Su e giù per la penisola
Ferrosi meccanismi scorrono su guide altrettanto ferrose intervallate da assi di legno. Già nomate vaporiere, evolutesi in più dinamici locomotori, motrici o elettromotrici e trainanti vagoni innumeri percorrono nelle due dimensioni lo Stivale, colmi all’interno della più varia umanità.
Posizione frontistante degli astanti e lunghezza del percorso comune favorisce incontro di sguardi e scambio di parole più o meno interessanti, banali, civili, alterate, moleste, gradevoli.
Eccettuati da dialogo sordi artificiali che volontariamente occludono proprie coclee e padiglioni auricolari con cuffiette e similari arnesi rilasciando musica o rumori in quantità e dosi moleste al vicinato.
Eccettuati da dialogo anche pensosi fanciulli o distinti businessmen intenti a consumare polpastrelli su tastiere minuscole per dialogare con amori o amicizie o clientele lontani.
Presenti scienziati-politologi-economisti, onnisapienti ed onnipreveggenti con senno di poi, formatisi alle scuole serali, perfezionatisi al Bar dello Sport e pronti a risollevare le sorti dell’Orbe Terracqueo nei campi di rispettiva (in)competenza. Là uno coprirebbe fabbisogni energetici del paese foderandolo, anche nei muri umidi esposti a nord, di pannelli atti ad incamerare ogni sfera di luce emanata dell’astro trainato dal carro di Apollo. Costì un altro si dice in grado di risollevare Pil debilitato semplicemente stampando nuova carta moneta in cornucopia, dimentico di possibili conseguenze. Colà v’è chi rimpiange i tempi in cui la Commedia, quella Divina, era imparata a memoria da tutti gli scolari: evidente come l’interruzione di tale prassi abbia arrecato nocumento alla preparazione dei discenti, magari in ambiti contigui, preparandosi a divenire futuri dottori o ingegneri. Qui c’è chi lamenta rapacità di addetti alla res publica, con ciglio umido nel ricordare che quando c’era Lui, con la sua camicia nera, le mani erano pulite.
Lunghezza del percorso spinge madri ansiose circa la salute dei propri pargoli, temendo inappetenza e cachessia, a proporre in continuazione consumo di calorie in dosi ritenute superiori ai livelli stimati di guardia dall’Oms. Quantità di dolcini, tortini, confettini, panini, e tutto quanto abbia desinenza in -ini / -ine, purché lipidico o viscoso, viene ripartito in quote eguali tra le giovani fauci ed i sedili, anche ad uso dei viaggiatori che sopraggiungeranno alla successiva fermata.
Obbligatoria la presenza di macchinette ludiche elettroniche con ripetizione continua di poche note, talvolta neanche tutte quelle conosciute sul pentagramma, giudicabile trattamento inumano e degradante da difensori dei diritti umani, che accompagna i presenti per brevi tratti (es. dall’Urbe alla Città con il più bel chilometro d’Italia).
Ogni fermata ricorda la Vita: in continuazione vi è chi sale e chi scende, chi saluta andandosene, chi se ne va senza salutare e chi arriva per unirsi, almeno per una parte del viaggio.
Difficile da dimenticare Eroe piccolo-borghese: chioma canuta, ormai prossimo alla pensione, spalle ricurve, racconta di una vita passata percorrendo lo stivale da nord a sud e viceversa dove il Lavoro, quello faticoso, quello che nobilita l’uomo, lo portava a costruire ponti, strade, case, potendo vedere i propri affetti con cadenza ebdomadaria o anche maggiore. Racconta con l’orgoglio di padre della figlia che studiando coronerà il sogno di diventare medico. Forse l’intera fatica del viaggio è compensata dalle poche parole di quest’uomo schivo.