando c’è da far gol, e c’è poco da discutere, e ancor meno da dissertare di tattiche, catenacci, fuorigioco, contropiedi, mezze punte rientranti e trequartisti filtranti. Altro che riunioni tecniche a Coverciano e massimi sistemi applicati al pallone. Ignoranti bisogna essere, e l’aggettivo che a scuola ti fa ciuco, in campo ti farà campione.
“Grandissimo pallone… venuta voglia di tirare… Gò!” (Totò Schillaci, 1990)
Ma insomma, dell’elogio dell’ignoranza, a scanso di fraintendimenti, ventiquattro anni dopo potevamo pure farne a meno, che già i giovani studiano poco, e figuriamoci se si sdogana il concetto che ignorante è uguale a bello e ricco e famoso. Siam finiti.
Ritorniamo ai trends. L’immagine più cercata in settimana? E’ tutto un fiorire di ebolevirus, che a furia di sentirne parlare la gente adesso vuol sapere com’è fatta, hai visto mai che me ne ritrovo una sotto i tacchi.
E adesso, in attesa dell’ennesima comparsata in tv di Matteo Renzi, vi lascio al magnifico e ignorantissimo gol di Totò Schillaci, che anche dopo cinque lustri pare abbia doti taumaturgiche e risollevi il morale e l’autostima nazionale. Speriamo bene, e buona domenica.
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